Non sono certo una novità, le riconosciute capacità del sultano Erdoğan di muoversi con estrema disinvoltura tra le pieghe dell’Alleanza Atlantica nonché di saper trattare con gli americani in modo tale che alla fine prevalgano gli interessi della Turchia (capacità che risultano sconosciute ai politici italiani).
Ankara, nonostante abbia fornito agli ucraini gli UCAV TB2 Bayraktar, non ha aderito alle sanzioni contro Mosca, come gli altri partner della NATO.
I russi stanno costruendo, a loro spese, una centrale nucleare in Turchia, oltre a fornire la metà del fabbisogno di gas. Inoltre (il previsto crollo del PIL russo pare non si verificherà, infatti le ultime previsioni parlano di una diminuzione del 4,6% su base annua).
La Turchia ha inoltre intensificato la sua cooperazione militare con la Russia. Ciò ha già portato, nel recente passato, all’acquisizione, da parte di Ankara, dei sistemi missilistici superficie-aria a lungo raggio S-400.
Come conseguenza, la passata amministrazione Trump ruppe l’accordo con la Turchia per l’acquisto degli F-35B (la commessa complessiva ammontava a 100 macchine, sia in versione A che B), versione STOVL che avrebbero dovuto costituire l’aviazione imbarcata sulla nuova portaerei Anadolu. Poco male: i turchi stanno progettando nuovi UCAV imbarcati, per compiti di combattimento aria-aria e aria-superficie.
La Turchia è ora impegnata ad acquisire gli F-16V di ultima generazione, il pacchetto comprenderebbe 40 macchine ex novo e 80 già in servizio delle precedenti versioni da riconvertire. L’ultima versione del Falcon è equipaggiata con un radar AN/APG-83 attivo a scansione elettronica (AESA), un nuovo computer di missione e una suite di guerra elettronica, un sistema automatizzato di prevenzione delle collisioni a terra e vari miglioramenti della cabina di pilotaggio.
Nell'ambito del programma di modernizzazione degli F-16 turchi, vengono sviluppati e testati nuovi missili aria-aria. I turchi hanno presentato due modelli di missili aria-aria, denominati Bozdogan IIR e Gokdogan. Mentre il primo è classificato come missile aria-aria entro il raggio visivo (WVRAAM), il secondo è un’arma aria-aria oltre il raggio visivo (BVRAAM). Il Gokdogan è alimentato da un motore a razzo a doppio impulso a combustibile solido, e può viaggiare a una velocità di Mach 4.
Dopo aver revocato il veto, sull’adesione della Svezia e della Finlandia all’Alleanza, Erdoğan ha ottenuto (tra l’altro) la promessa, da parte dell’attuale amministrazione Biden, di acquisire gli F-16V. anche se il presidente americano ha tenuto a precisare che "ho bisogno dell'approvazione del Congresso per farlo e penso di poterlo ottenere”.
Forse l’inquilino della Casa Bianca ha promesso troppo. Infatti, il Congresso ha recentemente approvato un testo che richiedeva all'amministrazione Biden di dimostrare che questa vendita di F-16 alla Turchia fosse "assolutamente essenziale" per la sicurezza degli Stati Uniti e di fornire assicurazioni dettagliate per garantire che questi velivoli non sarebbero stati impiegati per "minare la sovranità di un altro Stato membro della NATO", vale a dire la Grecia.
Sulla questione F-16, il sultano comincia a spazientirsi, recentemente Ankara ha inasprito i suoi atteggiamenti nei confronti della Grecia, arrivando anche a minacciare possibili attacchi.
Erdoğan ha infatti affermato che in risposta alle provocazioni greche (quali?) la Turchia “potrebbe arrivare (in Grecia) all’improvviso, di notte”. Inoltre ha intimato ai greci di non spingersi “troppo lontano”, pena il pagamento di “un prezzo pesante”. Fino a concludere con una minaccia nemmeno tanto velata: “ricordatevi cosa è successo a Smirne”, ha detto riferendosi alla conclusione della guerra d’indipendenza turca e alla fine dell’occupazione greca in Turchia, avvenuta proprio in coincidenza dell’ingresso di Mustafa Kemal Atatürk nell’odierna Smirne.
Il leader dell’AKP ha anche messo in guardia dalla possibilità che nel Mediterraneo orientale scoppi una guerra di portata simile a quella in corso in Ucraina. Toni decisamente aggressivi che solo parzialmente possono essere ricondotti alle difficoltà interne di Erdoğan e all’avvicinarsi delle elezioni presidenziali più incerte degli ultimi anni.
In merito alla questione F-16, il sultano ha ricordato che “gli Stati Uniti non sono i soli a vendere velivoli da combattimento. Anche Regno Unito, Francia e Russia li vendono", ha comunicato il presidente turco alla stampa. "È possibile ottenerli altrove e alcuni ci inviano segnali", ha inoltre aggiunto.
Facile sostenere che il sultano si riferisse principalmente alla Russia, visto che già in passato Ankara aveva mostrato grande interesse sia per quanto riguarda una cooperazione nell’aggiornamento degli Su-35, sia per una possibile acquisizione dei caccia di 5° generazione Su-57.
Foto: Türk Silahlı Kuvvetleri / presidency of the republic of Turkey