Quando gli incursori del Nono arrivarono a Mogadiscio nel dicembre del 1992 – nell’ambito dell’operazione multinazionale Ibis – erano, da pochissimo giunti i primi esemplari del fucile d’assalto Beretta SCP-70/90 in calibro 5,56x45 NATO (pochi mesi dopo sarebbero stati distribuiti anche agli altri reparti della Folgore), versione con canna corta e calcio pieghevole dell’AR-70/90. Pesante ed eccessivamente spigoloso (pur essendo un’arma robusta e precisa), aveva risentito del lungo periodo di progettazione e mal si adattava alle necessità di un reparto speciale.
Quindi, gli incursori dell’Esercito, si misero alla ricerca di un fucile che si adattasse maggiormente alle loro necessità, potendo contare su una flessibilità circa l’adozione di nuovi armamenti sconosciuta ai reparti convenzionali.
Nel 1995 venne adottato l’austriaco Steyr AUG, un fucile bullpup con ottica fissa. Caratteristica peculiare dell’arma l’adozione di un caricatore in plastica trasparente che permette di vedere i colpi residui.
Tuttavia lo Steyr non poteva che essere una soluzione tampone, infatti all’inizio del nuovo millennio, seguendo le scelte delle Special Forces americane e del GOI della Marina Militare, il Nono decise di adottare la carabina Colt M-4A1 calibro 5,56x45 mm NATO, frutto dello sviluppo della carabina CAR-15 degli anni ’60.
Nel corso degli ultimi 15 anni, la piattaforma M-4 ha subito ulteriori sviluppi, diventando la base di partenze per i nuovi fucili di diverse aziende produttrici di armi (come per esempio l’HK-416 della Heckler & Koch).
Sempre in questi anni il Reparto ha avuto modo di sperimentare nuovi sistemi d’arma, come gli FN SCAR (sia in calibro 5,56x45 mm che 7,62x51 mm) nonché partecipare attivamente allo sviluppo del fucile Beretta ARX-160A2 - versione per forze speciali, derivato dall’ARX-160A1 -, attualmente impiegato dal 4° rgt ranger Monte Cervino e dal RRAO.
A quando sembrerebbe, il Nono insieme a una non meglio precisata azienda italiana del settore (forse la Beretta), sta sviluppando un nuovo fucile specifico per l’impiego da parte delle forze speciali.
La nuova arma (quindi completamente differente dall’ARX-160A2) dovrebbe avere una conformazione e una funzionalità analoghi alla carabina Colt M-4A1, ma con una modularità più elevata e sistema di funzionamento gas piston.
Per quanto riguarda alcune caratteristiche, il nuovo ferro del mestiere del Nono, dovrebbe pesare, a vuoto, meno di 3 kg (facendo largo uso di materiali polimerici), avere una manetta di armamento a T-Handle, sostituzione rapida della canna (modello ARX), calcio telescopico e ribaltabile.
Il nuovo fucile sarà calibrato con il solito 5,56x45 mm (nonostante le scarse prestazioni balistiche offerte da questa munizione nei teatri operativi degli ultimi anni), ma con la possibilità di essere convertito nel munizionamento .300 AAC Blackout (7,62x35 mm) della stessa lunghezza del colpo standard NATO, ma dalle prestazioni superiori.
L’Eurosatory di quest’anno doveva essere il posto scelto per mostrare al pubblico la nuova arma, le vicende pandemiche, come noto, hanno annullato questo evento. Probabilmente avremo modo di vederla nella prossima edizione.