Qualche giorno fa, il capo dell’agenzia spaziale russa Roscosmos, Yuri Borisov, ha annunciato l’entrata in servizio del nuovo missile intercontinentale russo RS-28 Sarmat (codice NATO: SS-30 Satan 2).
L’annuncio è stato fatto in occasione di un evento organizzato dall’associazione Znanie, poi ripreso da diverse agenzie di stampa russe, con un dettaglio assai interessante, sfuggito ai più in Occidente. Sembrerebbe infatti che la presentazione, preparata per l’occasione dalla Roscosmos abbia indicato il 2024 (e non il 2023) come l’anno di entrata in servizio del nuovo missile, contraddicendo così quanto affermato da Borisov. La Tass, riportando la notizia, ha precisato questo dettaglio1.
Per questo motivo, è alquanto difficile capire se il sistema missilistico Sarmat sia operativo o meno. Lo scorso febbraio, in occasione della Giornata dei Difensori della Patria, lo stesso presidente russo, Vladimir Putin, dichiarò che il missile sarebbe entrato in servizio entro l’anno: ciò si concilia con l’annuncio fatto da Borisov2. Tuttavia, poiché è stata un’agenzia di stampa governativa a sottolineare il presunto errore della Roscosmos, facendo così sorgere – inevitabilmente – il dubbio sull’autenticità della dichiarazione di Borisov, non è da escludere che l’annuncio sia l’ennesimo caso di dezinformacija mirata a confondere gli analisti occidentali (e non solo) impegnati a studiare e valutare lo stato delle Forze Missilistiche Strategiche russe.
A prescindere da come stiano effettivamente le cose, l’entrata in servizio del Sarmat è destinata a segnare il futuro dell’equilibrio strategico tra la Federazione Russa, da una parte, e gli Stati Uniti (e – più in generale – la NATO), dall’altra.
Il processo di sviluppo del missile è iniziato nel 2011, ed è stato curato dalla Makeyev State Rocket Center, azienda del gruppo Roscosmos. Nel 2017 e 2018 sono stati fatti alcuni test al sistema di lancio: altri erano previsti per il 2021, poi rimandati. Nell’aprile 2022 è stato eseguito, con successo, un test completo, che sembrerebbe essere l’unico di questo tipo. Da allora, sono iniziati gli annunci e le dichiarazioni di prossima o imminente messa in servizio del nuovo dispositivo.
Il Sarmat è stato concepito come sostituto del missile balistico intercontinentale RS-20 (nome in codice NATO: SS-18 Satan), del quale riprende quasi del tutto dimensioni e capacità di carico bellico: per questo motivo, viene anche chiamato Satan 2.
Da un punto di vista tecnico, il missile è a propellente liquido, ha un diametro di 3 metri per 35,5 metri di lunghezza, pesa circa 208 tonnellate e ha una gittata massima di 18.000 kilometri (superiore a quella di qualsiasi SS-18 entrato in servizio), proprietà che gli permetterebbe di condurre attacchi con rotta polare sia dal Polo Nord che dal Polo Sud3.
Il Sarmat può trasportare sino a 10 testate autonome del tipo MIRV (Multiple Independently targetable Reentry Vehicles), oltre a diversi dispositivi finalizzati ad ingannare le difese missilistiche avversarie (esche, finti bersagli). Non sembrerebbe siano stati forniti dettagli sulla potenza delle singole testate ma, riprendendo quella delle atomiche caricate sugli SS-18 Mod. 5, è ragionevole ipotizzare un valore compreso tra i 500 e i 1000 kilotoni4.
Il missile è capace di trasportare anche l’Avangard, un particolare veicolo di rientro ipersonico di ultimissima generazione che, per le particolari caratteristiche tecniche e di traiettoria di volo (a planare, cosiddetta gliding flight), sembrerebbe essere particolarmente efficace nell’eludere le difese missilistiche avversarie5.
Il Sarmat dovrebbe avere una fase iniziale di lancio (boost-phase) molto ridotta, il che ridurrebbe le capacità di scoperta avversarie. Il missile sarebbe inoltre capace di raggiungere l’obiettivo seguendo una traiettoria con curva di volo più bassa di quella tipica degli ICBM (cosiddetta depressed trajectory), riducendo il tempo di arrivo sul bersaglio nonché le capacità (tempi) di intercettazione. Secondo fonti russe, inoltre, il missile sarebbe capace di volare su diversi strati dell’atmosfera e di manovrare, prendendo e perdendo improvvisamente quota, per eludere più efficacemente le difese missilistiche nemiche6.
Oltre a ciò, l’SS-30 sembrerebbe essere rivestito di un materiale speciale che ne ridurrebbe la vulnerabilità dall’ingaggio con l’impiego di armi laser e permetterebbe un impiego più efficace nel corso di un conflitto nucleare su vasta scala, con la zona di lancio contaminata da nubi e radiazioni atomiche7.
Come affermato in precedenza, il Sarmat è destinato a sostituire i missili SS-18 in dotazione Forze Missilistiche Strategiche russe. Secondo l’ultima edizione de The Military Balance, a cura dell’Istituto Internazionale di Studi Strategici (IISS) di Londra, attualmente risultano operativi 46 SS-188. Di questi, la maggior parte sono dotati di testata multipla (Mod.5): le restanti unità (Mod.6), invece, monterebbero una testata singola con potenza esplosiva, secondo fonti russe, di ben 20 megatoni.
Viste le installazioni militari che schierano gli SS-18 e date le prime conferme sui lavori di adattamento alle postazioni fisse (silos) destinati ad ospitarli, sembrerebbe certo lo schieramento dei Sarmat presso la 62ª divisione missilistica di stanza a Uzhur, nella regione di Krasnojarsk (Distretto Federale Siberiano) e nel complesso militare della 13ª divisione missilistica di Dombarovsky, regione di Orenburg (Distretto Federale del Volga)9.
L’entrata in servizio del Sarmat renderà più credibile il deterrente nucleare di Mosca. Ma la progressione delle Forze Missilistiche Strategiche sarà solo di natura qualitativa e non quantitativa. Il nuovo missile SS-28, così come il sistema Avangard, rientrano tra le tipologie di armamenti regolamentati dall’accordo che regola l’equilibrio strategico di tipo nucleare tra gli Stati Uniti e la Federazione Russa, il Trattato New START. Secondo le disposizioni dell’accordo, entrambe le parti possono detenere un massimo di:
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700 dispositivi tra missili balistici intercontinentali, terrestri (ICBM) e navali (SLBM), e bombardieri strategici (schierati);
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800 dispositivi tra ICBM, SLBM e bombardieri (schierati e in riserva);
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1.550 testate nucleari installate su ICBM, SLBM e bombardieri (schierati)10.
Poiché il Sarmat andrà a sostituire il missile SS-18 Satan, si prevede un graduale ricambio tra i due sistemi d’arma sulla base di un cronoprogramma che, per vettori e testate, dovrebbe rispettare i limiti concordati dal trattato.
Qualche problema potrebbe sorgere nel momento in cui il futuro del New START dovesse diventare ancora più difficile e problematico di quanto già non lo sia attualmente. Proprio quando annunciò l’entrata in servizio entro l’anno del Sarmat, Putin dichiarò la sospensione da parte russa del New START. Beninteso, “sospensione” non significa “ritiro” dall’accordo, e Mosca ha affermato più volte di voler, comunque, continuare a rispettare i limiti quantitativi del trattato.
Il problema sta nel fatto che, ad oggi, non sono rispettati, da parte russa, alcuni importanti meccanismi di controllo e verifica di conformità all’accordo. Tra le altre cose, il New START prevede: ispezioni a basi e siti dove sono posizionati vettori e testate (18 sopralluoghi all’anno per parte); scambio di rapporti dettagliati sullo stato degli armamenti (frequenza semestrale); notifica di qualsiasi aggiornamento o variazione relativa a caratteristiche tecniche e luogo di posizionamento dei sistemi d’arma. È stato poi istituito un organismo preposto a consultazioni su tematiche oggetto dell’accordo, denominato Bilateral Consultative Commission (BCC), che dovrebbe riunirsi almeno due volte l’anno11.
Dal 2020 le ispezioni sui siti sono state sospese a causa della diffusione del coronavirus Covid-19 e, da allora, nonostante il superamento della fase emergenziale della pandemia, non sono più riprese. Neanche la BCC si è più riunita: era prevista una riunione a Il Cairo a novembre 2022, poi annullata pochi giorni prima dell’incontro. Quanto al rapporto semestrale e alle notifiche giornaliere, Mosca ha sospeso entrambe le comunicazioni. Sperando di indurre la Federazione Russa a una postura più collaborativa, anche gli Stati Uniti, lo scorso marzo, sospesero l’invio del rapporto semestrale, salvo poi pubblicare, due mesi dopo, una scheda informativa con i dati aggregati sugli armamenti regolamentati dal trattato, invitando al contempo Mosca a rispettare le disposizioni sui controlli e le verifiche previste dall’accordo12.
Con la sospensione del New START sono del tutto legittimi i dubbi sulla volontà russa di rispettare, sino in fondo, l’accordo. Nella peggiore delle ipotesi, infatti, il Cremlino potrebbe decidere di schierare un numero di Sarmat superiore ai Satan dismessi o caricare sui primi un numero di testate superiore alle 10 previste13. Se lo schieramento degli SS-30 è già cominciato (o, comunque, prossimo all’inizio), quando il New START verrà a scadenza (5 febbraio 2026), la Russia sarà nel pieno del processo di produzione e schieramento dei Sarmat: per quella data, nel breve periodo, non dovrebbe avere particolari difficoltà a schierare un numero di ICBM maggiore del limite previsto dal Trattato14.
Anche l’andamento del conflitto in Ucraina potrebbe avere un certo impatto sulla postura strategica del Cremlino. Con il crollo dell’Unione Sovietica e la dissoluzione del Patto di Varsavia, il deterrente nucleare ha rappresentato per Mosca uno strumento di garanzia e compensazione di forze dovuta alla riduzione del potenziale militare convenzionale. Se sul fronte ucraino il dispendio di armamenti di quest’ultimo tipo sarà considerevole e con ripercussioni di lungo periodo, non è da escludere che la Russia decida di incrementare il proprio dispositivo non convenzionale, sia tattico che strategico.
Così come, altrettanto importante, sarà l’assetto nucleare che assumerà la Repubblica Popolare Cinese. Per quanto, negli ultimi anni, le relazioni tra Mosca e Pechino sembrino caratterizzate da una forte intesa politica e militare, il programma di potenziamento dell’arsenale nucleare cinese potrebbe suscitare una certa preoccupazione al Cremlino che, ragionando in un’ottica di equilibrio (sicurezza) strategica globale, potrebbe ritenere non più sufficiente il limite massimo di vettori e testate consentite dal New START.
1 Tass, Advanced Sarmat ICBM systems go on combat alert in Russia —Roscosmos head, 01 settembre 2023, https://tass.com/defense/1668567 (data ultimo accesso: 04 settembre 2023).
2 Tass, Arms production grows for swift supplies to troops — Putin, 23 febbraio 2023, https://tass.com/defense/1580709 (data ultimo accesso: 04 settembre 2023).
3 Miko Vranic, Russia's Sarmat super-heavy ICBM undergoes first full flight test, in Janes, 21 aprile 2022, https://www.janes.com/defence-news/news-detail/russias-sarmat-super-heavy-icbm-undergoes-first-full-flight-test (data ultimo accesso: 04 settembre 2023).
4 Cfr. Federation of American Scientists, R-36M / SS-18 Satan, https://programs.fas.org/ssp/nukes/nuclearweapons/russia_nukescurrent/ss18.html (data ultimo accesso: 04 settembre 2023) e Hans M. Kristensen, Matt Korda & Eliana Reynolds, Russian Nuclear Weapons, 2023, in Bulletin of Atomic Scientists, https://thebulletin.org/premium/2023-05/nuclear-notebook-russian-nuclear-weapons-2023/#post-heading (data ultimo accesso: 04 settembre 2023).
5 Nikolai Novichkov, Russia announces successful flight test of Avangard hypersonic glide vehicle, Janes, 03 gennaio 2019, https://www.janes.com/defence-news/news-detail/russia-announces-successful-flight-test-of-avangard-hypersonic-glide-vehicle (data ultimo accesso: 04 settembre 2023).
6 Viste le dimensioni e il peso del vettore, quest’ultima capacità lascia spazio a ragionevoli dubbi sulle presunte prestazioni di volo del missile.
7 Timothy Wright, Russia’s new strategic nuclear weapons: a technical analysis and assessment, The International Institute for Strategic Studies, 16 giugno 2022, https://www.iiss.org/online-analysis/online-analysis//2022/06/russias-new-strategic-nuclear-weapons-a-technical-analysis-and-assessment/ (data ultimo accesso: 04 settembre 2023)
8 The International Institute for Strategic Studies, The Military Balance 2023, Routledge, Londra, p. 184.
9 Timothy Wright, Burevestnik and the future of arms control, The International Institute for Strategic Studies, 29 settembre 2022, https://www.iiss.org/online-analysis/online-analysis/2022/09/burevestnik-and-the-future-of-arms-control/ (data ultimo accesso: 04 settembre 2023).
10 U.S. Department of State, New START Treaty, https://www.state.gov/new-start/ (data ultimo accesso: 04 settembre 2023).
11Ibidem.
12 U.S. Department of State – Bureau of Arms Control, Verification and Compliance, New START Treaty Aggregate Numbers of Strategic Offensive Arms, 12 maggio 2023, https://www.state.gov/new-start-treaty-aggregate-numbers-of-strategic-offensive-arms-5/ (data ultimo accesso: 04 settembre 2023).
13 Secondo alcune fonti, infatti, il Sarmat sarebbe capace di caricare sino a 15 testate termonucleari.
14 Nel caso di un numero di ICBM maggiore di quello consentito dal trattato, saranno necessari lavori per l’adattamento di vecchi silos o la costruzione di nuovi, operazioni eventualmente riscontrabili, prima del loro completamento, mediante ricognizione satellitare.
Foto: MoD Fed. Russa