Il Pentagono vuole droni per il combattimento aria-aria

(di Tiziano Ciocchetti)
17/02/21

Continua da parte del Pentagono lo sviluppo di UCAV in grado di rispondere ai nuovi scenari operativi che si presenteranno in futuro.

Nel 2020 è stato richiesto un incremento di 22 milioni di dollari, al budget 2021 della Difesa, per un finanziamento iniziale del programma LongShot, finalizzato alla realizzazione di un UCAV in grado di lanciare missili aria-aria.

In pratica il Pentagono vuole sviluppare il concetto di Flying Missile Rail (FMR), già esposto nel 2017, mirante a sviluppare un drone gregario (controllato da un velivolo pilotato) armato con una coppia di missili aria-aria a lungo raggio AIM-120 AMRAAM (gittata massima 120 km), in grado di volare per una ventina di minuti a mach 0,9.

Lo scorso 8 febbraio, l’agenzia che si occupa della ricerca per il Pentagono (DARPA) ha avviato la fase 1 del programma LongShot assegnando i contratti a tre produttori: Lockheed Martin, General Atomics e Northrop Grumman.

Lo scopo è quello di produrre un nuovo UCAV in grado di estendere notevolmente il raggio d’azione dei missili aria-aria, consentendo di ingaggiare bersagli BVR (Beyond Visual Range), riducendo così i rischi per i velivoli pilotati.

I velivoli pilotati russi e cinesi hanno già queste capacità, grazie ai missili aria-aria a lungo raggio R-37M e PL-15, accreditati di una gittata massima, rispettivamente, di 400 km e di 300 km. I cinesi sembrerebbero aver sviluppato un altro missile, il PL-21, in grado di superare i 400 km di gittata. Quindi parliamo di prestazioni nettamente superiori a quelle dei missili occidentali più avanzati, come lo statunitense AMRAAM e l’europeo METEOR.

Proprio per colmare tale gap, l’agenzia DARPA, sta lavorando al progetto Long Range Engagement Weapon, incentrato alla realizzazione di un missile aria-aria di nuova generazione a lungo raggio, in grado di essere installato nelle baie interne degli F-22 e F-35.

Nello scenario di missione ipotizzato dagli analisti del Pentagoni, un F-15EX che trasporta due droni, una volta rilevato un velivolo ostile, potrebbe lanciarglieli contro rimanendo al di fuori della portata dei missili nemici, consentendo ai droni di ingaggiare il velivolo a breve distanza, riducendo così i tempi di reazione dell’avversario.

Non è chiaro al momento se, nel progetto LongShot, i droni siano spendibili oppure potranno essere recuperati, magari da un aereo cargo con un particolare sistema di aggancio.

Foto: DARPA / USAF