Il programma franco-tedesco per un nuovo MBT sembrerebbe bloccato. Ci sono possibilità per l'Italia?

(di Tiziano Ciocchetti)
22/03/21

Il programma franco-tedesco per la realizzazione di un nuovo MBT (MGCS, Main Ground Combat System), guidato dalla Germania, e destinato a sostituire i carri Leclerc e Leopard 2A7, sembrerebbe a un punto morto.

Inizialmente i due paesi avevano dimostrato ottime intenzioni infatti, le due aziende coinvolte, la francese Nexter e la tedesca KMW (Krauss-Maffei Wegmann), avevano dato vita, nel 2015, a una joint venture allo scopo di ripartire in maniera più adeguata il programma del nuovo carro armato.

La collaborazione ha subito un brutto colpo allorquando la Rheinmetall ha deciso di mettere le mani su KMW, destabilizzando il programma per il nuovo MBT. Inoltre il governo di Berlino ha chiesto che tale programma sia legato alla realizzazione del caccia di 6° generazione FCAS, anch’esso un progetto franco-tedesco.

Alla fine, il Bundestag ha sbloccato i fondi per finanziare gli studi concettuali del programma, dopo aver ottenuto la partecipazione di Rheinmetall. E, per rispettare la divisione in parti uguali, si è deciso di dividere questi studi in 9 lotti, assegnati in parti uguali alle industrie coinvolte.

Già durante un'audizione parlamentare nel 2018, il generale Jean-Pierre Bosser (foto), allora capo di stato maggiore dell'Esercito francese aveva avvertito che la cooperazione franco-tedesca nel settore dei carri da combattimento non sarebbe stata semplice per ragioni storiche. Il generale, a supporto della sua tesi, aveva citato il programma Main Battle Engine che, nei primi anni '80, avrebbe dovuto sostituire l'AMX-30 francese e il Leopard 1 tedesco.

Nel corso dell’audizione, ha esternato alcune considerazioni di carattere storico/strategico che, purtroppo, non hanno avuto la giusta rilevanza: “Il peso della storia [...] si vede nella ricostruzione dell'Esercito tedesco, che è ancora segnato da due fattori: da un lato, il peso della Nato, anche in termini di organizzazione e interoperabilità, e dall'altro, il desiderio di essere principalmente orientato verso l'Est". Ha aggiunto che “Il carro armato è un elemento strutturante della Bundeswehr e i tedeschi sono sensibili alle questioni di armamento principale, motorizzazione e protezione".

I fatti gli hanno dato ragione. Il giornale economico finanziario francese Les Échos ha riferito delle difficoltà del programma MGCS nella sua edizione del 15 marzo scorso: "Quando i francesi, con la loro esperienza in molti teatri operativi, immaginano per il futuro un carro armato mobile e flessibile, capace di combattimenti urbani, i tedeschi continuano a pensare alla guerra di fronte a un'invasione da est". La denuncia dei francesi si focalizza sull’eccesso di conservatorismo dei tedeschi e sulla loro incapacità di proiettarsi oltre il 2040.

Le esperienze dei recenti teatri operativi dovrebbero far comprendere a Berlino che gli MBT (così come gli altri veicoli corazzati) devono essere ripensati. Le perdite subite dai turchi in Siria (nello specifico si trattava di Leopard 2A4), nel 2017, da parte delle armi controcarro delle milizie dello stato islamico, costituisce sicuramente una lesson learned.

In ogni caso, indica il giornale economico francese, l'MGCS è oggetto di controversie sulla condivisione dei compiti, con Rheinmetall che rivendica la responsabilità dei punti più sensibili. Inoltre, ci sono questioni di proprietà intellettuale, con il timore di veder scomparire il know how dell'industria francese.

Le difficoltà tra Francia e Germania (a cui si aggiungono le questioni sul progetto dei pattugliatori marittimi e l’aggiornamento degli elicotteri d'attacco Tiger) dovrebbero essere viste con favore dall’Italia.

Potrebbero aprirsi spazi per un inserimento dell’industria italiana nelle fasi iniziali del progetto, potendo così indirizzarlo verso requisiti più vicini alle necessità nazionali. La visita la scorsa settimana del ministro della difesa Guerini a Berlino potrebbe indicare tale volontà, d’altronde Roma non ha mai fatto mistero di voler partecipare al programma MGCS, pur non assumendo mai un reale impegno politico (come richiesto inizialmente dai francesi).

Ricordiamo che entro il 2021 dovrebbero essere pronti i tre prototipi aggiornati del carro Ariete, per poi procedere con il programma di aggiornamento di circa 130 mezzi. Lo scopo è quello di mantenere operativo l’Ariete almeno fino al 2035. Tuttavia la componente corazzata italiana necessita un rinnovamento urgente che non riguarda solo i carri ma anche i veicoli da combattimento per la fanteria (VCC-80 Dardo). Il programma franco-tedesco riguarderà la progettazione di una famigli di veicoli corazzati che, nelle speranze dei suoi sostenitori, dopo il 2040 equipaggerà la maggior parte delle forze armate europee.

Foto: Rheinmetall / Twitter