Secondo la Treccani, nell’Antica Roma, un Veterano, era un soldato che, dopo aver militato per un determinato numero di anni, veniva onorevolmente congedato ma per qualche anno ancora trattenuto in un reparto speciale (vexillum veteranorum) presso la Legione in cui aveva servito, libero dal servizio ordinario ma tenuto a combattere in caso di guerra: godeva di speciali premi e privilegi, ed era sottoposto solo alle imposizioni indirette.
In questi giorni il forzista Matteo Perego, membro della Commissione Difesa della Camera, ha presentato una proposta di Legge (insieme ad altri deputati di Forza Italia) finalizzata all’istituzione della figura del Veterano.
La suddetta proposta definisce il Veterano come colui che ha partecipato, per un lungo tempo, in modo diretto in un conflitto armato. Si tratta, dunque, di un soggetto che ha rischiato la propria vita per il proprio Paese, per difendere i propri connazionali, per cercare di lasciare ai propri figli un mondo migliore. Stiamo parlando, dunque, di donne e uomini che partecipano ad operazioni ad alto rischio e il loro sforzo, il loro lavoro deve essere riconosciuto.
In Italia, per ragioni di opportunità politica, le informazioni relative ai (numerosi) combattimenti sostenuti nei vari teatri operativi, dai nostri militari, nell’ultimo ventennio, sono state poco pubblicizzate, come se fosse considerato un crimine combattere il nemico.
Come è noto i politici nazionali (unico caso di vera trasversalità tra gli schieramenti) hanno portato avanti una narrazione in cui la figura del soldato italiano era raccontata (con un grande aiuto da parte dei media) come un operatore di pace, quasi un missionario, completamente edulcorato dal compiere atti violenti, anche nei confronti di sanguinari miliziani jihadisti.
Questa Legge vuole innanzi tutto restituire la dignità che merita chi ha messo a repentaglio la propria vita per il nostro Paese.
Infatti, la proposta di legge, si prefigge l’obiettivo di istituire e riconoscere la figura di veterano agli insigniti con ricompense al valor militare di cui all'art. 1411 del d.lgs. n. 66/2010; agli insigniti con ricompense al valore e al merito dell'Esercito, della Marina, dell'Aeronautica, dell'Arma dei Carabinieri di cui all' art. 1444 del d.lgs. n. 66/2010; alle vittime del terrorismo di cui alla legge n. 204 del 2006; a coloro che hanno prestato servizio nelle Forze Speciali e nelle Forze per le Operazioni Speciali (compresi i reparti che, abitualmente, operano a supporto delle operazioni speciali, NdA) per almeno cinque anni nonché a coloro che hanno prestato servizio nelle Forze Armate per almeno dieci anni e sono stati impiegati nelle missioni internazionali, di cui alla Legge n. 145 del 2016, per un periodo minimo di 18 mesi; purché non abbiano avuto provvedimenti disciplinari di Stato, ai sensi dell’Articolo 1357 del Decreto Legislativo n. 66 del 2010. La figura di Veterano è riconosciuta anche ai militari, alle vittime del dovere, di cui all’articolo 1, commi 562 a 565 della legge 23 dicembre 2005, n. 266.
La differenza temporale tra forze speciali e gli altri reparti è dovuta alla non convenzionalità delle missioni, svolte dai nostri operatori del Co.F.S., in vari contesti operativi (si pensi alla recente missione Prima Parthica in Iraq, della Task Force 44, per combattere lo stato islamico).
Si tratterebbe di un riconoscimento fondamentale nei confronti di coloro che hanno assunto incarichi caratterizzati da elevata operatività e, dunque, prestato encomiabile servizio nelle Forze Armate, facendo fronte a situazioni di estrema rilevanza per il Paese.
Proprio l’operatività è il fattore discriminante per identificare la figura del Veterano, ovvero essere stato in un teatro operativo.
A ciò si aggiunga che, in virtù, della notevole esperienza acquisita direttamente sul campo dai Veterani è essenziale prevedere, nel nostro ordinamento, degli sgravi per incentivare le aziende ad assumere soggetti che, attraverso il loro vissuto, possono senz’altro contribuire ad una crescita del sistema Paese (si ipotizzano sgravi fiscali al 100%, per i datori di lavoro, della durata di 36 mesi)
A nostro avviso, il messaggio che si vuol far passare è che, se hai servito con onore il tuo Paese, rischiando la tua vita (ovvero il concetto di Sacrificio, ormai quasi scomparso dalla Cultura Occidentale), lo Stato ti è debitore, e quindi ti aiuterà nell’inserimento nella vita civile.
Sono altresì riconosciuti i danni, fisici e psicologici che, molti anni di attività operativa, potrebbero causare.
Ai veterani è assicurata un’assistenza gratuita di tipo medico-psicologico riabilitativa, a cura del Servizio Sanitario nazionale nonché l’esenzione dalla partecipazione al costo per le prestazioni incluse nei livelli essenziali di assistenza.
In un Paese dove troppe volte si celebrano falsi eroi, è forse giunto il momento che si riconosca il giusto merito a chi ha servito la collettività, a rischio della propria vita.
Foto: ministero della difesa / ISAF / U.S. Marine Corps