ISIS: ex soldati, agenti segreti e funzionari di Saddam hanno creato lo Stato islamico

(di Franco Iacch)
10/08/15

Dietro la figura di Abu Bakr al-Baghdadi, lo Stato islamico è composto da numerosi elementi di primo livello che hanno servito sotto Saddam. Lo stato maggiore dell’Isis è formato da ex soldati tra ufficiali, agenti segreti e funzionari dell’antiterrorismo del rais.

La spaventosa diffusione dell’Isis in Iraq ed in Siria, non può essere certamente giustificata dal solo fervore religioso che anima i fondamentalisti. Ne l’odio per gli occidentali potrebbe sostenere una così capillare organizzazione che si è dimostrata ben più efficiente di quella messa in campo dal governo lealista. Appaiono ormai chiare quanto efficaci le direttive principali impartite ai guerriglieri dagli ex elementi di Saddam. Un potente mix composto da organizzazione e disciplina, elementi necessari per mantenere uniti i combattenti jihadisti di tutto il mondo, integrato da tattiche terroristiche, così come gli attentati suicidi avvenuti durante le operazioni militari.

Secondo la CIA, gli ufficiali di Saddam sono stati “ingredienti indispensabili nei successi dello Stato islamico sul campo di battaglia e nella sua trasformazione da organizzazione terroristica ad un proto-stato. Le vittorie dello scorso anno non sono da interpretarsi come atti terroristi, ma esclusivamente come successi militari".

Una delle figure principali di al-Baghdadi, è un ex maggiore dell’esercito di Saddam. Saud Mohsen Hassan, conosciuto con gli pseudonimi di Abu Mutazz e Abu Muslim al-Turkmani, è stato arrestato nel 2000 e tenuto prigioniero nel campo ‘Bucca’, principale centro di detenzione per i membri della rivolta sunnita, gestito dagli Stati Uniti. Nella stessa prigione è stato trattenuto anche al-Baghdadi.

Quello che gli analisti americani ignorarono, è che quelle prigioni divennero degli enormi incubatori che consentirono ai terroristi di entrare in contatto con gli ex soldati di Saddam, compresi i membri della Guardia Repubblicana e la forza paramilitare dei Fedayeen. Proprio nella prigione di Bucca, al-Baghdadi strinse rapporti con gli ex militari. Oggi, quegli stessi uomini, compongono la leadership dello Stato islamico.

Abu Alaa al-Afari, ex soldato veterano di Saddam, precedentemente affiliato con al-Qaeda, si ritiene sia a capo della "Beit al-Mal", la tesoreria del movimento terroristico. Proprio i veterani dell'era Saddam, sono stati richiamati da al-Baghdadi per servire come "governatori" in sette delle dodici province istituite dallo Stato islamico nel territorio conquistato in Iraq.

Nel maggio del 2003, Paul Bremer, allora capo dell'autorità occupazionale Usa a Baghdad, sciolse l'esercito iracheno. Migliaia di ufficiali sunniti ben addestrati, si ritrovarono senza lavoro e derubati della loro vita con un tratto di penna. In quel momento, l'America creò i suoi più acerrimi nemici. Forse in quel momento nacque lo Stato islamico.

Ad oggi, oscillano dai 100 ai 160, gli ex veterani di Saddam collocati in posizione chiave del califfato. Secondo la CIA, i “nuovi” funzionari dello Stato islamico provengono dalle zone a maggioranza sunnita. Gli ex ufficiali dei servizi segreti sarebbero tutti della provincia occidentale di Anbar. La maggior parte degli ex ufficiali dell'esercito regolare sarebbero della città settentrionale di Mosul, mentre i componenti dei servizi di sicurezza appartenenti al clan di Saddam, sarebbero tutti di Tikrit, città natale del dittatore.

Assem Mohammed Nasser, noto anche come Nagahy Barakat, ex generale di brigata delle forze speciali di Saddam, comanderebbe truppe jihadiste fin dal 2014 e si sarebbe distinto nell’assalto di Haditha, nella provincia di Anbar, dove furono trucidati 25 poliziotti. Dopo il crollo del regime di Saddam, centinaia di ufficiali dell'esercito iracheno, infuriati per la decisione degli Stati Uniti di sciogliere l'esercito iracheno, si consacrarono alla causa sunnita. Come, ad esempio, Sameer al-Khalifawy, colonnello dell’aviazione ucciso in Siria nel 2014 e Abdullah el-Bilawy, ex ufficiale dei servizi segreti ucciso a Mosul dai militari iracheni nel maggio dello scorso anno, un mese prima che la città si arrese allo Stato islamico. Il caso più emblematico è forse quello di Samir Abd Mohammed al-Khalifa, noto anche come Haji Bakr, ex colonnello dei servizi segreti della forza di difesa aerea di Saddam Hussein.

La storia di Haji Bakr inizia alla fine del 2012, quando si trasferisce in Siria. Fino ad allora le parole “Stato islamico” non sono di dominio pubblico. Il piano dell’uomo era già ben tracciato: conquistare quanto più territorio possibile in Siria, futura testa di ponte per l’invasione dell’Iraq. Bakr acquista una piccola casa a Tal Rifaat, città a nord di Aleppo. La scelta della città non è casuale. Fin dagli anni ’80, la città fornisce manodopera per i Paesi del Golfo, in particolare per l’Arabia Saudita. Una volta ritornati in patria, in molti di essi era già forte la convinzione radicali. Erano quelli gli uomini che servivano per fondare lo Stato Islamico.

Nel 2013, Tal Rifaat diventa roccaforte dell’Isis con centinaia di combattenti. Fu lì che il "Signore delle Ombre", come alcuni lo chiamavano, delineò la struttura dello Stato islamico: dal livello locale alla progressiva infiltrazione nei villaggi.

Utilizzando una penna a sfera, disegnò su un foglio di carta la futura catena di comando del Califfato. Non un manifesto di fede, ma un piano tecnicamente elaborato per un “Islamic Intelligence State” un califfato gestito da un'organizzazione che somigliava alla famigerata Stasi, l’agenzia di intelligence interna della Germania dell'Est.