Radio Iran intanto, da alcune ore afferma il decesso del Califfo. Il suo sostituto è Abdul Rahman Mustafa al-Qardashi.
Le condizioni di Baghdadi sono state giudicate fin da subito gravissime, tanto da spingere l’organizzazione a nominare (in pectore) un suo sostituto. Trasferito immediatamente in una località segreta, il leader spirituale dello Stato islamico non ha più ripreso il controllo dell'organizzazione.
L’attacco aereo è avvenuto il 18 marzo scorso, nei pressi di al-Baaj, un distretto di Ninive, vicino al confine siriano. L’attacco è avvenuto nella strada di collegamento tra il villaggio di Umm al-Rous e al-Qaraan. Il convoglio, composto da tre veicoli, era monitorato da ore dai droni della Coalizione che in un primo tempo ipotizzavano potesse trattarsi di una colonna con a bordo alcuni alti dirigenti dell’Isis. L’attacco è stato autorizzato dal comando alleato.
Sarebbero stati lanciati quattro missili e confermate almeno tre vittime. Nessuno, però, poteva ipotizzare che in uno di quei mezzi blindati si trovasse proprio al-Baghdadi.
Il Califfo avrebbe deciso di nascondersi nei pressi di al-Baaj, 200 km ad ovest da Mosul, perché ritenuta zona non sorvegliata dagli Stati Uniti. Un’area ritenuta al di fuori dalla schermatura USA. Al-Baaj, a prevalenza sunnita, è stata da sempre ritenuta una zona ad alto rischio, anche sotto il regime del leader iracheno Saddam Hussein. Era considerato un rifugio sicuro per i jihadisti fin dal 2004.
Da alcuni mesi gli aerei della Coalizione effettuano attacchi mirati in operazioni “targeting leader”. Il vice di Baghdadi, Abu Muslim al-Turkmani ed il capo delle operazioni militari del gruppo in Iraq sono stati uccisi all'inizio di dicembre.
Franco Iacch