Come ampiamente sottolineato, in questi giorni, dalle varie testate giornalistiche italiane e internazionali, il paese latinoamericano conserva, attualmente, il primato di importatore di armi di fabbricazione russa.
Nel 2005, l‘Esercito Venezuelano ha ricevuto 100.000 Kalashnikov AK-103 mitragliatrici che hanno sostituito i fucili di provenienza belga utilizzati fin dagli anni ‘50 (FAL, ndr). Tra il 2006 e 2009 è iniziata invece la fornitura russa degli elicotteri russi Mi-26, Mi-35 e Mi-17 di 53 mezzi, 24 caccia Sukhoi Su-30MK2 per 1.500 milioni di dollari e della difesa antiaerea Tor- M1, per un valore di 290 milioni di dollari.
Risale a cinque anni fa l'accordo per un prestito al paese sudamericano di 2.200 milioni di dollari, per l‘acquisto di equipaggiamento tecnico russo, ossia 11 complessi di difesa antiaerea Pechora-2M, 2 complessi S-300VM e 3 Buk-M2EK, 92 carri armati T- 72B1V, lanciarazzi BM-21 Grad e BM-30 Smerch.
Prima della sua morte, il presidente Venezuelano Hugo Chavez che ha preceduto l‘attuale Nicolas Maduro, siglò assieme a Vladimiri Putin, 31 accordi e contratti per la cooperazione tra il Venezuela e la Russia. L’obiettivo di questi accordi varia dallo sfruttamento della principale risorsa energetica del Venezuela, il petrolio (Faja Petrolifera del Orinoco ), alla creazione di un complesso aeronautico (51% capitale venezuelano e 49% russo) per rinnovare il parco aerei del Venezuela e altri paesi dell’America Latina, allo sviluppo di progetti industriali, tra cui un progetto per la costruzione della prima centrale atomica in Venezuela .
Questi accordi, oltre a quelli di natura militare, includono la cooperazione energetica, scientifica, tecnologica, umanitaria, educativa, culturale, agricola, e quella dei trasporti e l’industria della pesca.
Il loro obiettivo strategico è espressione dei nuovi interessi geopolitici e geostrategici, utili alla Russia per contrastare le influenze economiche degli Stati Uniti e quelle crescenti della Cina nell’aerea.
Maria Grazia Labellarte
Fonte: venezueladefensa