La corsa all’Artico potrebbe segnare un ritorno degli ecranoplani

(di Stefano Peverati)
06/11/20

Nel corso degli anni 60 il Central Hydrofoil Design Bureau, sotto la direzione del designer Alexeyev e capo ingegnere Efimov, sviluppò il Korabl Maket (foto in fondo) o meglio conosciuto come il Mostro del Mar Caspio. Il KM, classificato come ecranoplano, fu il più grande e pesante aereo del mondo tra il 1966 ed il 1988 superato solo dall’avvento dell’Antonov An-225 Mriya.

Costruito presso l’impianto Red Sormovo di Nizhny Novgorod tra il 1964 ed il 1966 il KM aveva una apertura alare di 37.6m, una lunghezza di 92m, un peso massimo al decollo di 494t ed era in grado di volare con un profilo di volo ad una quota variabile tra i 5 ed i 10m di altezza rendendolo , così, di difficile rilevazione da parte dei radar. Grazie alla propulsione di dieci turbogetti Dobrynin VD-7, l’ecranoplano poteva volare ad una velocità di crociera di 270 nodi e trasportare fino a 55 persone ad un massimo di 1500km.

Nonostante il KM fosse a tutti gli effetti un’aereo, le autorità sovietiche lo classificarono come nave e lo assegnarono alla Voyenno-Morskoy Flot e venne varato con la tradizionale rottura della bottiglia, anche se poi i test vennero condotti da piloti sperimentatori della Voyenno-Vozdushnye Sily e venne utilizzato come base per la successiva classe Lun.

La classe Lun, nata sempre dalla penna di Alexeyev, fu un ecranoplano con compiti di attacco e trasporto di dimensioni più contenute rispetto al precedente KM, ma con maggiore autonomia e velocità grazie agli otto più potenti propulsori Kuznetsov NK-87. Lo MD-160 (foto apertura e dx), unico esemplare della classe Lun costruito, era in grado di traportare fino a 100t di carico con un equipaggio di quindici uomini tra ufficiali e marinai, dotato di radar di ricerca Puluchas ed armato con sei missili antinave SS-N-22 Sunburn e due torrette binate con cannoni da 23mm per autodifesa. Lo MD-160 dalla base navale di Kaspiysk servì la Flotta del Mar Nero dal 1987 alla fine degli anni 90 e dall’agosto 2020 è stato trasportato, con un importante sforzo logistico, a Derbent nel Dagestan dove apparirà all’interno del nascituro Patriot Park.

Il secondo Lun, invece a seguito dell’incidente avvenuto il 7 aprile 1989 al sottomarino (Project 685 Plavnik) K-278 Komsomolets che provocò la morte di 42 marinai, venne ripensato per la ricerca e soccorso marittima divenendo lo Spasatel (soccorritore), in grado di operare anche come nave ospedale, oppure di trasportare fino a 550 truppe o alcune centinaia di tonnellate di carico, anche se l’unico esemplare esistente venne bloccato al 98% di completamento della costruzione dal crollo dell’Unione Sovietica.

Secondo quanto riportato da Focus nel dicembre 2017 lo Spasatel potrebbe essere ricondizionato per essere impiegato nelle operazioni artiche ed addirittura le autorità militari russe vorrebbero la ricostituzione delle linee di produzione per produrne nuovi esemplari a partire dal 2025. La notizia è stata poi confermata anche dalla TASS in quanto il progetto rientra all’interno del budget della difesa 2018-2025 di Mosca.

Sicuramente una macchina come lo Spasatel, se rimesso in produzione, potrebbe rivoluzionare la logistica essendo in grado di trasportare velocemente grandi quantità di uomini e materiali raggiungendo anche basi poste nelle zone più remote con particolare attenzione all’Artico viste le velleità della Federazione Russa su quelle aree, ma queste doti e questi mezzi potrebbero essere imitate anche da Pechino utilizzandoli in supporto ai reparti da sbarco della People’s Liberation Army Navy Marines Corps o nei collegamenti tra la propria terraferma e gli atolli artificiali posti nelle aree contese del Mar Cinese Orientale.

Foto: web / MoD CCCP / TASS