Il Pentagono potrebbe rimediare al più grande errore della sua storia, la chiusura della linea F-22, aggiornando il Raptor per la sesta generazione. Si parla già di un programma non ufficiale chiamato “Fenice”.
Il problema di fondo deriva da un errore di calcolo nel periodo successivo alla guerra fredda, quando il Dipartimento della Difesa si convinse che con la caduta dell’Unione Sovietica, non ci sarebbe stata alcuna minaccia aerea futura. Una valutazione del tutto errata, considerando oggi gli investimenti cinesi e russi nei caccia di nuova generazione.
Eravamo ottimisti – si legge nella relazione dell’Air Force presentata ieri alla Commissione dei Servizi Armati del Senato – forse fin troppo, ma eravamo convinti che per un ragionevole numero di anni, nessun paese fosse stato in grado di sviluppare piattaforme di nuova generazione. Purtroppo Russi e cinesi lo hanno fatto nella metà del tempo rispetto a quanto avevamo ipotizzato.
“Il sistema antiaereo S-400 rappresenta una minaccia avanzata per i nostri caccia, dovremmo continuare a spendere soldi per migliorare la capacità degli F-22 e degli F-15 mentre per mantenere il divario tecnologico con le altre nazioni, dobbiamo lavorare sin dal subito al caccia di sesta generazione”.
La questione “Raptor” è ormai assodata. L’aver sospeso la produzione F-22 a soli 187 esemplari – disse il segretario dell'Air Force Deborah James il 24 gennaio scorso - è stata una delle più stupide decisioni in materia di appalti militari degli ultimi decenni, ormai non lo nega più nessuno.
“Il piano originale era quello di produrre un bel po’ di F-22. Purtroppo, una serie di circostanze incresciose e sforamenti di bilancio hanno anticipato la conclusione del programma. Abbiamo soltanto staccato la spina e chiuso la linea di produzione. Adesso puntiamo tutto sull’F-35, anche se non farà mai quello che garantisce il Raptor”.
La James ha anche confermato che l’intera linea di produzione non è stata cannibalizzata, ma conservata in deposito così come tutti i progetti. Ma nelle ultime settimane, il programma Next Generation Air Dominance è stato fortemente accostato proprio al Raptor che “potrebbe risorgere dalle ceneri come una piattaforma di sesta generazione”.
E’ sempre l’Air Force a proporre il programma “Phoenix” per il Next Generation Air Dominance. “Abbiamo bisogno di un caccia a partire dal 2030 e potremmo non avere il tempo di sviluppare da zero una nuova piattaforma. Ecco perché potremmo far risorgere dalle ceneri il progetto F-22 e trasformarlo in una piattaforma di sesta generazione. L’Air Force non può permettersi lo sviluppo ventennale di una nuova piattaforma, motivo per cui propone l’evoluzione della tecnologia esistente”.
L’unico caccia da dominio aereo del pianeta, l’F-22 Raptor, è stato costruito in soli 186 esemplari, ma soltanto 123 sono convertiti al combattimento. Il resto dei caccia sono classificati come macchine di inventario, destinati ad attività di test o fuori servizio. Il problema principale è che l’Air Force, considerando le minacce attuale ed i contesti dove è necessaria la presenza di una piattaforma di quinta generazione, avrebbe bisogno di 382 Raptor. La questione è prettamente numerica: il primo caccia al mondo per cui è stato coniato il termine “dominio aereo”, non può essere ovunque.
Gli Stati Uniti dispongono di sei squadriglie operative di F-22, ma queste sono sottodimensionate rispetto alle altre unità combattenti. La squadriglia standard americana si basa su 24 aerei (F-16 o F15) PAA o Primary Authorized Aircraft e due in inventario BAI O Backup Aircraft Inventory. Le cinque squadriglie Raptor combattenti hanno in linea 21 aerei più due in BAI. L’unica squadriglia Raptor della Guardia Nazionale, con sede a Hickam, nella Hawaii, è composta da diciotto F-22 e due in inventario. L’Air Force Weapons School, a Nellis, dispone soltanto di tredici Raptor per l’abilitazione.
Il programma Phoenix potrebbe far risorgere il nuovo Raptor.
(foto: U.S. DoD / Lockheed Martin)