La guerra disarmata dell'Italia

18/11/14

Il governo italiano ha deciso di rafforzare la presenza militare nella lotta allo Stato Islamico. All'operazione guidata dagli Stati Uniti, si uniranno 4 bombardieri Tornado del 6° Stormo di Ghedi, e potenzieranno la componente aerea italiana già composta da un aereo cisterna Boeing KC- 767A e due droni Predator, rischierati nelle basi aeree kuwaitiane di Mubarak e al-Salem.

Il rinnovato impegno italiano alla lotta al Califfato, è stato annunciato dal capo di stato maggiore della difesa, ammiraglio Luigi Binelli Mantelli, e dal ministro della difesa, Roberta Pinotti.

La decisione è stata presa per acconsentire alle richieste della Coalizione a seguito dei risultati poco incoraggianti conseguiti dalle operazioni in Iraq e Siria.

La missione dei 4 bombardieri Tornado in Kuwait, non modificherà la caratteristiche della partecipazione italiana alle operazioni della Coalizione, le quali prevedono il sorvolo del solo territorio iracheno.

L’ipotesi di inviare in Kuwait i Tornado era già stata valutata dal governo italiano, ma venne poi esclusa per non sottoporre i velivoli da combattimento con piloti a bordo sul territorio controllato dai miliziani jihadisti, al pericolo di essere abbattuti.

Il KC-767A, infatti, opera in zona di sicurezza ed i droni Predator sono senza pilota e disarmati, anche perché gli Stati Uniti non hanno mai acconsentito a vendere all'Italia i supporti tecnici per i missili Hellfire e le bombe a guida satellitare JDAM.

I cacciabombardieri Tornado, saranno configurati per missioni di acquisizione dati ed avranno solo compiti di ricognizione avanzata, sorveglianza ed intelligence. Dunque agevoleranno gli attacchi aerei dei velivoli alleati.

Come sempre, non mancano le polemiche, in particolare rivolte dal M5S, che accusa i vertici militari ed il ministero della difesa di non aver avvisato preventivamente il parlamento di tale decisione.

In ogni caso, la guerra allo Stato Islamico deve essere la maggiore priorità dell’Occidente e dell’Italia, la quale sembra essere un obiettivo prioritario delle fazioni estremistiche.

Lo stato di allerta è stato infatti innalzato dal ministro Alfano.

Giovanni Caprara