Generalmente la potenza dell’artiglieria viene sottostimata, in favore dell’appoggio aereo. In realtà, l’artiglieria mantiene tutta la sua potenza distruttiva e ha visto, negli ultimi decenni, migliorare notevolmente le sue capacità.
Ne è stato un esempio, in tempi recenti, le due ultime Guerre del Golfo. Gli irakeni disponevano di moderni pezzi d’artiglieria, sia ex sovietici che occidentali (come gli F-1 GCT francesi e i G-5 sudafricani), eppure è stata surclassata da quella alleata. I semoventi M-109 da 155/39 mm e i lanciarazzi campali MLRS da 227 mm sparavano e subito dopo cambiavano posizione per sfuggire al fuoco di controbatteria.
Nel conflitto jugoslavo degli anni ‘90 dello scorso secolo, i serbi avevano molti pezzi ma li utilizzavano in modo tradizionale. Infatti, quando intervenne a Sarajevo l’artiglieria della Forza di Reazione anglo-francese (semoventi F-1 GCT, mortai rigati MO-120 RT da 120 mm e LIGHT GUN da 105 mm) la situazione tattica mutò radicalmente.
Oggi l’Esercito italiano dispone del miglior semovente d’artiglieria sul mercato: il PzH-2000 armato con un pezzo da 155/52 mm.
Inquadrati in due reggimenti (il 132° della brigata Ariete e l’8° della Garibaldi), il mezzo tedesco ha una massa di 55 tonnellate e la propulsione è assicurata da un motore diesel MTU V8 da 736 Kw, con trasmissione automatica, in grado di spingere il PzH-2000 a 60 km/h su strada.
Lo scafo è stato realizzato appositamente e non è derivato da un carro armato, come è avvenuto spesso in passato. L’armamento, ragion d’essere del mezzo, include un pezzo da 155/52 mm, con un alzo in positivo di 65°. Un alzo elevato, con cariche appropriate, consente di colpire con efficacia anche bersagli posti dietro grandi ostacoli verticali.
I proietti standard da 155 mm NATO hanno una gittata massima di 30.000 metri; quelli con flusso di base (propergoli che bruciano sul fondello che creano un cono di sovrappressione posteriore, che migliora l’aerodinamica) raggiungono i 36.500 metri; quelli con propulsione assistita a razzo superano i 40.000 metri.
Rispetto all’M-109L il PzH-2000 ha una cadenza di tiro superiore, infatti una raffica di tre colpi parte nell’arco di 10 secondi. Si può tenere un ritmo di 10 colpi al minuto per un minuto; 20 colpi in meno di due minuti e 10 secondi; il ritmo di 3 colpi al minuto può essere tenuto fino all’esaurimento delle munizioni presenti a bordo (la scorta è di 60 colpi e 288 cariche modulari, da assemblare in base alle necessità). Il PzH-2000 è in grado di aprire il fuoco 30 secondi dopo essersi arrestato, sparare 10 colpi in un minuto e rimettersi in marcia 30 secondi dopo aver sparato l’ultimo colpo, permettendogli di mettersi al riparo dal fuoco di controbatteria.
Da quando è entrato in servizio il PzH-2000 non è mai stato schierato all’estero, in quanto il teatro operativo afghano mal si adatta alla massa del mezzo, anche se la vera motivazione potrebbe essere che l’utilizzo di un simile sistema d’artiglieria avrebbe potuto causare ingenti danni collaterali, con tutte le ripercussioni politiche del caso.
Foto: Esercito Italiano / Bundeswehr