Per la Moratex, l’armatura liquida rappresenta la protezione ultima contro i proiettili.
"Avevamo bisogno di un liquido in grado di resistere sia ai proiettili che colpiscono a 450 metri al secondo sia a quelli che raggiungono il bersaglio a velocità maggiori. La capacità di arresto del liquido combinata alla minore deviazione della superficie colpita, fornisce un livello di sicurezza elevato rispetto a quello offerto dalle tradizionali soluzioni in Kevlar”.
L’impatto del proiettile x che colpisce il tessuto balistico y, provoca una deformazione nella superficie del giubbotto. Quest’ultimo è progettato per assorbire e disperdere sia la forza d’arresto sia la penetrazione della scheggia.
La deformazione del tessuto balistico può causare i cosiddetti “blunt trauma” (trauma da punzonamento). L’inclinamento della superficie può arrivare anche a quattro centimetri provocando lesioni interne o fratture dell’operatore che indossa il giubbotto.
"Grazie alle proprietà della ‘crema antiproiettile’, la minaccia è azzerata del 100% per via della minore deflessione della superficie colpita, ridotta da quattro centimetri ad uno”.
Le nuove armature impregnate di STF saranno molto più leggere rispetto a quelle esistenti, più comode e non intralceranno in alcun modo le capacità motorie dell’utente.
Allo studio, corazze impregnate di fluido magnetoreologico. Gli scienziati polacchi non sono i primi a lavorare alle armature liquide.
BAE Systems sta sviluppando un’armatura che combina dilatanti e Kevlar, mentre la US Army Research Lab ha condotto studi sulla proprietà antiproiettile dei liquidi non newtoniani con l'Università del Delaware.
Franco Iacch
(fotogramma: euronews)