Nel corso degli anni '60 e '70 del XX secolo, lo Shah dell'Iran, Mohammad Reza Palhavi, approfittando dello status di grande potenza petrolifera acquisito in quel periodo dal suo paese, lanciò una massiccia campagna di modernizzazione delle Forze Armate, tra le quali la Imperial Iranian Air Force (IIAF) ricopriva il ruolo di favorita. È assai noto il fatto che, proprio durante quell'arco temporale, e sotto la spinta del potente ed influente comandante della IIAF, Mohammad Amir Khatami, le Forze Armate (Artesh) acquistarono un grande numero di F-5, F-4 ed F-14 che avrebbero successivamente costituito lo scudo difensivo del paese nel corso della Guerra Iran-Iraq. Poco noto però è il fatto che, al fine di garantire un incremento delle capacità operative dello strumento aeronautico, la leadership di Tehran decise di procedere ad importanti acquisizioni anche sul fronte del rifornimento in volo e del trasporto aereo strategico.
A seguito dell'approvazione del programma denominato “Project Peace Station”, nel 1974, la IIAF acquistò 9 Boeing 707-3J9C adattati per missioni di rifornimento in volo (essi costituivano la variante rivolta all'export del Boeing KC-135A Stratotanker realizzato per l'USAF). Non molto tempo dopo, 5 ulteriori velivoli dello stesso tipo vennero comprati, portando lo squadrone da aerorifornimento alla forza predefinita di 14 velivoli. I Boeing 707-3J9C iraniani vennero dotati tanto di sistema di rifornimento a sonda rigida sistemato nella parte posteriore della fusoliera quanto di pod Beech 1800 sistemati alle estremità alari e dotati di sonde flessibili.
Nel marzo 1975, approfittando del fallimento della compagnia aerea TWA, le autorità iraniane colsero l'occasione per acquistare 9 Boeing 747-131 e 3 Boeing 747-124. Successivamente, nel 1978, la IIAF acquistò anche 5 Boeing 747-2J9F portando quindi a 17 il numero totale di Boeing 747 in servizio. Parallelamente, 5 dei Boeing 747-131 furono modificati per svolgere anch'essi missioni di rifornimento in volo (e di posti di comando volanti). Tutti i Boeing 707 e 747 confluirono quindi in un unico squadrone da rifornimento in volo/trasporto strategico basato alla Tactical Fighter Base 1 (TFB1) di Tehran-Mehrabad.
Alla vigilia della Rivoluzione del 1979 l'Iran possedeva 19 aerei per il rifornimento in volo (14 Boeing 707-3J9C e 5 Boeing 747-131) e 12 aerei per il trasporto strategico (4 Boeing 747-131, 3 Boeing 747-124 e 5 Boeing 747-2J9F), per un totale di 31 velivoli. A seguito della Rivoluzione Khomeinista, le nuove autorità del regime clericale valutarono seriamente per un certo periodo di tempo di vendere questi costosissimi asset volanti oppure di cederli alla compagni di bandiera Iran Air (che già operava una vasta flotta centrata sui due modelli della Boeing) considerando ormai decaduto il requisito iniziale. Infatti, secondo la visione strategica dei pianificatori della IIAF, in caso di un conflitto su larga scala tra l'Iran e l'Unione Sovietica, gli aerei da rifornimento in volo avrebbero supportato le operazioni offensive dei cacciabombardieri impegnati a colpire obiettivi situati in profondità nel territorio sovietico mentre i velivoli da trasporto strategico avrebbero dovuto contribuire (assieme ai velivoli da trasporto tattico) a creare un ponte aereo per portare nel paese quante più armi e pezzi di ricambio possibili messi a disposizione dell'Iran dai paesi alleati (in particolar modo gli Stati Uniti d'America). Tale piano di dismissione venne fortunatamente impedito dallo scoppio della Guerra Iran-Iraq ed i velivoli dello squadrone composito da rifornimento in volo/trasporto strategico ebbero modo di apportare da subito il loro valore aggiunto.
Durante gli 8 anni di guerra, la flotta da rifornimento aereo della appena ribattezzata IRIAF (Islamic Republic of Iran Air Force) effettuò una media di 5 sortite operative al giorno, tenendo costantemente in volo fino ad un massimo di 8 Boeing 707 e 3 Boeing 747 in appoggio alle missioni di attacco in profondità e di difesa aerea degli F-4 e degli F-14 degli squadroni da combattimento. Un altro Boeing 747-131 veniva fatto volare con il compito di fungere da posto di comando volante mentre un altro aereo dello stesso modello e variante veniva utilizzato per trasferire armi e munizioni negli aeroporti di prima linea, evacuando poi al ritorno i feriti più gravi alla volta degli ospedali specializzati situati nelle città lontano dalle aree di battaglia. Tutti gli altri Boeing 747 vennero invece utilizzati nel ruolo originario per il quale erano stati acquistati, trasferendo arsenali di tutti i tipi che il regime degli ayatollah era riuscito a procurarsi in ogni dove sia alla luce del Sole che mediante accordi segreti (come con lo Stato d'Israele e gli stessi Stati Uniti d'America).
Fu proprio un Boeing 747-2J9F, per la precisione quello avente come numero identificativo 5-8115, a distinguersi nei voli sulla tratta Tehran-Pyongyang trasferendo in Iran i missili balistici di teatro R-17 Elbrus/SS-1C Scud-B disperatamente richiesti dall'Iran per risollevare la sorte della cosiddetta “Guera delle Città”.
La fine della Guerra Iran-Iraq e la successiva Guerra del Golfo diedero poi la possibilità all'IRIAF di entrare in possesso anche di 1 Boeing 747-270C precedentemente in servizio presso la Iraqi Airways. Tuttavia, al di là di questa isolata aggiunta, gli anni Novanta e Duemila si rivelarono particolarmente difficili per lo squadrone di velivoli da rifornimento in volo e da trasporto strategico iraniano. L'intensissimo impiego bellico aveva infatti logorato le cellule oltre il livello di guardia e non erano mancate le perdite nel corso di fortunati isolati attacchi iracheni alle basi iraniane. Alcuni velivoli erano poi stati cannibalizzati al punto da divenire completamente inservibili.
Da ultimo, per raccogliere fondi da destinare al bilancio alla Difesa, i comandanti della IRIAF avevano creato una loro compagni aerea denominata Saha Airlines destinata a servire il traffico civile. In mancanza di nuovi velivoli però, per poter funzionare regolarmente la Saha Airlines aveva bisogno di noleggiare a turno diversi velivoli Boeing 707 e 747 tratti proprio dallo squadrone di Mehrabad e questo portava ad un ulteriore logorio delle già provate cellule (il che ha provocato nel corso degli anni almeno 2 incidenti catastrofici con la perdita di altrettanti velivoli). A partire dal 2005 però, e con l'aumento degli stanziamenti alla Difesa, la IRIAF ha potuto lanciare un ambizioso programma di revisione dei velivoli riportandone diversi in servizio. Non solo, grazie agli acquisti di aerei sia di seconda mano che di nuova produzione sul mercato civile da parte delle compagnie aeree iraniane, i militari hanno avuto accesso ad un certo numero di Boeing 747 in esubero che hanno potuto incamerare nelle Forze Aeree, sottoponendone alcuni al processo di conversione per renderli adatti a svolgere missioni di rifornimento in volo.
Al giorno d'oggi la IRIAF mantiene a propria disposizione una flotta di 17 aerei per il rifornimento in volo (10 Boeing 707-3J9C e 7 Boeing 747 di diverse versioni) ed almeno 8 aerei per il trasporto strategico (tutti Boeing 747 di diverse versioni) tutti di base presso la Tactical Fighter Base 1 (TFB1) di Tehran-Mehrabad. Non è chiaro se poi gli iraniani abbiano immesso in servizio anche 3 Antonov An-12 per il rifornimento in volo di origine irachena, dato che le fonti a tal proposito sono contrastanti. Tuttavia è necessario specificare che non tutti gli aerei da rifornimento in volo e da trasporto strategico sono immediatamente a disposizione per compiti operativi dato che a turno parte di essi vengono ancora oggi distaccati per supportare le operazioni civili della Saha Airlines.
Nonostante decenni di attività operativa sulle spalle i velivoli iraniani da rifornimento in volo continuano a prestare servizio di prima linea presso la IRIAF e al momento non è prevista una loro sostituzione. Stesso discorso vale per i velivoli da trasporto strategico i quali sono stati inoltre utilizzati negli ultimi anni (congiuntamente ai velivoli da trasporto tattico non trattati nel presente articolo) per trasferire uomini ed armi a sostegno dello sforzo iraniano di estensione della propria area di influenza in Iraq, Siria, Libano e Yemen.
Foto: web / Tasnim News Agency