Le milizie del sindaco di Tripoli al-Sarraj e l’isolamento internazionale di Roma

(di Tiziano Ciocchetti)
23/04/19

La situazione militare intorno a Tripoli appare quanto mai confusa. I gruppi di miliziani fedeli al governo di al-Sarraj stanno cercando di arginare l’avanzata delle truppe di Haftar.

Al-Sarraj si affida a truppe male addestrate ed equipaggiate - principalmente le milizie di Misurata, la cui fedeltà al governo di Tripoli è quantomeno discutibile - per difendere la capitale libica.

I libici non sono mai stati dei gran combattenti, infatti, fin dai tempi della rivolta contro il regime nel 2011, il Colonnello Gheddafi aveva arruolato dei russi (per essere impiegati come piloti e specialisti a terra), ma soprattutto mercenari provenienti dall’Africa subsahariana. Infatti, sembrerebbe che tra le forze di Haftar ci siano anche anche nuclei di mercenari sudanesi e ciadiani, eccellenti guerrieri del deserto, che già in passato hanno inferto molti danni alle forze fedeli al Colonnello.

La notizia secondo cui la Casa Bianca sembra aver scelto di puntare su Haftar per la stabilizzazione della Libia, riconoscendogli il merito di ricoprire un ruolo significativo nella lotta al terrorismo e nel preservare le risorse energetiche della Libia.

Nel comunicato emanato dal portavoce del Presidente Trump si sottolinea come, l’attuale Amministrazione, riconosca il generale Haftar come unico attore in grado di condurre il paese nordafricano verso un sistema politico stabile e democratico.

Con tale riconoscimento, gli Stati Uniti, si allineano così alla Russia, Francia, Egitto, Emirati Arabi e Arabia Saudita che, seppur in modi diversi, sostengono l’azione militare di Haftar.

Il giro di valzer americano isola ulteriormente la posizione di Roma, che come è nota segue una politica estera filo Nazioni Unite, ovvero sostengono la legittimità del governo al-Sarraj, contro l’aggressione dell’uomo forte della Cirenaica.

Inutile sottolineare come la questione libica sia fondamentale per l’Italia. Abbiamo installato, dal 2016, un ospedale nella città di Misurata, cercando di mantenere un profilo molto basso, quasi fosse un segreto. Proprio le milizie di Misurata godono dell’appoggio della Turchia, infatti sono le uniche che si stanno opponendo all’avanzata delle forze di Haftar. Tuttavia si tratta di gruppi poco affidabili (del tutto fuorviante l’immagine data da certa stampa di difensori della democrazia), spesso in lotta fra loro e non è da escludere che i loro servigi siano stati comprati a suon di denari.

A nostro avviso l’azione di Haftar, più che alla conquista di Tripoli, è finalizzata al totale controllo delle risorse energetiche del paese (impianti petroliferi e giacimenti di idrocarburi). Una vittoria a livello politico di Haftar condannerebbe l’Italia alla marginalità nella regione, a vantaggio delle nazioni (in primis la Francia) che invece lo hanno sostenuto.

Foto: archivio ministero della difesa