Boeing ha offerto all’Air Force una serie di modifiche per l’estensione della vita operativa degli F-15C che consentirebbe una migliore capacità di integrazione con le piattaforme di quinta generazione come l’ F-22 Raptor della Lockheed Martin. Il pacchetto, soprannominato "F-15 2040C", consentirebbe all’Eagle di raddoppiare il numero dei missili trasportati. L’aggiornamento conferirebbe agli F-15C maggiore autonomia ed avionica di ultima generazione.
Secondo la Boeing, il pacchetto di aggiornamento "aiuterà l’aviazione americana a mantenere le sue capacità di Air Dominance fino all’avvento della prossima generazione di velivoli”. Nello specifico, F-15 2040C potrà trasportare 16 missili aria-aria e sarà dotato del Talon HATE, una completa suite di comunicazione integrata con il Raptor. Il pacchetto comprende anche il radar attivo a scansione elettronica Raytheon APG-63 (v)3 ed i sistemi di guerra elettronica Eagle Passive/Active Warning Survivability System (EPAWSS).
Entro il prossimo settembre è attesa una decisione del Pentagono. Secondo Boeing il pacchetto 2040C nasce dalla necessità di integrare e potenziare le capacità dell’F-22. Ad oggi gli Usa dispongono di 250 F-15. L’Air Force, a causa dei tagli al bilancio, non avrà le capacità economiche per acquistare un numero sufficiente di F-35. Considerando gli upgrade, F-15 e F-16 resteranno in servizio almeno fino al 2045.
I dati diramati dall’Air Force sono chiari. Emerge che i piani di acquisizione non coincidono con le reali capacità economiche. L’Air Force prevedeva di acquistare 48 F-35 nel 2019. Fornitura destinata a crescere con 60 F-35 nel 2020 e 80 nel 2021. Nel 2016 dovrebbero essere 44. In totale l’Air Force conta di avere in linea, entro il 2038, qualcosa come 1763 F-35. Fin da adesso appare evidente che questo tasso di produzione non può essere economicamente sostenibile sia a causa dei tagli al bilancio sia al prezzo lievitato della piattaforma rispetto a quanto preventivato. Ciò significa che F-15 e F-16 resteranno in servizio più a lungo.
Sono già in corso per 300 F-16 ed un centinaio di F-15 dei programma di ammodernamento ed estensione della vita delle cellule. Almeno fino al 2025, la strategia proposta dell’Air Force prevede l’impiego massiccio di F-15 e F-16 per i compiti di fascia “bassa”. I nuovi F-15 ed F-16 acquistati faranno le veci delle piattaforme di quinta generazione, riservando agli F-22 le sole missioni di fascia “alta”.
Appare evidente che quei 123 Raptor sono fin troppo pochi per garantire, tra venti anni, i livelli ottimali di presenza nelle aree di crisi nel globo. Il problema principale è che l’Air Force, considerando le minacce attuale ed i contesti dove è necessaria la presenza di una piattaforma di quinta generazione, avrebbe bisogno di 382 Raptor. La questione è prettamente numerica: il primo caccia al mondo per cui è stato coniato il termine “dominio aereo”, non può essere ovunque.
Gli Stati Uniti dispongono di sei squadriglie operative di F-22, ma queste sono sottodimensionate rispetto alle altre unità combattenti. La squadriglia standard americana si basa su 24 aerei (F-16 o F15) PAA o Primary Authorized Aircraft e due in inventario BAI O Backup Aircraft Inventory. Le cinque squadriglie Raptor combattenti hanno in linea 21 aerei più due in BAI. L’unica squadriglia Raptor della Guardia Nazionale, con sede a Hickam, nella Hawaii, è composta da diciotto F-22 e due in inventario.
La situazione si fa ancora più drammatica considerando che l’Air Force Weapons School, a Nellis, dispone soltanto di tredici Raptor per l’abilitazione. A causa del taglio dei fondi, quasi interamente destinati all’F-35, il Raptor non riceverà la piena integrazione con gli AIM-9X Sidewinder ed AIM-120D AMRAAM almeno fino al 2017. Posticipata al 2020 l’integrazione con l’Helmet Mounted Cueing System. Sul casco dei piloti e dei navigatori sono proiettate varie informazioni come altezza, velocità ed equipaggiamento. Il casco è collegato al sistema di mira e consente al pilota di inquadrare e lanciare un missile su un bersaglio nemico usando solo la vista. Anche questa capacità, pensata come dotazione standard dell’F-22 e che consentirebbe di sfruttare la massimo gli AIM-9X è venuta meno. Nonostante ciò, il Raptor si conferma il miglior caccia del mondo, anche se in uno confronto su larga scala, pagherebbe caro il suo esiguo numero. Senza considerare, infine, che qualche AIM-120 potrebbe anche non colpire il bersaglio in un’era in cui la guerra elettronica attiva sta compiendo passi da gigante.
L’unico vero nemico del Raptor è dunque numerico: i Raptor, sono e resteranno sempre 123.
L’F-15 2040C, quindi, potrebbe diventare il primo moltiplicatore di forze, aprendo l’era dell’ arsenale volante. Uno dei principali limiti della configurazione a bassa osservabilità, è determinato dal carico interno delle piattaforme di ultima generazione. La capacità di trasportare internamente i sistemi d’arma è prerogativa essenziale per un profilo stealth pulito. Il problema è che l’F-22, ad esempio, trasporta soltanto sei missili BVR, l’F-35 soltanto quattro.
La soluzione prospettata dell’Air Force è “l’arsenale volante” che si basa su una piattaforma, verosimilmente sarà il B-52, in grado di trasportare dalle retrovie decine di missili e bombe di precisione. Un’idea che l’Air Force ha preso in prestito dalla Marina, che ha convertito quattro sottomarini balistici classe Ohio per il trasporto di154 missili da crociera Tomahawk al posto dei 24 Trident.
Nella nuova dottrina, al caccia di quinta generazione spetterebbe l’avanscoperta oltre il raggio visivo grazie all’avionica di ultima generazione. Una volta identificata la minaccia, il caccia collegato in rete con “l’arsenale volante”, trasferirebbe le informazioni di puntamento. Il B-52, infine, lancerebbe il missile contro il bersaglio. L’Air Force spinge per avere in linea delle “forze da combattimento integrate”, in grado di svolgere svariati compiti in una sola missione. Gli aerei stealth, che non avrebbero più la necessità di “macchiare” il profilo, continuerebbero a coordinare molteplici attacchi dagli arsenali volanti operativi nelle retrovie. Considerando che la flotta B-1 è stata denuclearizzata, è facile ipotizzare che tale compito sarà svolto dai 76 B-52H ancora in servizio.
Nonostante siano in corso costosissimi programmi per sviluppare munizioni di dimensioni ridotte, tali da inserirsi nella baia interna di un F-35, l’implementazione degli arsenali volanti potrebbe riscrivere la proiezione oltre il raggio visivo dell’Air Force. Il concetto dell’arsenale volante andrebbe visto anche sotto un altro punto di vista. I 123 F-22 convertiti al combattimento sui 187 costruiti, sono fin troppo pochi per affrontare una minaccia su larga scala. I B-52 come "arsenali volanti", con la loro capacità di trasportare 31 ordigni da 500 kg (tra bombe e missili) di carico bellico, potrebbero rappresentare l’ennesimo mutamento negli indirizzi strategici e sopperirebbero al divario numerico tra le piattaforme statunitensi e quelle cinesi (solo per fare un esempio).
(foto: U.S. Air Force)