L'ISIS dichiara guerra alla Nike

24/04/15

I terroristi dell’Isis, a malincuore, hanno dichiarato guerra a tutti i prodotti realizzati dalla Nike, la nota casa americana di abbigliamento sportivo. I jihadisti non sono più autorizzati ad indossare, così come si legge in un volantino distribuito a Raqqa, i capi firmati dall’azienda famosa nel mondo.

Nel volantino si minaccia sia l'acquirente che il rivenditore. A secondo del capo acquistato o venduto, il simpatizzante del “baffetto” può rischiare da una piccola multa all’incarcerazione.

La diatriba tra i terroristi, sfociata sui canali twitter controllati dalle agenzie occidentali, è sorta dopo le considerazioni di alcuni jihadisti che hanno messo sulla stesso piano i gioielli che raffigurano la croce cristiana ed i capi occidentali. Posizione non condivisa da tutti.

Il "peccato" di portare al collo la croce cristiana, hanno risposto i sostenitori del brand, non è minimamente paragonabile con l’indossare capi firmati come quelli della Nike, realizzati da infedeli, ma comodi e di buona qualità .

L’esempio più noto è quello del comandante jihadista Abu Waheeb, famoso per indossare abbigliamento sportivo occidentale, con particolare propensione verso gli oggetti realizzati da Nike e Adidas.

Secondo i teorici religiosi dell’Isis, il nome “Nike” ricorda una parola araba di natura sessuale. Nel volantino distribuito a Raqqa, sono state inserite tutte le marche occidentali di ambigua pronuncia, la relativa traduzione in inglese e la pena prevista.

La “guerra alla Nike” dell’Isis è solo l’ultima in ordine di tempo adottata dall’organizzazione contro i brand occidentali.

Poche settimane fa anche i jeans sono stati rigorosamente vietati perché “provocherebbero il desiderio sessuale”. Insomma, i terroristi sarebbero troppo “sexy” con i jeans che possono essere indossati soltanto come pigiami.

Franco Iacch