Protagonisti nella loro agghiacciante realtà, sono i bambini che stanno crescendo sotto le bandiere nere dell’Isis.
Spiega il ‘docente’: “Con il permesso di Allah, stiamo crescendo e formando la nuova generazione. A loro spetta il compito di proteggere il nostro futuro ed estirpare il male occidentale”.
Le parole in sottofondo, scritte nel tipico linguaggio dei terroristi, non riescono a rubare la scena ad un bambino che con una maestria ben superiore a quanto visto nei video dei “reparti speciali dell’Isis”, assembla un Ak-47. I bambini sono filmati durante l’addestramento al tiro ed in palestra.
La storia è piena di questi esempi, non c’è da stupirsi, ma i bambini soldato, che siano in bianco e nero o a colori, sono forse il peggior esempio di quanto la guerra possa essere terribile.
I bimbi chiaramente si divertono. Per loro è un gioco e questo lo sanno anche i terroristi. Le loro avide menti così come la loro innocenza, non riescono ancora a comprendere quale sporco sistema li stai utilizzando per fini non di certo nobili. Giocando, li stanno preparando ad uccidere. In molti addirittura salutano guardando la telecamera.
Segue poi un’intervista tra un ‘docente ed un ‘bambino’.
“Come ti chiami?”
“Abdullah”
“Da dove vieni?”
“Dal Khazakastan”
“Dove ti trovi?”
“Nel Califfato”
“Cosa stai facendo?”
“Mi sto addestrando”
“Bravo ragazzo mio. E chi è il tuo leader?”
“Al-Baghdadi”
“Bravo ragazzo mio e cosa farai da grande?”
“Sarò un servo del Califfo”.
L’intervista si conclude con un’immagine montata ad arte: un piccino, incapace ancora di parlare, vestito in mimetica e con un fucile giocattolo che sembra proprio un MP5.
Il video termina con un appello, lanciato da due bambini, agli altri sparsi nel mondo. Noi apprendiamo il Corano – dicono davanti le telecamere – studiamo le lingue e ci addestriamo.
Pubblicando questo video il Califfato vuole inviare al mondo due messaggi ben precisi: l’Isis vuole dimostrare da un lato di essere uno Stato legittimo e pienamente efficiente e dall’altro di essere riuscito dove Al-Qaeda ed i Fratelli musulmani hanno fallito e, cioè, nella creazione di un “regno”, di uno “Stato” che possa durare nel tempo.
E’ ovviamente un messaggio di propaganda, nel tentativo di continuare a fare proseliti rassicurando sulla stabilità di Califfato che, nonostante le sconfitte, continua la sua espansione.
Quella scuola, quel pulmino con tanto di guardia del traffico, quella tranquillità nei volti dei bambini. Senza dubbio, questo video è stato girato da professionisti, nulla a che vedere con le ‘comiche’ dei reparti speciali. Ci sono numerosi dettagli insiti in quelle immagini che celano una pianificazione ben elaborata. Il governo del Califfato è solido, non sono in atto rivolte o colpi di stato e si mostra pronto a difendere le sue “istituzioni” ed il suo sistema.
Per entrare a fare parte del “Programma per Cuccioli”, un bambino deve aver compiuto otto anni. Utilizzando armi giocattolo, fumetti e cartoni animati opportunamente realizzati per instillare l’odio, i bambini sono indottrinati ed istruiti a combattere l’Occidente.
Franco Iacch