Le donne - si stima circa 3000 - sono addestrate all'arte del ninjutsu una delicata arte marziale molto praticata in Iran ed utilizzata dai ninja.
Viste le crescenti tensioni tra Iran ed Israele era prevedibile un'iniziativa militare da parte di una delle due nazioni, il commando sarebbe servito da "arma a sorpresa".
La storia delle donne ninja affascina il mondo intero, tutti vogliono maggiori informazioni su questo gruppo scelto che ricorda per mistero e disciplina i nostri reparti speciali. La realtà è però meno affascinante di quanto pensiamo.
Le donne non appartengono a nessun gruppo armato e tanto meno fanno parte di squadroni della morte al soldo della Repubblica Islamica, sono solo donne che vanno in palestra e imparano un'arte marziale.
Il coach Akbar Faraji - insegnante ed esperto della disciplina - insegna a Teheran in una normalissima palestra accessibile a tutti.
Dopo molti anni spiega come la disciplina che lui insegna è sopratutto una questione mentale prima che fisica. Lo ninjutsu mira a svelare i limiti e le capacità di chi lo pratica, necessita di costanza e determinazione non è sicuramente uno strumento di morte sofisticato.
A questa arte marziale si possono avvicinare tutti, uomini e donne, occidentali e non.
Il mistero di una straordinaria affluenza femminile è presto spiegata: il ninjutsu richiede un "keikogi" lungo tutto il corpo, un tradizionale uniforme che deve essere indossato durante l'allenamento.
Dal momento che in Iran sono molte le donne che seguono le rigide regole della Sharia, questa divisa permette loro di non contravvenire a nessuna regola fondamentale e contemporaneamente di poter praticare una disciplina che le metta alla prova.
L'idea di un super segreto gruppo di donne letali e ben addestrate stimola l'immaginazioni del mondo occidentale ma talvolta una palestra e solo una palestra e chi la frequenta ha solo il desiderio di mantenersi in forma.
Denise Serangelo
