Dopo averlo fatto alzare in volo per circa trenta minuti, i fondamentalisti lo hanno fatto atterrare, caricandolo poi su un veicolo.
Il comando aereo alleato, che stava monitorando il tutto tramite rete satellitare, ha dato ordine ad un caccia armato di pattuglia nell’area di eliminare la minaccia, lanciando un missile contro il mezzo.
La distruzione del drone e del veicolo è stata confermata dal Combined Joint Task Force.
L’attacco è avvenuto venti minuti dopo l’avvistamento e l’identificazione del drone.
"Era un piccolo drone commerciale, acquistabile in internet. Non era certamente uno dei nostri velivoli. Il drone non era armato”.
E’ la prima volta che le forze della coalizione prendono di mira un drone dell’Isis e per alcuni questo è un segnale preoccupante di come la tecnologia UAV possa essere utilizzata dalle organizzazioni terroristiche.
Il Pentagono ha sottolineato la drastica differenza tra il piccolo drone commerciale ed i ben più letali Predator utilizzati dalla coalizione. E’ anche vero, però, che una tecnologia relativamente innocua può essere adattata per scopi diversi.
L’Isis, quindi, possiede la capacità di sorveglianza in remoto. Nonostante questi velivoli siano nettamente diversi dagli Hunter Killer occidentali, potrebbe non passate tanto tempo prima che i droni dei terroristi si possano trasformare in UAV kamikaze.
Anche se questo dovrebbe essere il primo attacco degli Stati Uniti contro un drone dello Stato islamico, le prove dell’utilizzo della tecnologia APR sono note da almeno un anno.
In un video chiamato “Clanging of the Swords, Part 4”, girato nel 2014, si nota una città dell’Iraq occidentale, chiaramente ripresa dall’alto, quasi certamente da un drone.
Franco Iacch
(nell'immagine d'apertura un drone commerciale acquistabile su internet)