Quer pasticciaccio brutto de Valerij Gerasimov

(di N.C.)
21/05/22

Se non fosse grave, sarebbe persino comico. La gente non si rende conto della significatività e delle implicazioni che ha la scomparsa dal panorama internazionale del generale Valerij Gerasimov che, è bene ricordarlo, dal 9 novembre 2012 è il capo di stato maggiore generale delle Forze Armate russe, nonché vice ministro della Difesa.

Da diverso tempo, infatti, i mass-media hanno rilevato l’assenza della sua voce in merito all’andamento delle operazioni sul teatro ucraino. Numerosi personaggi, più o meno autorevoli, si sono presentati all’opinione pubblica interna ed esterna al paese ed hanno espresso il loro pensiero: dal ministro degli Esteri Lavrov, al portavoce del Cremlino Peskov, dai giornalisti che fanno da “cassa di risonanza” delle note di linguaggio imposte da Mosca, a diversi ufficiali di rango elevato (tutti rigorosamente in pensione) che hanno rilasciato numerose dichiarazioni, a volte anche scomode. Persino il ministro della Difesa Shojgu ha fatto qualche fugace apparizione. Ma lui no. L’ultima volta che Gerasimov è stato visto in pubblico risale all’11 marzo 2022, in occasione del suo incontro con il capo di stato maggiore della Difesa turco Yasar Güler.

Successivamente, in modo laconico per mancanza di reali informazioni corroborate e attendibili, sono circolate indiscrezioni sulla sua presenza a Izyum, nella regione di Kharkiv, dove Putin l’avrebbe inviato a sovrintendere personalmente alla nuova fase della guerra – quella orientata alla conquista del Donbass, dopo la rinuncia alla conquista di Kiev - in quanto insoddisfatto del rendimento del generale Dvornikov. Questi, nel mese di aprile, aveva da poco ricevuto l’incarico di comandante supremo delle forze russe in Ucraina, con il compito di recuperare una situazione sul campo certamente non brillante. Alla fine di aprile, l’intelligence ucraina e fonti del Pentagono riferivano della presenza di Gerasimov presso il comando stabilito dai Russi ad Izyum.

Prima di proseguire nell’esame del “pasticciaccio brutto de Valerij Gerasimov” vediamo quali fossero le forze russe orientate alla nuova missione in quel periodo e quale importanza abbia improvvisamente assunto l’abitato di Izyum in questo scenario in evoluzione.

Oltre alle unità della 6^ armata combinata, della 20^ armata combinata e della 1^ armata corazzata delle Guardie, tutte appartenenti al Distretto Militare Occidentale e, pertanto, già attive lungo le direttrici orientali, i Russi hanno provveduto a rischierare nel settore orientale dell’Ucraina la 29^, la 35^ e la 36^ armata combinata del Distretto Militare Orientale, insieme alle forze residue della 76^ divisione aviotrasportata – reduce dal fallito assalto all’aeroporto Antonov di Kiev1 - ed alle unità del 68° corpo d’armata del Distretto Militare Orientale, queste ultime immesse nel teatro operativo successivamente. Le unità indicate del Distretto Militare Orientale e le truppe aviotrasportate, cui in origine era stata assegnata la missione della conquista di Kiev con la penetrazione lungo le direttrici settentrionali dalla Russia e dalla Bielorussia, si sono allora raggruppate con quelle del Distretto Militare Occidentale per sviluppare l’offensiva nel Donbass, muovendo lungo le vie tattiche Izyum - Barvinkovo e Izyum – Slovyansk.

Veniamo, dunque, al ruolo di Izyum come k-terrain nel confuso scenario operativo ucraino attuale. Questa città, che prima dell’invasione russa contava circa 45.000 abitanti, si trova sul fiume Donets, nel punto più elevato della regione di Kharkiv, al confine con quella di Donetsk e considerata la “porta del Donbass”. La sua posizione in cima a una collina garantisce alle forze che la controllano settori di osservazione e tiro estremamente ampi, in direzione delle strade e dei villaggi vicini. Le forze russe hanno preso la città il 1° aprile dopo un feroce combattimento durato tre settimane. Da allora, è servita come base operativa per le forze russe che hanno cercato di spingersi verso sud. Come abbiamo detto, in aprile la Russia ha fatto ripiegare una consistente aliquota delle sue forze dall'Ucraina nord-orientale e le ha concentrate nell'area di Izyum, dove si sono distribuite in corrispondenza delle rotabili che si dirigono verso le città di Slovyansk, Barvinkovo e un obiettivo indeterminato più a ovest.2 Lungo la direttrice per Slovyansk, tuttavia, tra la fine di aprile e l’inizio di maggio i Russi avrebbero subito pesanti perdite. Meglio è andata sulla direttrice per Barvinkovo, dove sono riusciti ad arrivare alla periferia della città e la cui conquista aiuterebbe le forze russe a tagliare una linea di rifornimento ferroviaria ucraina in direzione di Slovyansk. Il problema principale per i Russi è il mantenimento del controllo dell’area di Izyum, che rappresenta un vero e proprio “perno di manovra” operativo, a causa dell’insufficiente numero di soldati e dei continui contrattacchi locali cui sono soggetti da parte degli Ucraini.

E in questo luogo di cui abbiamo descritto l’altissima valenza tattico-operativa, il 1° maggio Gerasimov sarebbe stato ferito alla gamba destra dalle schegge di una granata, proprio durante una di queste azioni effettuate dalle forze ucraine. Il 2 maggio, sia fonti del Pentagono, sia l’intelligence ucraina hanno riferito della presenza del generale a Izyum e dell’attacco effettuato dagli Ucraini, senza fare, però, alcuna menzione di un suo ferimento. Quello che è certo è che sul fronte mediatico russo nulla è trapelato né sul suo invio in Ucraina, né di alcuna ferita riportata e di una sua conseguente, frettolosa, evacuazione in patria. Peraltro, appare piuttosto inusuale che un capo di stato maggiore della Difesa si rechi in “prima linea”, soprattutto in considerazione dell’elevato numero di generali russi caduti sul campo in un lasso di tempo estremamente breve. Di certo non è passata inosservata l’assenza di Gerasimov alla parata del 9 maggio sulla Piazza Rossa per celebrare il giorno della vittoria dell’Armata Rossa nella “Grande Guerra patriotica”. Anche questo fatto per un capo di stato maggiore delle forze armate russe è decisamente inusuale.

A questo punto posso fare alcune considerazioni. In primo luogo va sottolineato che il generale Gerasimov ricopre il suo attuale incarico dal 2012, dunque da 10 anni. Dieci anni sono un periodo lungo da trascorrere alla corte dello zar Putin, soprattutto in considerazione della progressiva propensione del presidente russo a circondarsi di collaboratori poco inclini al contraddittorio.

Cosa può essere, dunque, accaduto? Non ho la presunzione di conoscere la personalità dell’alto ufficiale di cui mi sono limitato ad approfondire il pensiero militare tattico-procedurale, ma il suo profilo di carriera fornisce elementi interessanti per farsi un’idea sulla sua personalità.3 Ne emerge il ritratto di un uomo tutto sommato in possesso di una forte integrità morale che lascia presumere anche un’onestà intellettuale piuttosto spiccata. A dispetto dell’attitudine putiniana a circondarsi di yes-men, Gerasimov lo vedo come un siloviko anomalo, normalmente nelle grazie del presidente per le sue doti di leadership militare, la sua capacità di comando dimostrata sui teatri ceceno e siriano, la sua etica di ufficiale, macchiata da un solo episodio negativo nel corso di una carriera lunga e prestigiosa4.

Proprio nell’etica e nell’onestà intellettuale del Gerasimov uomo e militare potremmo intravedere le ragioni della sua prolungata sparizione. Ragiono assolutamente nel campo delle ipotesi, ma l’analisi del filmato di 50 secondi5 in cui il presidente Putin ordina al ministro della Difesa Shojgu e al generale Gerasimov di allertare i missili armati con testate nucleari, in funzione preventiva contro un’eventuale aggressione alla Russia da parte della Nato, offre interessanti spunti di riflessione.

Parto dal presupposto che il montaggio del video si posa ritenere verosimile. In esso si vede Putin inquadrato sempre individualmente che, con tono assertivo, dispone l’approntamento dei missili; all’inizio e alla fine del breve video, per qualche secondo si può vedere la coppia Shojgu-Gerasimov che si limita ad assentire con un cenno del capo e il volto inespressivo. Un’immagine altrettanto significativa è la fotografia che ritrae i tre uomini durante quello che è stato indicato come l’incontro tenuto in quell’occasione,6 con Putin isolato a un estremo di un lungo tavolo e i due subordinati all’altro estremo. Il codice indicativo della posizione di subordine è rimarcato dalla distanza interposta e dal rapporto numerico di 1 a 2 dell’interazione tra i convenuti, in cui il singolo parla e gli altri si limitano ad ascoltare e, se mettiamo a sistema la foto con il filmato, ad annuire. Eppure non va dimenticato il ruolo di primus inter pares di Putin in rapporto agli altri due, proprio in riferimento alla responsabilità nell’attivazione dei codici per l’impiego delle testate nucleari. E proprio su questo aspetto potrebbe essersi creata una frattura tra le parti, con un Gerasimov pronto ad obbedire, ma in virtù di un’etica e di una dose di buon senso maggiori di quelle palesate dal presidente russo, non convinto di quanto dovrebbe fare nel caso di un ordine esecutivo.

Per contro, non si può conferire dall’oggi al domani l’autorità di poter premere uno dei tre bottoni per il conto alla rovescia verso il caos al primo che passa e, qualora decidesse in tal senso, Putin non può esautorare tout court il suo vertice delle forze armate senza avere individuato un sostituto che sia in grado di raccoglierne la pesante eredità. E Infatti, il 19 maggio Gerasimov e ricomparso sulla scena, a seguito di una telefonata ricevuta dal suo omologo statunitense Mark A. Milley.

È importante che Russia e Stati Uniti abbiano ricominciato ad usare il “telefono rosso”, altrimenti il rischio corso a Cuba nell’ottobre del ‘62 non ci avrebbe insegnato nulla.

1 N. Cristadoro, Operazione "Antonov" e Operazione "Market Garden": gli errori di pianificazione nell’impiego delle truppe aviotrasportate, Difesa Online, 17/05/2022. https://www.difesaonline.it/mondo-militare/operazione-antonov-e-operazio...

2 C. Parker - L. Karklis, Why Russia is struggling in eastern Ukraine, in maps, Washington Post, 17/05/2022. https://www.washingtonpost.com/world/2022/05/17/eastern-ukraine-maps-rus...

3 N. Cristadoro, Valery Vasilyevich Gerasimov. Il militare e il teoreta, Difesa Online, 11/03/2022. https://www.difesaonline.it/evidenza/approfondimenti/valery-vasilyevich-....

4Ibidem.