Russia: commissionato nuovo missile balistico, il Bulava potrebbe non entrare mai in servizio. Mistero sulla classe Husky

(di Franco Iacch)
14/07/16

L’Academician V.P.Makeyev State Rocket Centre ha ricevuto un contratto governativo per la progettazione e sviluppo di un nuovo missile balistico. Nulla di strano se non fosse che per la prima volta, si fa riferimento al sostituto del missile Bulava, non ancora entrato in servizio, ma afflitto da numerosi problemi di sviluppo. Secondo quanto dichiarato al quotidiano Izvestia, i nuovi missili equipaggeranno sia i sottomarini balistici di quarta generazione classe Borei che quelli di quinta classe Husky.

Andiamo con ordine. I sottomarini di quarta generazione classe Borei comporranno la spina dorsale del deterrente nucleare strategico della marina russa. Andranno a sostituire i sottomarini classe Typhoon, Delta-3 e Delta-4. I primi Borei, Progetto 955, sono il K-535 Yury Dolgoruky che si è unito alla Flotta del Nord nel gennaio del 2013, seguito dal K-550 Aleksandr Nevskij (foto apertura) alla fine di dicembre dello stesso anno. Il Nevskij è in servizio con la Flotta del Pacifico. Il K-551Vladimir Monomakh (foto seguenti) è entrato in servizio nel 2014. Il quarto Borei, lo Knyaz Vladimir, Progetto 955/A, è in costruzione dal luglio 2012 presso il cantiere Sevmash, nel nord della Russia. La costruzione del quinto sottomarino a propulsione nucleare il Knyaz Oleg è iniziata nel luglio del 2014. I lavori sul Generalissimus Suvorov sono iniziati nel dicembre dello scorso anno. Poche settimane dopo anche il settimo Borei, battezzato Imperator Aleksandr III, è entrato in produzione nei cantiere di Severodvinsk. L’ultimo della classe, lo Knyaz Pozharskiy, dovrebbe essere avviato entro il prossimo dicembre. Nonostante le indiscrezioni, non ci sono conferme su altri due possibili sottomarini.

Entro il 2020, il Marina russa conta di operare su un totale di otto sottomarini balistici classe Borei: tre 955 e cinque 955-A. Considerando le modifiche strutturali, non sarebbe un errore definire i sottomarini 955-A come una classe Borei-II. Progettata su uno scafo idrodinamico pensato per ridurre le emissioni di rumore a banda larga, la classe Borei è la prima nella marina russa ad utilizzate una propulsione pump-jet.

I sottomarini Borei sono lunghi 170 metri, con un diametro di 13 metri ed una velocità massima in immersione di 46 chilometri all'ora conferita dal reattore nucleare OK-650. La profondità operativa è attestata sui 380 metri (test massimo avvenuto a 450 metri). Ogni Borei dovrebbe trasportare da sedici a venti missili Bulava (solo per i 955A), ognuno dei quali dotato da sei a dieci testate Mirv.

Il missile a tre stadi Bulava, nome in codice Nato SS-N-30 Mace, è la versione navale del più avanzato missile balistico russo, l’SS-27 Topol-M. Può essere lanciato anche in movimento. Trasporta fino a 10 testate Mirv, può colpire bersagli fino ad otto mila chilometri di distanza ed è progettato per equipaggiare esclusivamente i sottomarini nucleari classe Borei (le modifiche sui Typhoon sono state ritenute troppo costose). Nonostante i numerosi fallimenti dovuti a difetti di fabbricazione, l'esercito russo ha sempre sostenuto che non vi era alcuna alternativa al Bulava. A causa del fallimento durante i test dei nuovi missili intercontinentali Bulava, i Borei non sono ancora in grado di svolgere il loro compito primario e cioè la deterrenza nucleare.

Ogni missile “Bulava” (lungo 12,1 metri, diametro di 2,1 metri e pesante 36,8 tonnellate) è armato con 6-10 testate termonucleari per 96-196 testate a sottomarino. La possibile copertura di obiettivi sensibili, considerando la gittata di ottomila chilometri, potrebbe essere il Mare di Barents ed il Mare di Okhotsk. Se i russi lanciassero da queste aree, potrebbero colpire qualsiasi punto degli Stati Uniti continentali. Il primo Borei, lo “Yury Dolgoruky” K535, è costato al governo russo poco meno di 720 milioni di dollari, inclusi capitoli di ricerca e sviluppo. Entro i prossimi tre mesi, i russi dovrebbero effettuare un lancio multiplo di missili balistici intercontinentali. I test rientrano nelle manovre (supplementari) pianificate dall’ammiragliato russo per l’entrata in servizio del sistema d’arma deterrente strategico. È confermato che a lanciare i missili Bulava saranno i sottomarini classe Borei Yuri Dolgoruky e Vladimir Monomakh ed il Dmitri Donskoy classe Typhoon. I lanci multipli dovranno dimostrare l’affidabilità dei sottomarini, che dovranno essere in grado di far fuoco in movimento, ad una profondità di 50 metri e con il mare mosso. I lanci di prova si concluderanno entro l’anno. I missili saranno lanciati dai sottomarini della Flotta del Nord e del Pacifico. Sarà l’ultimo sottomarino lanciamissili a propulsione nucleare classe Typhoon (secondo la classificazione NATO), il Dmitri Donskoy, a lanciare l’ultima salva di Bulava.

L’Akula (secondo la corretta identificazione russa) ha effettuato 14 lanci tra il 2003 ed il 2010 in modalità “double sub”, la metà dei quali abortiti. Nelle dichiarazioni delle State Rocket Centre, si menzionano anche i sottomarini di quinta generazione classe Husky che dovrebbero entrare in servizio entro la metà del 2035. Nonostante siano ancora sulla carta, della classe Husky si raccontano prestazioni eccezionali. Sebbene le specifiche della classe Husky siano coperte da segreto militare, sappiamo che affiancheranno i sottomarini d’attacco classe Yasen, anche se saranno costruiti in un numero maggiore rispetto al Progetto 885m. Gli Husky saranno realizzati in due versioni, entrambe basate sul medesimo scafo. La differenza principale sarà determinata dal sistema d’arma principale trasportato. Gli Husky-A sostituiranno la classe Akula, Sierra e Victor III. Gli Husky-B, variante SSGN, sostituiranno la classe Antey, progetto 949A. La variante SSGN potrebbe essere la prima al mondo equipaggiata, come dotazione standard, con missili da crociera ipersonici Zircon.

La classe Husky sarà molto più piccola, si parla di un dislocamento di 6 mila tonnellate, e meno costosa della classe Yasen. Secondo alcune indiscrezioni, gli Husky potrebbero implementare un certo grado di automazione, con alcuni dei sistemi già testati nel progetto 705 classe Lira.

Mosca potrebbe essere riuscita ad ottimizzare la tecnologia del reattore a metallo liquido (la classe Lira utilizzava il piombo-bismuto per raffreddare i reattori). Se così fosse, i progettisti sarebbero riusciti ad ovviare alle criticità tipiche che palesa un tale sistema. Nello specifico, un reattore a metallo liquido genera più energia ed è molto più compatto rispetto a quelli ad acqua pressurizzata. Tuttavia, il metallo liquido impone una temperatura ottimale costante e strutture esterne di supporto per la rimozione degli ossidi.

Gli Husky potrebbero introdurre il massiccio impiego di materiali compositi, già testati nella classe Yasen, nel tentativo di ridurre drasticamente le loro firme acustiche. Anche in questo caso, abbiamo soltanto indiscrezioni. Sappiamo che Mosca continua ad investire enormi risorse per la sperimentazione di nuovi materiali compositi multistrato, in grado di ridurre la firma acustica, isolare le vibrazioni o assorbirle. I russi sono convinti di riuscire ad utilizzare i nuovi materiali compositi per realizzare ogni parte degli Husky, scafi compresi. Il primo test in mare con il nuovo materiale composito si svolgerà entro il 2018.

(foto: MoD Fed. russa)