Il dispositivo militare americano, negli ultimi anni, sta subendo una profonda ristrutturazione al fine di affrontare con efficacia un eventuale conflitto a media/alta intensità nel Pacifico.
La situazione ha subito un sensibile cambiamento a partire dal 2008, allorquando la Cina ha avviato una politica di annessione degli arcipelaghi delle Paracel e delle Spratly nel Mar Cinese Meridionale.
Tuttavia, anche nel Pacifico Settentrionale, la VII Flotta si deve confrontare con la potenza russa, sebbene ridimensionata rispetto agli anni dell’Unione Sovietica.
A far salire la tensione con Mosca ci ha pensato il cacciatorpediniere della U.S. Navy John S. McCain (classe Arleigh Burke - foto) che lo scorso 25 novembre ha violato le acque territoriali russe, entrando di poco più di un miglio nel Golfo di Pietro il Grande, vicino Vladivostok.
L’annuncio dello sconfinamento è stato dato dal Ministero della Difesa della Federazione Russa, aggiungendo che il cacciatorpediniere lanciamissili Admiral Vinogradov ha minacciato l’unità americana di speronarla se non si fosse allontanata immediatamente.
A seguito di tale minacce il McCain avrebbe fatto ritorno in acque internazionali.
La VII Flotta tuttavia rivendica il diritto di navigazione nel tratto di mare su cui la Russia rivendica la propria sovranità. L’area è contesa dal 1984, quando l’allora Unione Sovietica dichiarò quelle acque come territoriali.
Vedremo se nel prossimo futuro ci saranno altri episodi analoghi o se la nuova Amministrazione Biden riuscirà a mediare e trovare una soluzione sulla controversia.
Foto: U.S. Navy