Per salvare l’MBT Altay Ankara si rivolge ai sudcoreani

(di Tiziano Ciocchetti)
25/11/20

Solo 5 anni fa la stampa turca promuoveva il nuovo carro da battaglia nazionale ALTAY come l’MBT più moderno esistente al mondo. Successivamente, nel 2018, Ankara annunciò che la sua produzione sarebbe stata affidata al gruppo industriale BMC, nonostante lo sviluppo del mezzo fosse stato curato della Otokar.

Venne anche firmato un ordine iniziale per la fornitura di 250 carri, con le prime consegne previste per il 2020. Inoltre, il Qatar, espresse l’intenzione di acquistare altri 100 mezzi.

L’ALTAY ha un peso in ordine di combattimento 65 tonnellate, è equipaggiato con un cannone MKEK (copia del Rheinmetall L55) da 120/55 mm con canna liscia. Prevista l’installazione, sulla corazzatura composita ROKETSAN, di una protezione reattiva, un'unità ottica telescopica YAMGOZ per la sorveglianza a 360°, un sistema di rilevamento dell'arrivo del colpo e un kit di rilevamento laser.

Il problema principale era che l’ALTAY difettava di un apparato propulsivo moderno.

Per un certo periodo, la Turchia aveva considerato di lavorare con il Giappone per sviluppare un motore per MBT, con il gruppo Mitsubishi Heavy Industries che era stato contattato per formare una joint venture con un partner industriale turco per questo scopo. Ma questo progetto non si è mai concretizzato.

Infine, sono stati contattati due gruppi tedeschi: MTU per un motore turbo diesel da 1.500 CV e Renk per la trasmissione. Per la corazzatura composita a base di carburo di boro, invece, sono stati contattati dei produttori francesi.

Tuttavia la politica espansionistica perseguita in questi anni dal presidente Erdoĝan ha complicato la produzione dei carri armati ALTAY. Infatti la Germania ha deciso un embargo su tutti i sistemi che potrebbero essere utilizzati dalle forze turche nel nord della Siria.

Embargo che coinvolge i motori di MTU e le trasmissioni HSWL 295 TM di Renk e, dato il suo pessimo rapporto con Parigi, la Turchia deve trovare altri fornitori per le corazzature in materiale composito.

"Questo programma subisce notevoli ritardi a causa del mancato accesso a componenti importanti come il motore, la trasmissione e la corazzatura", ha ammesso un funzionario della Difesa turco, intervistato dal giornale online francese Zone Militaire. “Non sono in grado di fornire una data per l'inizio della produzione in serie. Tutto quello che so è che stiamo cercando di proseguire nel programma", ha aggiunto.

Ankara, quindi, è alla ricerca di altri partner. E poiché l'ALTAY si ispira al carro armato sudcoreano K-2 BLACK PHANTER (foto), la soluzione più logica è quella di cercare un accordo con Seoul, e più specificamente con la Hyundai Rotem. Tanto più che i rapporti tra le due nazioni sono buoni, l'industria turca ha ad esempio prodotto su licenza gli obici K-9 THUNDER del gruppo Samsung.

In ogni caso la BMC è in trattativa con due subappaltatori di Hyundai Rotem: Doosan per i motori e S&T Dynamics per il sistema di trasmissione (anche se la trasmissione dei primi carri K-2 consegnati non si è dimostrata certo ottimale).

Nel frattempo, il Ministero della Difesa turco non ha avuto altra scelta che ammodernare i carri armati attualmente in servizio. Recentemente, la protezione del Leopard 2A4 è stata rinforzata (aumentando la sua massa di 7 tonnellate). Mentre gli M-60, progettati negli anni ’60 dello scorso secolo, hanno ricevuto un kit di protezione attiva PULAT, sviluppato dalla ASELSAN.

Foto: Presidency of the Republic of Turkey / Hyundai Rotem