Il Bassel al-Assad International, aeroporto a sud di Latakia sulla costa mediterranea della Siria collegato al porto principale del paese, che prende il nome dal fratello maggiore del dittatore, è stato blindato dai russi per garantire il ponte aereo che ormai prosegue senza sosta. L’aeroporto è protetto da blindati BTR-82A, postazioni Sam e dai 200 ai 300 fanti di Marina giunti nelle ore scorse.
L’obiettivo è quello di scoraggiare qualsiasi azione (anche occidentale) che possa interferire con i piani russi. Mosca non può permettersi di perdere la sua influenza in Siria attraverso il governo di Assad e la base navale di Tartus, ultimo avamposto russo nella Regione dopo il crollo dell'Unione Sovietica. Le due basi (non sarebbe un errore definirle russe) sono monitorate dall’aria dai droni di sorveglianza, in ricognizione costante da mercoledì scorso.
Il ponte aereo, infine, prosegue senza sosta. I ‘Condor’ continuano a trasportare in Siria materiali e uomini. Sappiamo che il corridoio aereo è stato consentito dall’Iran ed in parte dall’Iraq. Ucraina e Bulgaria, invece, hanno interdetto il transito di qualsiasi aereo russo diretto verso la Siria. La Grecia, invitata dagli Stati Uniti nel medesimo tentativo di bloccare i rifornimenti aerei russi, non ha ancora chiarito la propria posizione. La Turchia è al momento fuori dai giochi. Anche se gli Stati Uniti e la Russia concordano sul fatto che lo Stato islamico rappresenta una minaccia, la nuova controversia dimostra che rimangano distanti sul modo migliore per combattere il gruppo militante e sul futuro politico del presidente Bashar al-Assad. Divisioni che potrebbero acuirsi durante l'Assemblea Generale delle Nazioni Unite, prevista tra pochi giorni.
La determinazione russa, intanto, continua a confermare le nostre analisi. Mosca starebbe allestendo una vero e proprio avamposto operativo. Ed il passo che avevamo ipotizzato potrebbe già essere stato compiuto: truppe specnaz (il termine "spetsnaz" è la traslitterazione anglosassone) sarebbero già state schierate presso la Syrian Naval Academy.
In attesa delle prime foto diramate dall’intelligence USA, possiamo ipotizzare anche i due possibili reparti schierati: Mosca potrebbe aver optato per gli specnaz del ‘Vympel’, già operativo in Cecenia, nel Caucaso ed in Ucraina. L’unità d’assalto, specializzata nello spionaggio e nella raccolta di informazioni, è stata fin dagli anni ’80 utilizzata anche per missioni di ‘targeting leader’.
Il Cremlino, oppure, potrebbe aver deciso di dislocare parte dei mille specnaz operativi sotto la Voenno-Morskoj Flot Rossijskoj Federacii. Operando sempre sotto egida GRU, i russi dispongono di quattromila specnaz divisi in tutti i quatto comandi principali delle flotte. Operano in supporto ai fanti di Marina che sappiamo già essere in Siria. E Sebastopoli, ha ricevuto un proprio reparto operativo specnaz. Al di là delle speculazioni sulle unità, se ben conosciamo la dottrina russa, nelle prossime ore possiamo già aspettarci eliminazioni mirate volte a minare la stabilità emotiva ed organizzativa delle truppe nemiche.
Mosca, intanto, continua a ribadire il supporto umanitario alla popolazione siriana. E’ la medesima logica utilizzata per spiegare i convogli che si ritiene abbiano consegnato le forniture militari ai separatisti ucraini. Gli stessi convogli umanitari che l'Iran avrebbe utilizzato per trasportare armi a Damasco e sostenere il governo di Assad. Mentre l'amministrazione Obama continua a sostenere che la brutale repressione di Assad contro i suoi avversari ha alimentato le passioni settarie che hanno poi rafforzato lo Stato islamico, i russi sembrano vedono il presidente siriano come un baluardo contro gli estremisti, almeno per ora. Ed in effetti, le intenzioni dei russi non sono del tutto chiare. Perché se da un lato è vero che Putin da Vladivostok ha invocato la creazione di una coalizione contro lo Stato islamico, dall’altro gli unici potenziali membri che hanno sposato la causa sono l'Iran e proprio il governo siriano.
Le speculazioni possono essere principalmente due. Una possibilità è che la Russia non stia solo cercando di sostenere il governo siriano, ma cercando di espandere il proprio ruolo all'interno della Siria in modo che possa influenzare anche la scelta di un nuovo governo nel caso in cui Assad venisse spodestato. La seconda, invece, è che la Russia stia fortificando le sue basi per rilanciare una potente e violenta offensiva che possa ridare il controllo del paese a Damasco.
Nessuna delle due possibilità si escludono a vicenda.
(foto: MoD Fed. russa)