Stati Uniti e Russia sono pronti a collaborare nelle possibili missioni di ricerca e soccorso dei piloti che potrebbero essere abbattuti o costretti ad abbandonare il proprio velivolo durante una missione in Siria. La conferma arriva direttamente dal Dipartimento della Difesa americano.
Poche ore fa, Washington e Mosca hanno firmato un memorandum d'intesa (memorandum of understanding - MOU) in merito alla sicurezza in volo durante tutte le operazioni aeree in Siria.
"Se un pilota in Siria dovesse essere costretto a lanciarsi in territorio nemico, Russia e Stati Uniti comunicheranno le operazioni di salvataggio attraverso il canale di nuova creazione. Tutte le azioni saranno intraprese al momento dell’incidente”.
Le missioni SAR dei piloti abbattuti sono una faccenda particolarmente seria per gli Stati Uniti. La dottrina americana non prevede in alcun modo la possibilità che un pilota possa cadere in mano nemica. Ecco perché ancor prima di ogni missione in un contesto operativo, gli Stati Uniti schierano un reparto autosufficiente in grado di provvedere all’estrazione di un pilota o di un equipaggio abbattuto. Compiti svolti, per esempio, dagli elementi scelti del 56° Rescue Squadron, reparto ufficialmente schierato presso la base del 48° Fighter Wing a Lakenhealth, in Inghilterra. Gli stessi che, fino a poco tempo fa, si addestravano in Sicilia.
L'accordo definisce anche le linee guida per le distanze di sicurezza tra gli aeromobili, le frequenze radio per gli Stati Uniti ed piloti russi da utilizzare in volo ed una linea di comunicazione a terra tra i due comandi aerei. L’obiettivo del MOU è quello di evitare possibili incidenti tra i velivoli (compresi i droni) che operano nello spazio aereo siriano.
Il Pentagono ha sottolineato che l'accordo "non stabilisce le zone di cooperazione, la condivisione di intelligence o di informazioni dei target sensibili. Non costituisce l’inizio di una cooperazione o sostegno della politica russa a favore di Assad”.
Arrivano gli A-10
Gli A-10 sono atterrati presso la base aerea di Incirlik, in Turchia. Il loro arrivo fa parte di una regolare rotazione – ha aggiunto il portavoce del Dipartimento della Difesa Peter Cook – ma abbiamo adesso una piattaforma per il supporto aereo ravvicinato che i nostri nemici conoscono bene.
Almeno dodici A-10 sono giunti in Turchi e nelle prossime ore prenderanno parte alle prime missioni in Iraq ed in Siria contro lo Stato islamico.
(foto: US DoD)