Cosa è lo spionaggio elettronico? Come viene attuato? Cosa sono le contromisure elettroniche? Come si svolge la guerra elettronica?
In pochi saprebbero dare a queste domande una risposta accettabile; in verità la conoscenza dei relativi problemi è sempre stata circoscritta ad alcune ristrettissime categorie di persone “addette ai lavori”: i tecnici delle grandi industrie della difesa, gli ufficiali delle Forze Armate della branca telecomunicazioni o trasmissioni e gli specialisti dell’intelligence.
Quest’ultimo termine, con il quale gli inglesi indicano il risultato della valutazione, analisi e interpretazione di una informazione, non ha in italiano un vocabolo che nella sua pienezza possa rendere, in modo onnicomprensivo, tale significato: le nostre locuzioni “spionaggio” o “servizio informazioni” esprimono solo una parte delle attività sottintese dal vocabolo intelligence (eppure tale parola deriva chiaramente dal latino intellegentia il cui primo e importante significato era conoscenza, cognizione).
Prima della seconda guerra mondiale esisteva un solo modo di effettuare spionaggio: l’utilizzo di agenti segreti che operavano con i mezzi che le rudimentali tecniche di allora mettevano a disposizione. La rivoluzione tecnologia della seconda metà del novecento ha consentito lo sviluppo, accanto allo spionaggio tradizionale, di una intelligence tecnologica che si poteva avvalere di sofisticatissime apparecchiature quali sensori elettronici e infrarossi, intercettatori di emissioni radar, laser, localizzatori di posizione ecc.
La prima volta che il grosso pubblico venne a conoscenza di queste nuove tecniche di indagine informativa fu il clamoroso episodio dell’abbattimento dell’aereo americano U-2, il 1° maggio 1960.
Decollato il 26 aprile 1960 dalla base turca di Incirlik per svolgere una missione di ricognizione fotografica ed elettronica nel cuore della Russia sovietica, era pilotato dall’agente della CIA Francis Gary Powers, 30 anni, ex capitano dell’Aeronautica militare degli Stati Uniti considerato, per unanime riconoscimento, un eccellente pilota nonché un superbo navigatore. Sulla sua carta di navigazione era tracciata la rotta Peshawar (Pakistan), Kabul (Afghanistan) Sverdlovsk (Russia) e Bodo (Norvegia). Al suo fianco aveva una pistola calibro 22 ed in un taschino, racchiusa in un dollaro d’argento, una minuscola siringa piena di curaro!
Fu colpito a 2500 km all’interno dell’allora Unione Sovietica; eiettatosi dall’aereo, una volta catturato dichiarò di essere un dipendente della Lockheed in volo sperimentale….. ma la giustificazione non resse.
Al processo, tenutosi a Mosca l’11 maggio, da parte dell’accusa furono presentati alcuni reperti, rinvenuti tra i rottami dell’aereo, parti inequivocabili di segretissimi ricevitori per intercettare segnali radar o apparecchi radio captati nei territori sorvolati.
Fu anche la prima volta che un capo di Stato - allora era presidente USA il generale Dwight D. Eisenhower - ammetteva in pubblico che era stata condotta un azione di spionaggio giustificandola come indispensabile per la sicurezza dello Stato.
La condanna per Powers fu severa; per sua fortuna, dopo soli 17 mesi di carcere, fu rilasciato a seguito di uno scambio avvenuto esattamente al mattino del 10 febbraio 1962 a Berlino con la famosa super spia sovietica Rudolph Abel che nel frattempo era stato scoperto e detenuto negli Stati Uniti.
I vantaggi derivanti dall’impiego di mezzi tecnici resi disponibili dalle nuove tecnologie non erano soltanto qualitativi ma anche quantitativi: fu valutato in quella circostanza che un aereo tipo U-2 riusciva, con una sola missione, a raccogliere più informazioni di quante avrebbero potuto raccoglierne un centinaio di spie nell’arco di un anno!
Osserviamo innanzitutto che il campo di ricerca dello spionaggio è andato via via allargandosi dal settore prettamente militare ad altre “voci” che prima del secondo conflitto mondiale non erano oggetto di indagine; pensiamo semplicemente al settore industriale e all’esigenza di procurarsi illegalmente conoscenze tecnologiche avanzatissime e segrete, utili a conseguire una superiorità sul piano industriale e militare.
Nella schema sono sintetizzate alcune storiche forme conosciute di raccolta delle informazioni, con le loro sigle in inglese che fanno ormai parte del linguaggio comune degli addetti ai lavori; ovviamente non deve essere intesa come una classificazione rigida nel senso che alcune attività possono essere condotte contemporaneamente da un unica fonte oppure essere tra loro complementari per dare, con un raffronto incrociato, la conferma della certezza di una informazione.
Tuttavia è bene premettere che una buona percentuale di intelligence che una nazione vuole condurre su un altra è fatta semplicemente analizzando la stampa “aperta” cioè giornali, riviste tecniche, pubblicazioni, depliants pubblicitari relativi a nuove apparecchiature, opuscoli promozionali, programmi televisivi, mostre, fiere ai quali oggi possiamo aggiungere facebook, instagram, twitter... ecc.
I compiti dei servizi segreti, contrariamente a quanto si potrebbe pensare, non sono né complicati né oscuri né tanto meno avvolti da quell’aria di avventura e temerarietà tanto decantata nelle pellicole cinematografiche. Esemplificando, un servizio segreto può essere paragonato al servizio meteorologico che raccoglie dati sulla umidità, la pressione atmosferica e la temperatura, li analizza e li trasforma poi in previsioni sul tempo che farà in una determinata regione. Analogamente, un servizio segreto raccoglie e capta informazioni di interesse politico, industriale o militare, le analizza e le interpreta sino a fornire valutazioni su avvenimenti del momento e previsioni sui possibili sviluppi futuri.
Ovviamente, come il meteorologo non si occupa degli interventi che verranno adottati per porre rimedio ai danni provocati dal maltempo, così non rientrano nei compiti di un agente segreto la cattura di un terrorista o l’arresto di un funzionario statale disonesto, tutti provvedimenti che vengono ascritti ad altri organi competenti.
Riprendendo il citato schema, Le attività di spionaggio umano o HUMINT rimangono le migliori fonti di informazione sulle intenzioni di altri uomini (ad esempio i leader politici); a giudicare anche da quanto avvenuto recentemente in Italia, si deve riconoscere che l’attività di reclutare spie generiche non si è mai sopita e, come i citati fatti di cronaca italiana ci dimostrano, il denaro è sempre stato una forma privilegiata di “penetrazione”.
I casi di questo genere sono stati talmente numerosi che per raccontarli non c’è che l’imbarazzo della scelta.
La storia della moderna attività HUMINT nel campo della elettronica viene fatta cominciare, immediatamente alla fine della seconda guerra mondiale, con il regalo all’ambasciatore degli Stati Uniti a Mosca William Averell Harriman (ottobre 1943 - gennaio1946) di una riproduzione in legno intarsiato dello stemma araldico degli Stati Uniti (foto). L’ambasciatore lo fece appendere nel suo ufficio ove rimase per ben 7 anni. Solo nel 1952 si scopri che dentro quell’artistico oggetto era stato abilmente nascosto un rudimentale microfono spia costituito da una lamina metallica ad U che vibrava per effetto delle onde sonore prodotte dalle voci delle persone nella stanza. Sul lato opposto della strada, in una camera prospiciente la finestra dell’ufficio dell’ambasciatore, i servizi segreti sovietici avevano fatto installare un sensibilissimo radar a onda continua che, puntato esattamente sulla lamina ad U, ne captava le vibrazioni che poi venivano riconvertite in parole!
Alcuni anni dopo nella primavera del 1964 fu scoperto, sempre nell’ambasciata americana a Mosca, un altro caso singolare di infiltrazione elettronica assai più elaborata; all’interno di alcune pareti era stata sistemata una capillare rete di microfoni il cui impianto destò la meraviglia dei pur esperti tecnici dei servizi di sicurezza statunitensi.
Ciò non deve meravigliare se si pensa che tutto il personale di servizio che lavorava nelle ambasciate e consolati stranieri a Mosca e Leningrado doveva essere russo come pure i tecnici (elettricisti, idraulici, installatori telefonici ecc.): molto spesso si trattava di agenti dei servizi segreti in veste di operai, autisti, camerieri ecc.
Inoltre negli alberghi di Mosca frequentati da stranieri occidentali di un certo rilievo sono sempre esistite camere dotate di micro-apparecchiature elettroniche; in tal modo i servizi segreti russi ogni qualvolta arrivava un ospite di riguardo non avevano che l’imbarazzo della scelta nel fargli assegnare una camera con servizi…. speciali!
Un caso singolare, che contiene tutti gli ingredienti classici dei romanzi di spionaggio, fu quello dell’agente dello FBI Richard Miller (foto): nel 1984 a Los Angeles aveva il compito di tenere sotto controllo la comunità degli immigrati russi nella quale il KGB attingeva spesso per reclutare i suoi agenti.
In una occasione conobbe l’avvenente immigrata russa Svetlana Ogorodnikova. Miller aveva diversi problemi: situazione familiare pesante, debiti, noie con i superiori che gli rimproveravano di trascurare il servizio. Svetlana, 34 anni, un corpo da modella, amava parlare a cuore aperto e per di più aveva uno strano marito - Nikolai - che non fece obiezione alcuna quando Miller divenne l’amante della moglie. Scattata la trappola dell’amore lui raccontò tutti i suoi problemi a Svetlana che, confidenza per confidenza, gli confidò di essere un “maggiore” del KGB. A questo punto entrò in azione Nikolai che, per venire incontro all’amico della moglie, offrì a Richard 65 mila dollari in cambio di lavorare per Il KGB.
Come non resistette al fascino di Svetlana, Miller non seppe resistere neanche ai soldi, cominciando a consegnare ai nuovi amici documenti classificati dell'FBI. I frequenti incontri tra la bella “sorvegliata speciale” e l’agente Miller non sfuggirono ovviamente ai superiori di quest’ultimo che lo intercettarono e scoprirono tutto.
Il processo contro Miller (addirittura un agente del controspionaggio accusato di spionaggio!) fu un campanello d’allarme per i responsabili americani della sicurezza e persino per il comune uomo della strada.
Si chiese pertanto un rafforzamento delle forze dedicate al controspionaggio tenuto conto che, come scritto in un rapporto dagli esperti, occorrevano almeno quattro agenti per poter sorvegliare giorno e notte un sospettato.
Il caso di spionaggio qui citato aveva anche dimostrato all’opinione pubblica americana che alcuni dei loro concittadini diventavano complici delle spie sovietiche non più per motivi ideologici ma più prosaicamente per denaro.
Ma in questi ultimi anni l’invasione di spie provenienti dalla Russia non ha preoccupato solo i responsabili statunitensi bensì tutti i paesi dell’Europa occidentale ed orientale dell’ex blocco sovietico.
Anche se finora non si è fatto molto clamore in merito, sembra acclarato che la Svizzera sia diventata la centrale dello spionaggio elettronico in Europa in quanto sede di importantissime organizzazioni internazionali e conseguentemente di incontri politici ad altissimo livello.
La sedi permanenti dell’Urss prima e della Russia poi si sono trasformate con l’andar degli anni in fortilizi irti di antenne di ogni genere.
Secondo i funzionari svizzeri le comunicazioni tra Ginevra e Mosca battono tutti i record per cui la missione sovietica di Ginevra può essere considerata una gigantesca centrale di ascolto proprio al crocevia delle comunicazioni internazionali in Europa.
Ma il caso più sconcertante in questo tipo di attività spionistica e stata la scoperta, alla fine degli anni settanta, di microspie sovietiche in Vaticano, come conseguenza dell’interesse che da alcuni anni i capi del Cremlino stavano dimostrando per la politica estera di Papa Giovanni Paolo II specie per l’America Latina e il medio Oriente: da tempi immemorabili scoprire i segreti del “papato” è stato un obiettivo molto ambito ma nel contempo molto difficile.
Ciò si è reso possibile soltanto in questa nostra era dell’elettronica grazie alla tecnologia SIGINT associata all’abilità dei moderni agenti segreti: la carta vincente è ancora una volta nelle mani di colui che dispone delle conoscenze più avanzate nelle tecnologie elettroniche e cibernetiche.
Ma di questo, qualora vi interessi, potrete leggere una prossima volta.
Giovanni Sulis (gen. c.a. in congedo)
Immagini: (apertura) fotogramma film "From Russia With Love" (1963) / U.S. Air Force / web / autore / NASA / NSA / Bundesarchiv