L’ammiraglio Joseph Mulloy, vice capo delle Operazioni Navali per le Capacità e le Risorse, durante la sua ultima relazione alla sottocommissione del comitato per le Forze Armate alla Camera, ha anche affermato che la Cina sta espandendo le aree geografiche di attività dei sottomarini così come la durata di ogni loro dispiegamento.
Nell’Oceano Indiano, la Cina ha schierato alcune unità per ben 95 giorni.
La qualità dei sottomarini cinesi – ha aggiunto Mulloy - resta inferiore a quella dagli Stati Uniti.
La dimensione dell’intera flotta sottomarina – ha aggiunto il militare - ha ormai superato quella degli Stati Uniti.
Secondo un portavoce del Pentagono, la US Navy ha commissionato 71 sommergibili. I sottomarini americani sono costruiti dalla Huntington Ingalls Industries Inc. e dalla General Dynamics Corp.
Nella sua ultima relazione annuale al Congresso sugli sviluppi militari cinesi, il Pentagono ha affermato che la Cina possiede 77 navi di superficie da combattenti, più di 60 sottomarini, 55 navi anfibie di grandi e medie dimensioni e circa 85 missili piccole imbarcazioni lanciamissili.
La relazione del Dipartimento delle Difesa
La forza sottomarina cinese è composta da 56 battelli: 51 a propulsione diesel-elettrica e cinque a propulsione nucleare.
E’ quanto si evince da un rapporto del Dipartimento delle Difesa statunitense, presentato al Congresso lo scorso aprile.
La Cina, rispetto allo scorso anno, ha aumentato il suo budget per la Difesa del 5,7% per 145 miliardi di dollari investiti nella spesa militare. Secondo il rapporto, i cinque sottomarini a propulsione nucleare sarebbero in grado di lanciare missili balistici.
Nello specifico, i sottomarini classe ‘Jin’ sarebbero in grado di lanciare il missile ‘JL-2’, ritenuta la prima arma deterrente credibile imbarcata a disposizione del regime di Pechino. Il ‘JL-2’, il cui disegno si basa sul missile ‘DF-31’, ha una gittata stimata di 7.400 chilometri e può trasportare testate singole o multiple (convenzionali o nucleari). Ciò significa che se i missili fossero lanciati dal Pacifico Occidentale, potrebbero colpire la California.
La relazione, pubblicata lo scorso aprile, parla di 56 sottomarini, mentre Mulloy ha riferito di una flotta composta da almeno 60 battelli. Nell’ultimo anno, quindi, i cinesi avrebbero messo in servizio o comunque in mare per i test da quattro a sei sottomarini. Ma non sarebbe l’unico dato che non coincide con i precedenti comunicati ufficiali. Infatti, secondo il Pentagono gli Stati Uniti hanno “commissionato 71 sottomarini”, ma questi numeri non coinciderebbero con i tagli al bilancio secondo cui, entro il 2029, la Marina degli Stati Uniti dovrebbe avere a disposizione 42 battelli rispetto ai 52 attuali.
Verosimilmente, il Pentagono si riferisce ai futuri battelli per l’intero ciclo vitale che si concluderà nel 2040/2050.
La Cina, però, non è l’unico paese nella Regione ad investire sui sottomarini d’attacco. L’India ha 15 sottomarini, mentre il Vietnam continua ad acquistare dalla Russia avendo già operativi tre battelli classe ‘Kilo’ ed altri tre in produzione. L’Indonesia avrebbe dodici sottomarini, mentre l’Australia ha investito venti miliardi di dollari per costruire una nuova flotta di dodici battelli e mandare in pensione quel che resta dei “Collins”: ciò non avverrà prima del 2025. Singapore possiede una forza sottomarina di sei battelli con altri due in produzione. Taiwan possiede quattro sottomarini, ma soltanto due sono in servizio.
Washington è stata incaricata di costruire una nuova classe di battelli.
Franco Iacch