L'Ucraina ha invitato i produttori stranieri di armi ad usare l’Ucraina come luogo per testare nuove armi in condizioni operative reali, ha dichiarato martedì scorso il ministro della Difesa Alexey Reznikov.
In un'intervista con l'Atlantic Council, un gruppo di lobby pro NATO con sede negli Stati Uniti (finanziato in parte dall'industria), Reznikov ha affermato che l'Ucraina può già essere considerata "essenzialmente un banco di prova".
"Molte armi vengono ora testate sul campo, in condizioni operative reali contro l'esercito russo”, ha spiegato il ministro ucraino.
Sottolineando che l'Ucraina è un partner fidato e ha bisogno di ogni tipo di arma, Reznikov ha rivelato che il governo è interessato a far diventare il territorio ucraino “un campo di prova”.
“Stiamo condividendo tutte le informazioni e l'esperienza con i nostri partner. Siamo interessati a testare sistemi moderni nella lotta contro il nemico e stiamo invitando i produttori di armi a testare qui i loro nuovi prodotti", ha affermato il ministro della Difesa.
Ha aggiunto che la sua offerta potrebbe fornire "una buona possibilità" a Polonia, Stati Uniti, Francia, Germania e altri paesi "per testare la [loro] attrezzatura".
Secondo quanto comunicato dall’agenzia Reuters, La Lockheed Martin ha guadagnato 418 milioni di dollari dalle forniture di armi a Kiev. Tale cifra è riferita all’ultimo fatturato trimestrale della sola divisione Missiles and Fire Control.
In questi mesi di conflitto hanno fatto la loro comparsa, in modo massiccio, le c.d. munizioni vaganti (loitering munitions). In verità già molto impiegate dall’Azerbaijan nella guerra del Nagorno Karabakh del 2020.
Gli ucraini, nei mesi scorsi, hanno ricevuto grossi quantitativi di Switchblade (nella foto a lato un "300"). Nel 2021 lo U.S. Army ha fatto un ordine di oltre 75 milioni di dollari alla AeroVironment, società californiana produttrice dello Switchblade.
Probabilmente gli ucraini dovrebbero aver ricevuto anche la nuova versione, lo Switchblade 600 (immagine apertura).
La nuova munizione rimane trasportabile da un solo operatore, con un peso complessivo (compreso il lanciatore) inferiore ai 23 kg. Il velivolo è lungo 130 cm e ha un raggio d’azione di 40 km con una autonomia orbitante sull’obiettivo di 20 minuti. Tuttavia, il data link digitale permette di trasferire le informazioni da un operatore a un altro, ciò permette di raddoppiare il raggio d’azione del drone (80 km).
Il sistema si compone della munizione con il proprio tubo di lancio, di una antenna a lunga portata e di un tablet touch-screen. Lo Switchblade 600 è equipaggiato con una testata a carica cava, quindi potrebbe essere utilizzato anche contro veicoli blindati (APC quali i BTR-80/82, oppure IFV come i BMP-2/3), colpendoli sulla parte superiore dello scafo dove la protezione è minore.
Caratteristica dello Switchblade è quella di poter abortire la missione fino a pochi secondi dall’impatto e di reingaggiare lo stesso oppure un altro obiettivo.
A quanto ci risulta la AeroVironment sta sviluppando versioni ottimizzate per diversi clienti (difficile non ipotizzare che uno dei principali sia Kiev), in grado di trasportare differenti carichi utili, come ad esempio quelli finalizzati alla soppressione dei radar avversari.
Ricordiamo che le loitering munitions hanno costi notevolmente inferiori rispetto ai missili controcarro.
Il nuovo MBT KF-51 Panther della Rheinmetall (vedi articolo), presentato a Parigi il mese scorso, montava sulla torretta un sistema di lancio, a quattro tubi, per loitering munitions Hero-120, accreditato di un raggio d’azione di oltre 60 km, permettendo così al carro di avere capacità NLOS (Non Line Of Sight).
Immagine: AeroVironment / mil.in.ua