Un nuovo semovente d'artiglieria dalla Corea del Nord

(di Andrea Gaspardo)
04/07/19

La Corea del Nord è nota per essere uno dei paesi più poveri ed isolati al mondo. Allo stesso tempo essa è dotata di uno degli strumento militari più numerosi ed agguerriti, molto spesso oggetto dell'attenzione internazionale a causa del rischio sempre presente di un nuovo conflitto su larga scala nella penisola coreana.

A dire la verità, negli ultimi anni, l'attenzione della maggior parte degli esperti e dei commentatori si è focalizzata principalmente sul programma nucleare e su quello di sviluppo dei missili balistici tralasciando quasi completamente quello convenzionale, nonostante da decenni il “Regno Eremita” abbia sviluppato un complesso militar-industriale tra i più articolati al mondo, che ormai soddisfa integralmente la domanda interna per quanto concerne i sistemi a basso e medio contenuto tecnologico e che negli ultimi tempi ha cominciato a fare delle ardite “incursioni” anche nel campo delle “alte tecnologie”. Uno dei settori in cui la Corea del Nord è riuscita a fare “passi da gigante” è quello dell'artiglieria, da tempo eletta dagli strateghi di Pyongyang a “regina dei campi di battaglia”. La particolare conformazione della penisola coreana infatti, mal si concilia alle tradizionali tattiche della guerra di movimento e sfondamento adottate sia dagli eserciti “occidentali” che da quelli “orientali”.

La tormentata orografia del terreno e l'abbondanza di “passaggi obbligati” fa sì che qualsiasi esercito attaccante, sia lungo la direttrice nord-sud che lungo quella sud-nord debba necessariamente essere dotato della capacità di sprigionare un imponente “volume di fuoco” per poter “ammorbidire” le difese avversarie in previsione dell'attacco principale sferrato dai mezzi corazzati e dalle forze di fanteria.

Tra mortai, pezzi d'artiglieria campale, obici, cannoni antiaerei a doppio uso, lanciarazzi mono-tubo e poli-tubo e chi più ne ha, più ne metta, Pyongyang schiera la forza d'artiglieria più numerosa del mondo, forte di decine di migliaia di bocche da fuoco di tutti i calibri. Inoltre, il fatto di avere a disposizione un così elevato numero di cannoni e lanciarazzi, per giunta appartenenti a tipologie diverse, da al corpo d'artiglieria nordcoreana una flessibilità non indifferente ed un'ampia scelta riguardo alla modalità di esecuzione delle missioni di volta in volta assegnate. L'ultima aggiunta in questo senso è stata l'introduzione di un nuovo e misterioso semovente con bocca da fuoco da 152mm che, in mancanza di una nomenclatura ufficiale, è stato ribattezzato dagli analisti occidentali “M-2018”.

Presentato per la prima volta in forma sperimentale nel corso della parata delle forze armate nordcoreane del 9 settembre 2018, l'M-2018 è ora entrato pienamente in servizio nei ranghi delle forze armate nordcoreane e ha colto alla sprovvista un po' tutti, non presentando alcun tipo di somiglianza estetica con i mezzi di simile categoria di produzione russa, cinese e nordcoreana.

Per quanto riguarda i mezzi nordcoreani “tradizionali”, la prassi adottata già da molto tempo dalle industrie del “Regno Eremita”, a partire dagli anni '70 sino ad ora, prevedeva l'installazione di pezzi da 100mm, 122mm, 130mm e 152mm delle varianti più disparate sullo scafo del T-55 o del Ch'ŏnma-ho (quest'ultimo è un carro armato sviluppato in Corea del Nord come evoluzione del T-62). Caratteristiche fondamentali di questi mezzi sono la quasi assenza di corazzatura ed una configurazione “a torretta aperta” con un semplice “scudo anti-scheggia” come unica protezione dei serventi. L'M-2018 si discosta decisamente da questa “tradizione” adottando una configurazione “a torretta chiusa”; inoltre, le dimensioni imponenti del veicolo suggeriscono la presenza di una blindatura di tutto rispetto, comparabile con quelle adottate nei principali paesi produttori di semoventi. Simultaneamente, le stesse linee del design complessivo non suggeriscono similitudini con alcun semovente di produzione sovietica/russa.

Alcuni analisti hanno suggerito un'origine “cinese” del mezzo, vista anche una certa somiglianza estetica vagamente riconducibile al PZL-45 ed al PZL-52, ma uno sguardo dettagliato alla meccanica del mezzo porta a scartare anche questa ipotesi dato che lo scafo dell'M-2018 è sicuramente un'evoluzione di quello del carro sovietico T-72 che i cinesi non hanno mai avuto in dotazione né hanno mai preso a modello (mentre i nordcoreani hanno avuto modo di studiarne un piccolo lotto nei primi anni '90 traendone utili lezioni).

Alla luce di quanto detto sopra, è però possibile ipotizzare un'altra spiegazione: e cioè che l'M-2018 sia in realtà il “figlio” di un semovente sviluppato e progettato da un altro importante partner strategico della Corea del Nord, la Repubblica Islamica dell'Iran.

Non tutti sanno che il “Regno Eramita” e la “Repubblica degli Ayatollah” hanno instaurato una proficua collaborazione sin dagli anni '80 del secolo scorso, quando Tehran, invischiata in una guerra senza fine con l'Iraq di Saddam Hussein, si trovava disperatamente alla ricerca di fornitori di armi affidabili mentre Pyongyang, già allora affamata di valuta pregiata, cercava forsennatamente nuovi mercati per i propri prodotti militari.

I nordcoreani però non si limitarono a vendere armamenti ma trasferirono anche cruciali competenze tecnologiche in modo da garantire alla nascente industria della difesa iraniana di fare il tanto sperato “grande balzo in avanti” verso l'autosufficienza interna e la produzione per i mercati esteri.

Una delle creazioni più interessanti delle industrie della difesa iraniana è stato, a partire dal 1997, il Raad-2, potente semovente caratterizzato da un cannone da 155mm e da una torretta che presenta analogie con quella dell'M-109A1, ampiamente utilizzato dalle forze armate iraniane, posta sullo scafo del veicolo corazzato “Boragh”, a sua volta grandemente ispirato al sovietico BMP-1 e al cinese Type-86 (WZ-501) con elementi tecnici presi in prestito anche dallo scafo del carro T-72 e dal veicolo da combattimento per la fanteria BMP-2, entrambi a loro volta prodotti su licenza dall'Iran. Sebbene sino ad ora non sia stato né esportato né utilizzato in guerra, ci sono pochi dubbi sul fatto che il Raad-2 sia un'arma temibile. Ma fino a che punto il Raad-2 e l'M-2018 si assomigliano? Non avendo accesso né ai dati tecnici né ai veicoli in quanto tali, l'autore della presente analisi ha però notato attraverso le fotografie le seguenti similitudini tra i due semoventi:

-entrambi presentano un tappo rotondo sulla parte anteriore dello scafo;

-entrambi presentano “pattini” di gomma sui cingoli per agevolare la marcia su strada;

-entrambi presentano un “treno di rotolamento” costituito da sei ruote chiaramente ispirato a quello del carro armato da battaglia T-72;

-entrambi presentano “gonne protettive” di gomma ai lati dello scafo;

-entrambi presentano una torre dalla struttura angolare piuttosto che quadrata;

-entrambi i mezzi presentano sulle torri delle porte laterali che si aprono verso sinistra.

Ovviamente, queste considerazioni di “apparenza” non bastano da sole ad affermare che i due mezzi siano realmente imparentati, visto anche il fatto che, a fianco delle suddette similitudini, i due mezzi presentano anche alcune differenze critiche:

-l'M-2018 è armato con un cannone da 152mm lungo 52 calibri dotato di due equilibratori attaccati sotto la canna mentre il Raad-2 utilizza un cannone da 155mm lungo 39 calibri e privo di equilibratori;

-il blocco del cannone dell'M-2018 è situato all'estremità dello scafo mentre sul Raad-2 è posizionato in posizione arretrata, vicino al portello del guidatore;

-l'M-2018 è dotato di tutta una serie di contromisure e di armi per la difesa diretta (due gruppi di lanciatori di fumogeni situati ai lati della torretta, una stazione a “controllo remoto” dotata di un paio di lanciagranate coassiali AGS-17, un paio di MANPADS integrati in torretta per proteggere il mezzo da attacchi aerei a bassa quota) che sono totalmente assenti sul Raad-2.

In ogni caso, sia che l'M-2018 sia frutto di un programma totalmente autarchico, sia che i suoi creatori abbiano attinto a piene mani dall'esperienza del Raad-2 iraniano, quanto è necessario notare è che la Corea del Nord ha ormai acquisito le capacità tecniche per produrre un semovente di grado tecnologico avanzato in linea con i migliori standard mondiali e che, al di là della minaccia nucleare e missilistica, anche lo strumento militare convenzionale di Pyongyang sta venendo rapidamente aggiornato al fine di lasciare inalterato, per quanto possibile, l'equilibrio delle forze esistente nella sempre instabile area della penisola coreana.