La portaerei classe Nimitz USS Dwight D. Eisenhower (CVN-69) ha lasciato Norfolk ed è in rotta verso il Medio Oriente. Andrà a rilevare la USS Harry Truman in attività dallo scorso dicembre nella campagna militare contro lo Stato islamico.
Le distribuzioni del vettore e del suo relativo gruppo da battaglia, rientrano nel nuovo piano di ottimizzazione della flotta, che standardizza le implementazioni fissandole a sette mesi. La Marina USA ha adottato un nuovo piano di deployment per i dieci vettori nucleari in servizio che mira alla riduzione del tempo trascorso in mare per ogni singolo dispiegamento.
Sono attualmente dieci le super-portaerei della flotta della Marina USA. A causa di molteplici fattori, tra cui la manutenzione continua, la Marina non è in grado di mantenere una presenza costante in ogni luogo in cui è richiesto un impegno militare, tanto più che gli Stati Uniti sono coinvolti in un numero sempre maggiore di operazioni.
L’Optimized Fleet Response Plan cycle, si basa su un ciclo operativo di 36 mesi invece che 32. Il nuovo ciclo di 36 mesi inizia con un periodo di mantenimento seguito da una fase di tre mesi di addestramento di base ed ulteriori tre mesi di formazione avanzata. 30 giorni pre-ferie per l’equipaggio in vista del dispiegamento all’estero (Pre-Overseas Movement Phase), quindi missione operativa di sette mesi. Il resto del tempo è noto come fase sostentamento della durata di 14 mesi: la nave resta pronta ad intervenire in caso di emergenza.
Nell’Optimized Fleet Response Plan cycle rientrano già le portaerei Bush, Carl Vinson (foto a dx), Truman e Theodore Roosevelt. Seguiranno la Lincoln e la John C. Stennis nel 2017 e la Nimitz nel 2018. La USS Gerald R. Ford svolgerà il suo primo pattugliamento nel nuovo piano di schieramento.
Lo “Strike Group Ike” sarà operativo con carburante a bassa consumo energetico. I vettori saranno sempre riforniti di una miscela di biocarburanti di petrolio e grasso di manzo. Il Carrier Strike Group 3 della Stennis ha già utilizzato l'energia alternativa come parte delle sue operazioni normalmente pianificate. La US Navy ha acquistato 78 milioni di litri della terza generazione del biocarburante Digest per alimentare la sua "Grande flotta verde", al costo di due dollari a gallone.
Poco dopo essere diventato segretario nel 2009, Mabus ha annunciato l’obiettivo di utilizzare, per metà della flotta entro il 2020, fonti alternative di combustibile. La diversificazione delle fonti di combustibile avrebbe protetto la Marina dall’approvvigionamento del petrolio e dalla crisi dei prezzi.
Il presidente Barack Obama ha contribuito a portare avanti l'obiettivo di limitare la dipendenza dai combustibili fossili con la sua strategia energetica nazionale del 2011 chiamata “Blueprint for a Secure Energy Future”. Il suo obiettivo era quello di ridurre di un terzo le importazioni di petrolio entro il 2025. La politica includeva anche un maggiore impiego di biocarburanti avanzati.
Nel 2012, la Marina ha sperimentato del carburante alternativo su circa 40 navi, sei sottomarini e 200 aerei che hanno partecipato alla “Rim of the Pacific” nelle Hawaii. La flotta è stata rifornita con un milione di galloni di gasolio "idro-trattato", una miscela di combustibile tradizionale a base di petrolio e biocarburanti ottenuti da oli alimentari esausti ed alghe. La Uss Dwight D. Eisenhower trasporta i nove squadroni del Carrier Air Wing 3 e del Destroyer Squadron 26. Il Gruppo da Battaglia è formato da un sottomarino d’attacco classe Los Angeles, dagli incrociatori classe Ticonderoga, USS San Jacinto ed USS Monterey e dalle cacciatorpediniere classe Arleigh Burke, USS Mason, USS Nitze, USS Stout e USS Roosevelt.
(foto: U.S. Navy)