Bonifica subacquea del Gruppo Operativo Subacquei di Comsubin

06/06/14

I palombari di Comsubin, dislocati presso i nucleo SDAI (Sminamento Difesa Antimezzi Insidiosi), continuano la loro opera ininterrotta tesa a bonificare le acque dei nostri litorali dagli ordigni esplosivi residuati bellici, purtroppo ancora presenti in grandi quantità.

Tali operazioni sono condotte in esito ad uno dei compiti d’istituto che la nazione ha assegnato ai palombari della marina militare.

In particolare le attività subacquee svolte nell’ultimo mese dagli uomini del Gruppo Operativo Subacquei del raggruppamento subacquei ed incursori “Teseo Tesei” hanno permesso di distruggere 419 ordigni, suddivisi in 249 proiettili di medio e grosso calibro, 1 mina subacquea, 2 bombe da mortaio, 4 bombe d’aereo e 163 bombe da fucile.

Quest’opera ha visto impegnati i reparti subacquei della marina in attività a salvaguardia della pubblica incolumità nel porto di Piombino, presso le Isole di Gallinara e Giannutri, nelle acque antistanti le provincie di Siracusa, Gela, Cosenza, Olbia, Taranto e Pozzuoli. Ma l’intervento più delicato è stato condotto a Reggio Calabria dal personale del Reparto Pronto Impiego del G.O.S. che si è immerso, a oltre 50 metri di profondità, all’interno del relitto del “Laura C” per rimuovere il materiale esplosivo in esso contenuto.

Per gli appassionati del mare, che con l’avvento della bella stagione ricominciano la loro attività subacquea ricreativa, consigliamo di non toccare assolutamente i manufatti, eventualmente rinvenuti, la cui forma possa ricordare o meno un ordigno esplosivo o parti di esso.

Quello che invece è doveroso fare, per l’incolumità di tutti, è di identificare il sito di ritrovamento dell’oggetto e, qualora si abbia con se una macchina fotografica subacquea, farvi una fotografia per poterne denunciare immediatamente il ritrovamento alla locale capitaneria di porto o stazione dei carabinieri, che richiederà l’intervento del Gruppo Operativo Subacquei di Comsubin che provvederà alla sua rimozione e brillamento.

Fonte: Marina Militare