Anche quest’anno, il gruppo operativo incursori (GOI), il comando delle forze aeree (Comforaer) con il Reparto Eliassalto (REA) e il combat support della brigata marina San Marco hanno condotto l’esercitazione Goldfinger, al fine di mantenere e migliorare la capacità operative nel settore del controterrorismo marittimo, rafforzando, nel contempo, la stretta collaborazione da sempre in vigore tra le Forze Speciali e le componenti operative coinvolte.
Ed è stato proprio con il massimo spirito di collaborazione e professionalità, premessa fondamentale per svolgere questa tipologia di attività, che uomini e mezzi dei predetti reparti hanno operato in un contesto estremamente singolare, quale è il "Campo Barbara", un’area dell’Adriatico settentrionale dove sono state istallate le piattaforme offshore dell’ENI per l’estrazione di idrocarburi.
La Goldfinger rappresenta il culmine della preparazione operativa degli uomini del GOI, soprattutto per il particolare e complesso scenario da affrontare, in quanto consente di verificare le capacità delle Forze Speciali della Marina nel condurre un’azione tesa alla riacquisizione del controllo di una fortezza d’acciaio sita in alto mare, allo scopo sia di liberarne l’equipaggio fatto ostaggio da un gruppo terroristico, sia di garantire il fabbisogno energetico nazionale.
Ma come ci si prepara per queste esercitazioni, così complesse?
Inizia tutto dall’addestramento quotidiano che il GOI pianifica a favore dei propri operatori, affinché affinino le loro capacità nel movimento tattico finalizzato alla liberazione degli ostaggi.
Questa meticolosa e continua preparazione si svolge in ambientazioni sempre più realistiche, permettendo così agli Incursori di Comsubin di poter operare in tutti gli scenari ritenuti oggi ad alto rischio.
Ma non è tutto, perché per poter condurre un’operazione durante la quale si realizza un assalto combinato ad un obiettivo marittimo dalle tre dimensioni (subacqueo, di superficie ed eliassalto), risulta fondamentale l’opera di coordinamento di ogni singola attività, al fine di garantire la sicurezza di tutti gli operatori in gioco. Ecco quindi che il comando e controllo di tutti gli assetti operanti viene svolta da un nucleo selezionato del GOI il quale, oltre a gestire l’operazione a livello tattico, rilancia anche un aggiornamento di situazione verso il comando immediatamente sovraordinato.
Benché il periodo dell’anno non abbia assicurato condizioni meteo marine favorevoli, l’esercitazione ha avuto un enorme ritorno addestrativo sia per il GOI che per le componenti specialistiche interessate, anche grazie alla completa disponibilità dell’ENI nel concedere l’utilizzo di una piattaforma d’estrazione e le proprie strutture della sede del Distretto Centro Settentrionale (DICS) di Marina di Ravenna.
La Goldfinger si è confermata ad alta valenza ed ha permesso agli uomini e mezzi della Marina Militare di affermare, ancora una volta, la completa capacità operativa di intervento nel settore del controterrorismo marittimo, in scenari particolarmente complessi come quelli delle piattaforme nazionali offshore, oltre a permettere il consolidamento di nuove procedure d’intervento e l’utilizzo di materiali di ultima generazione.