Il corso è stato caratterizzato da un intenso addestramento fisico. Ogni mattina alle prime luci del sole, gli allievi hanno svolto un’impegnativa attività ginnica incentrata sulla resistenza, sul potenziamento fisico e, soprattutto, sul “non mollare mai” e sostenere “sempre” i colleghi in difficolta, per raggiungere uniti la meta….l’obiettivo.
Durante tutte le attività gli allievi hanno dovuto ricercare in se stessi le doti caratteriali di un leader. Gli allievi hanno imparato a vincere la paura, a dimostrare coraggio, proprio come deve fare un comandante. Presso la “Caserma Carlotto” gli allievi hanno affrontato l’Air pack e la Torre di Ardimento. Il primo è stato una prova di coraggio, con salto nel vuoto da una finestra con caduta su un apposito gonfiabile; la seconda ha permesso di simulare il rilascio da un elicottero posto ad un’altezza di 12 metri, prima calandosi dal barbettone (“Fast Rope”), poi in “Corda Doppia”. In particolare, il barbettone ha richiesto una elevata dose di coraggio, ma, soprattutto, ha fatto capire ai giovani che con una robusta preparazione fisica e tecnica, insieme alla determinazione, si possono affrontare tutte le prove con consapevolezza dei propri mezzi e sicurezza.
Oltre ad aver coraggio bisogna essere addestrati. Gli sbarchi anfibi diurni e notturni con AAV 7, barchini e GIS, la conquista di obiettivi protetti con elementi di combattimento terrestre e di topografia, l’addestramento al tiro presso il poligono virtuale (FATS) e quello reale hanno permesso ai prossimi ufficiali di ricevere una preparazione completa e accurata, volta a formare il professionista, oltre che il comandante.
Al calar del sole la giornata dell’allievo non è ancora terminata; ci si ritrova tutti nel piazzale dell’isola delle Pedagne, per addestrarsi nella difesa personale e nel controllo della folla. Si è lavorato in gruppo, all’unisono, soprattutto nell’addestramento al controllo della folla, perché nei momenti in cui gli scudi antisommossa dovevano essere ammassati per creare una formazione per contrastare i facinorosi (all’urlo di “testuggine!”), il lavoro di squadra era fondamentale.
Al termine del corso gli allievi hanno varcato il cancello in uscita arricchiti e consapevoli che le insidie possono sempre essere vinte, gettando il cuore oltre l’ostacolo, lavorando in gruppo, con determinazione, professionalità e coraggio, come richiesto ad ogni equipaggio della marina militare.
Fonte: Marina Militare