Gli Infermieri di Marinalles in supporto alla Task Force Covid-19 nelle zone più colpite

(di Marina Militare)
22/04/20

Da oltre un mese seguiamo con apprensione l’andamento dei contagi, le statistiche sul numero dei guariti, tutorial sul corretto uso delle mascherine e metodi di prevenzione. Sono impresse le immagini delle carovane di camion dell’Esercito che trasportano le vittime dalle zone più colpite. I volti stanchi di medici ed infermieri impegnati in turni massacranti per cercare di dare tutto il loro supporto a coloro i quali, colpiti da un nemico invisibile, lottano tenacemente contro questa malattia.

Nel contesto dell'emergenza sanitaria in atto sono impegnati, insieme a molti colleghi, anche gli infermieri degli equipaggi designati delle nuove navi in costruzione. Il lgt Dino Nuzzo, infermiere designato di Nave Thaon di Revel (Unità capo classe dei Pattugliatori Polivalenti d’Altura), dal 5 marzo è in missione nell’avamposto Covid-19 dell’ospedale di Lodi e il capo di 3^ classe Francesco Tortorelli, giovane infermiere imbarcato in prima destinazione su Nave Schergat, FREMM nr 9 (Fregata Europea Multi Missione), dal 2 aprile è ridislocato a Rivoli (TO).

Pronti a partire verso nuove linee di fronte anche gli infermieri designati delle altre unità in costruzione presso il Centro Allestimento Nuove Costruzioni Navali (Marinalles). Il loro operato è coordinato dalle Task Force attivate dal Comando Operativo di vertice Interforze (COI) ed il contesto in cui lavorano è il perfetto connubio tra interoperabilità interforze e qualità medico/infermieristiche a disposizione della comunità.

Quali sono le sensazioni che provano i nostri colleghi? Quali emozioni li attraversano? Come è organizzata la loro giornata tipo? Sono domande che abbiamo posto ai diretti interessati.

Innanzitutto incredulità, ci dice il lgt. Nuzzo. A soli 100 km da casa stava accadendo qualcosa di impressionante. Contro un male che "non guarda in faccia a nessuno, separa le persone ed ha dilaniato intere famiglie" sono orgoglioso di potermi mettere a completa disposizione. Il gruppo di lavoro "ha dato l’impossibile" rinfrancandosi grazie della riconoscenza dei propri pazienti. Il coordinamento sanitario e logistico gestito dallo staff interforze ha permesso di assicurare prontamente le risposte alle più disparate esigenze che arrivano in ogni momento sia dal territorio che da strutture ospedaliere complesse, operando in ambienti difficili ed in tempi rapidi con risultati incredibili. La mia giornata, prosegue il lgt Nuzzo, era inizialmente organizzata su tre turni di 8 ore e 15 minuti (15 minuti necessari al passaggio di consegne ndr) fino a quando si sono verificati i primi casi di positività all’interno dello staff. A ranghi ridotti mi hanno quindi fornito le credenziali di accesso per la gestione informatizzata dei pazienti in modo da garantire il servizio da titolare, affidandomi la gestione completa del reparto. La difficoltà nell’erogare le prestazioni infermieristiche, già complesse in condizioni normali per la gestione di questo tipo di malattia, è amplificata dalla configurazione di sicurezza che impone di indossare tutti i dispositivi di protezione individuale (DPI) per interi turni a volte anche consecutivi.

Capo Tortorelli a Rivoli, in provincia di Torino, insieme a colleghi delle altre Forze Armate si occupa dell’assistenza diretta ai malati affetti da polmonite da Corona Virus. Prepara le terapie, segue i giri visita dei dottori, monitora costantemente i parametri vitali, svolgendo una lunga serie di esami ematici, prelievi ed effettuando i tamponi rinofaringei. A fine turno, prima di "smontare di guardia", un briefing dettagliato con i colleghi "montanti" per analizzare approfonditamente i singoli casi modo valutare la miglior strategia da seguire per le successive 8 ore. In questo avamposto Covid, a similitudine di quanto avviene sul resto del territorio nazionale, si sono riunite diverse realtà che raramente in passato hanno avuto la possibilità di operare congiuntamente. Pediatri, nefrologi, urologi, medici della Protezione Civile, ma anche infermieri militari neo arruolati in virtù dell’emergenza sanitaria, che lavorano sinergicamente e si confrontano in eterogenee équipe sanitarie. Una collaborazione tra diverse realtà che è affine a quanto quotidianamente avviene presso Marinalles, dove si lavora in stretta cooperazione con le diverse realtà civili del comparto industriale e governativo. Nelle parole di Tortorelli traspare un forte orgoglio per l’operato che sta svolgendo: "il tuo lavoro, con la collaborazione degli altri colleghi, ti fa sentire realizzato ed appagato degli sforzi profusi. In una situazione di emergenza come questa non c’è gratificazione migliore che la consapevolezza di essere parte integrante della lotta alla malattia affinché torni la normalità in tutto il Paese. Inoltre questa esperienza mi permette di acquisire nuove capacità, crescendo professionalmente e rinforzando il mio carattere".

Il loro sforzo è una sintesi esemplare dei valori fondanti della Nazione, delle Forze Armate e della Marina Militare. La capacità di prodigarsi fianco a fianco in condizioni limite, come spesso accade a bordo delle Unità in navigazione, con l’altruismo e l’incondizionata disponibilità nei confronti dei più bisognosi, dei nostri cari e dell’intero paese siamo quanto mai uniti nella lotta contro questo temibile avversario.