Il 27 settembre il Castello Svevo di Brindisi, sede della brigata marina San Marco, è in fermento. La data della celebrazione dei 40’anni dallo storico sbarco del contingente italiano in Libano vede anche la consegna del basco per otto giovani ufficiali. Terminati i propri giorni di formazione questi ultimi saranno impiegati direttamente quali comandanti dei plotoni della Fanteria di Marina.
Lo sforzo compiuto dai neo-fucilieri in nove mesi di corso è titanico, rispondente solo ad una motivazione ed ad una forza d’animo che costituiscono il cardine dell’attitudine di un Leone del San Marco.
L’impegno, indescrivibile, traspare dalle cifre elencate dal cf Tulumello, comandante del battaglione Scuole ‘Caorle’.
"35 settimane di corso per un totale di 245 giorni di addestramento e 2630 ore di attività, 92 notti esposti agli agenti atmosferici, 10 attività tattiche complesse di lunga durata, più di 1000 km percorsi dei quali 600 km con zavorre, 12.000 piegamenti, 4.800 trazioni, 815 discese da barbettone, 7 marce zavorrate dai 4 ai 40 km, zaini dai 50 ai 60 chilogrammi trasportati per lunghe distanze, 300 ore di addestramento fisico, 48 ore di volo su elicotteri, 40.000 colpi sparati in poligono ed oltre 20 test scritti su materie professionali tra cui un esame orale di dottrina anfibia al cospetto di una commissione di ufficiali superiori."
L’assoluta dedizione, la devota passione e l’attaccamento alla bandiera vengono riconosciuti in questa giornata di festa e di memoria quando gli istruttori, fieri e commossi, posizionano il basco sul capo di ognuno dei frequentatori.
Gli allievi anfibi sono divenuti ormai comandanti di uomini e mezzi e saranno chiamati ad operare ovunque nel mondo con un’approfondita preparazione ed un saldo spirito.
La cerimonia è piena di sentimento, non mancano le lacrime di qualche familiare o di qualche reduce che ricorda il vigore dei propri giorni tra le fila del San Marco. I discorsi si susseguono, mentre i vessilli garriscono nel vento in ricordo delle glorie passate da non dimenticare mai.
Il comandante del Caorle chiude il suo discorso rivolgendosi agli assenti più importanti, mai realmente assenti nel sacro piazzale: "Per concludere mi rivolgo a voi, caduti del San Marco, che proteggete dall’alto il paese e gli uomini che vivono sotto l’ala del Leone: guidate noi ed i nostri giovani. Per quanto il vostro sole sia tramontato prima che il vostro giorno finisse, la vostra luce vive nel leone sulle nostre bluse e nel fregio dei nostri baschi. Per questo giorno, per questi giovani, per questo Reparto: PER MARE PER TERRAM!"
Il mondo si ferma, l’urlo è forte, strappa l’aria di una giornata limpida, sembra quasi un ruggito e rimbomba lontano.
Otto leoni sono nati di fronte ad altri mille che hanno combattuto e ne riconoscono il valore.
‘SAN MARCO!’
Scroscianti applausi e qualche tremito concludono una giornata memorabile dove il passato ed il futuro del reparto si sono guardati in viso e stretti la mano.