Elaborazione di un progetto iniziale della corazzata monocalibro di Bettòlo e di Cuniberti (poi ripreso dalla Royal Navy per i piani della Drednought) ad opera del tenente generale del Genio Navale Edoardo Masdea che per poter conciliare le caratteristiche di base (alta velocità ed estesa protezione) incontrò parecchie difficoltà nella fase di calcolo e redazione.
Pur con le difficoltà anzidette il progetto riuscì armonico nelle sue linee generali ben compendiando i valori operativi di base; in una nave di ben 170 m di lunghezza il generale Masdea riuscì a sistemare lungo la mezzeria della nave quattro torri trinate da 305 mm raccordate da una protezione estesa di efficace spessore contenuta entro poco più del 20% del peso.e in grado di proteggere gli orgni vitali con un idoneo sistema di corazzatura verticale e orizzontale.
Pur essendo la prima esperienza della Marina italiana in fatto di costruzioni di “dreadnoughts”, la nave da battaglia Dante Alighieri potè considerarsi ben riuscita. Il suo breve periodo di servizio, 15 anni, fu dovuto essenzialmente alla convinzione dello stato maggiore della Marina che l’unità nel 1928 fosse ormai superata dalle similari e più tecnologicamente avanzate unità straniere e dall’affermarsi dei nuovi e progrediti mezzi di lotta: l’aereo come efficace mezzo offensivo antinave, il sommergibile e gli ordigni esplosivi subacquei.
Fonte: Marina Militare