La battaglia di Maiwand

(di Stefano Marras)
25/10/17

I libri di storia militare occidentali sono ricchi di eroiche battaglie vinte, ma tendono spesso a dare meno risalto alle sconfitte. Soprattutto quelle degli ultimi due secoli, in cui si da per assunto il concetto di superiorità militare euro-americana. Eppure le cose non sempre andarono per il meglio per le roboanti macchine da guerra imperiali dei secoli XIX e XX. La battaglia di Maiwand, combattuta nel contesto della seconda guerra anglo-afghana il 27 luglio 1880 tra l'esercito anglo-indiano e quello afghano, è senza alcun dubbio uno dei casi più eclatanti. Si trattò infatti dell'unica grande débâcle dell'impero anglo-sassone, insieme a quella di Isandlwana, contro un popolo non occidentale in tempi moderni.

Poco conosciuta nello stesso Regno Unito, la battaglia di Maiwand è invece ben radicata nelle memorie degli afghani che la considerano, ancor oggi, uno dei momenti fondativi della loro storia e identità nazionale. A guidare l'esercito afghano fu il governatore della provincia di Herat, Ayub Khan, il quale, spinto dal duplice obiettivo di cacciare gli invasori stranieri dalla propria terra e di conquistare lo stesso Afghanistan, decise di marciare alla volta della capitale, passando per la città meridionale di Kandahar. Venuti a conoscenza del piano di Ayub, i vertici militari britannici, che stavano già organizzando la ritirata dopo l'insediamento di Abdur Rahman quale nuovo emiro a Kabul, incaricarono il generale George Burrows di troncare la “rivolta” e concludere una volta e per tutte, la guerra nel Paese asiatico.

Nonostante la complessiva superiorità dello strumento militare britannico, in questo caso l'esercito anglo-indiano si trovò a combattere in netto svantaggio, principalmente a causa della sua inferiorità numerica. Si è infatti calcolato che il contingente di Burrows contasse poco più 1500 uomini, 350 cavalieri e una decina di pezzi d'artiglieria, contro gli oltre 10 000 soldati, 3000 cavalieri e più di 30 pezzi d'artiglieria di Ayub. Tuttavia, se l'inferiorità numerica ha senza alcun dubbio avuto un ruolo di rilievo, non bisogna sopravalutarne l'importanza. Per gli eserciti europei del tempo, era normale battersi con forze numericamente superiori, ma qualitativamente e tecnologicamente inferiori. Nel caso afghano però, i britannici si scontrarono contro un esercito ben preparato e dotato di un'artiglieria di pari livello. A loro volta, i soldati anglo-indiani che combatterono a Maiwand erano principalmente nuove reclute e non ancora del tutto abituate alle difficili condizioni climatiche dell'Asia centrale. Mancanza d'acqua, malattie tropicali e temperature insopportabili erano elementi costanti per i soldati britannici impiegati in quelle regioni.

Al momento della battaglia, le due parti ingaggiarono subito uno scontro a fuoco con le rispettive artiglierie, nel quale sorprendentemente prevalse quella afghana. Questa infatti, non solo possedeva un maggior numero di pezzi d'artiglieria, ma era anche riuscita ad entrare in possesso di alcuni dei migliori cannoni occidentali, come gli Armstrong, costruiti in Inghilterra. Seguì l'avanzata della fanteria anglo-indiana, che tuttavia si trovò presto circondata dalle più numerose forza afghane, le quali sfruttando il loro numero e la loro migliore conoscenza del territorio, circondarono il nemico, costringendolo su posizioni difensive e infine, ad una disastrosa ritirata. Al prezzo di oltre 1500 uomini, rispetto alle 900 vittime anglo-indiane, Ayub aveva ottenuto una storica vittoria, e poteva ora porre sotto assedio Kandahar, nella quale intanto si era rifugiato il restante delle truppe del generale Burrows, in attesa di ricevere i rinforzi.

Se sul piano strategico, la sconfitta di Maiwand non alterò l'esito della guerra anglo-afghana, essa ebbe comunque un forte impatto simbolico e psicologico, sia in Gran Bretagna che nello stesso Afghanistan. Per gli afghani, come già detto, la battaglia rappresentò un momento di riscatto e contribuì alla creazione di un sentimento di identità nazionale, fondato sull'unità e il coraggio degli afghani, in opposizione all'invasore esterno.

Diversamente, nel Regno Unito, l'esito della battaglia fu accolto con un misto di rabbia, stupore e rammarico. Il secolo XIX infatti rappresenta l'apogeo della potenza economica, militare e politica dell'impero britannico. Una sconfitta contro un popolo considerato inferiore non era contemplabile. Si temeva inoltre che quanto accaduto poteva incentivare gli abitanti del RAJ britannico, nel subcontinente indiano, a ribellarsi come avevano già fatto nel 1857. La stessa regina Vittoria scrisse di trovarsi “in uno stato di profonda ansia”. Tuttavia, la successiva spedizione del generale Roberts e la conseguente sconfitta di Ayub nella battaglia di Kandahar, aiutarono in parte a far cadere nell'oblio la battaglia di Maiwand e a riscattare l'onore imperiale britannico.

(foto: web)