Alla fine del XIX° e agli inizi del XX° secolo era in atto un accesa corsa al riarmo navale fra l’Impero tedesco e quello britannico (riarmo navale tedesco voluto fortemente dal Kaiser Guglielmo II).
È bene sottolineare che la realizzazione della prima corazzata ad armamento principale monocalibro, la Dreadnought (entrò in servizio nel 1906), diede inizialmente alla Royal Navy un vantaggio per questo tipo di nave. Ma questo durò poco… poiché anche i tedeschi riuscirono, negli anni successivi, a sviluppare delle nuove navi da battaglia!
Sotto l’aspetto tecnico le nuove navi tedesche si caratterizzavano, in particolare, per un calibro principale leggermente minore a quello britannico (280 mm rispetto a 305; e quando i tedeschi passarono al 305, i britannici erano già al 343...) e per una protezione decisamente maggiore.
Agli incrociatori da battaglia della Marina imperiale tedesca Von der Tann (varato nel 1910), Moltke (varato nel 1911), Goeben (varato nel 1912) e Seydlitz (varato nel 1913), tutti armati con pezzi da 280 mm, fece seguito il Derfflinger (primo dotato di un calibro da 305 mm). L’incrociatore Derfflinger fu progettato da Hans Burkner, impostato nel cantiere Blohm & Voss nel 1912 e fu varato nel 1913; entrò in servizio in squadra il 1°settembre del 1914.
Durante la Prima guerra mondiale l’incrociatore Derfflinger, in quanto unità del 1° gruppo d’esplorazione comandato dall’ammiraglio Franz von Hipper, partecipò alle operazioni del 14 dicembre 1914 contro le coste del Regno Unito bombardando Scarborough; in seguito prese parte alla battaglia di Dogger Bank nel Mar del Nord il 24 gennaio del 1915. Da quello scontro la Marina imperiale tedesca ne uscì sconfitta (tra l’altro l’incrociatore corazzato Blucher - foto - venne affondato), mentre per la Royal Navy fu un importante successo tattico.
Tuttavia, il momento chiave per il Derfflinger avvenne nella battaglia dello Jutland (31 maggio - 1° giugno del 1916). Infatti l’incrociatore tedesco nello scontro navale, riuscì a distruggere l’incrociatore da battaglia Queen Mary e prese parte all’affondamento dell’Invincible e dell’incrociatore corazzato Defence.
Nel corso della battaglia il Derfflinger, che era comandato dal capitano di vascello Hartog e aveva nel capitano di corvetta von Hase il direttore del tiro, ebbe l’arduo compito di condurre la formazione degli incrociatori da battaglia dell’ammiraglio von Hipper, dato che l’unità ammiraglia di quest’ultimo (il Lutzow) era notevolmente malridotta.
Il capitano Hartog riuscì a guidare il 1° gruppo d’esplorazione in quella che fu definita “la cavalcata della morte degli incrociatori da battaglia tedeschi”1, attaccando la Grand Fleet della Royal Navy per diminuirne la gravosa pressione sulla Flotta d’alto mare dell’ammiraglio Reinhard Scheer e, di conseguenza, dare l’opportunità a quest’ultima di liberarsi dalla stretta delle navi britanniche.
Nella battaglia l’incrociatore Derfflinger sparò 385 colpi di grosso calibro e venne colpito da circa 17 grossi proiettili e nove medi; inoltre, ebbe sei cannoni da 305 e quattro da 150 messi completamente fuori combattimento, e imbarcò 3.400 tonnellate di acqua.
Di fatto la nave da battaglia fu seriamente danneggiata (tanto che i lavori di riparazione - foto - durarono fino al novembre del 1916).
È bene ricordare che nella battaglia perirono più di 150 uomini e più di 20 rimasero feriti (è giusto ricordare che la battaglia dello Jutland fu un successo tattico e non strategico per i tedeschi). In seguito, nel corso della guerra l’incrociatore continuerà a partecipare a varie operazioni nel Mare del Nord.
Dopo la fine del conflitto, il Derfflinger raggiunse la baia di Scapa Flow (Scozia) e lì (foto) venne autoaffondato (21 giugno 1919). In seguito, il relitto fu recuperato nel 1934 per poi essere essere demolito definitamente a Rosyth (Scozia).
L’incrociatore tedesco Derfflinger aveva un dislocamento normale di quasi 27.000 tonnellate, mentre a pieno carico di 31.200 tonnellate. Le dimensioni erano di 210,4 x 29 x 9,5 m. L’apparato motore era composto da due gruppi di turbine a vapore su quattro assi (4 eliche dal diametro di 3,9 m), alimentate da 14 caldaie doppie a carbone, più 4 caldaie doppie a nafta (questo dopo il 1916). La potenza da progetto era: 63.000 cavalli, massima alle prove circa 76.600, con una velocità di quasi 26 nodi (in bassi fondali), effettiva 27,5. L’autonomia era di circa 5.300 miglia (a 14 nodi).
L’armamento della nave era composto da: 8 cannoni da 305/50, 12 da 150/45, 4 da 88/45; inoltre, da 4 lanciasiluri da 500 mm.
La protezione era così composta: corazza al galleggiamento da 300 mm; ponti da 80+50; torre di comando da 300; torri d’artiglieria da 270; casamatta da 150; paratia antisiluro da 45.2
La nave poteva contare su un equipaggio (compresi gli ufficiali) di circa 1114 uomini.
1 Cfr. A. Fraccaroli, L’incrociatore da battaglia Derfflinger, in Storia Illustrata, n°145, 1969, p.125
2 Cfr. Ibidem
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