Le navi da guerra della Marina Confederata: la corazzata Arkansas

(di Francesco Sisto)
31/12/22

Sono parecchi anni oramai che nutro un forte interesse per la storia degli Stati Uniti d’America; in particolare mi sono appassionato sempre di più alle dinamiche e alle questioni di carattere strategico-militare della nazione americana. Ho avuto modo di approfondire determinate tematiche grazie alla lettura di saggi e riviste di carattere storico-militare. Una parte della storia degli Stati Uniti che mi affascina particolarmente è quella relativa alla Guerra civile - durò ben quattro anni dal 1861 al 1865 - specie l’aspetto navale della guerra (una parte che secondo me è poco approfondita).

Con questo mio articolo cerco di ricordare alcuni aspetti navali di quel conflitto che videro contrapposti nordisti contro sudisti, o come direbbero gli statunitensi Yankees versus Dixies.

Nello specifico in questo mio breve intervento scrivo della “famosa” corazzata CSS Arkansas della Marina Confederata.

La corazzata Arkansas ebbe vita molto breve; infatti, sopravvisse poco di più di tre settimane (dal 15 luglio al 6 agosto 1862) ma questo non le impedì di diventare “famosa”.

Venne progettata, insieme alla gemella Tennessee, dal costruttore navale John L. Porter; in seguito, fu “ordinata al cantiere Shirley di Memphis il 24 agosto 1861 e impostata due mesi dopo”.1

Nella tarda primavera del 1862 la flotta dell’Unione percorreva il fiume Mississippi e a un certo momento si avvicinò minacciosa a Memphis (Tennessee); allora i confederati decisero di incendiare lo scafo non ancora varato della Tennessee per evitare che fosse catturato (era il 5 giugno del 1862). La corazzata Arkansas, invece, era stata rimorchiata lungo il fiume per venir ultimata.

Il comando dell’Arkansas venne affidato al tenente di vascello Isaac Newton Brown, il quale ebbe l’arduo compito di completare ed equipaggiare la nave. Fece rimorchiare lo scafo sul fiume Yazoo, e in poco più di quattro settimane riuscì a realizzare l’allestimento.

A metà luglio inizia il battessimo di fuoco (per l’esattezza il 15 luglio 1862): infatti, nella notte del 15 tre navi da guerra dell’Unione – la Carondelet, il Tyler e il Queen of the West - risalirono il fiume Yazoo e incrociarono la corazzata Arkansas che si stava dirigendo verso Vicksburg (Mississippi).

Le tre navi dell’Unione tentarono la fuga, ma due di loro – la Carondelet e il Tyler – furono colpite e danneggiate dalla nave sudista.

In seguito, l’Arkansas arrivò nel fiume Mississippi e vi trovò uno squadrone di navi – tra le venti e le trenta unità - sotto il comando dell’ammiraglio nordista David Farragut che bloccava l’accesso al porto Vicksburg.2

La corazzata confederata, man mano che si avvicinava, divenne bersaglio dei cannoni delle navi unioniste; nonostante ciò l’Arkansas avanzò decisa, rispondendo al fuoco nemico. Inoltre, riuscì a infliggere seri danni alle navi avversarie. Alla fine riuscì a forzare il blocco nordista e arrivò al porto di Vicksburg anche se con numerosi danni subiti; alla fine la squadra navale dell’Unione decise di ritirarsi da Vicksburg.

Indubbiamente per la Marina Confederata fu un importante successo tattico contro la Marina dell’Unione. Per le sue azioni il tenente Brown fu promosso a capitano e fu insignito della Confederate Medal of Honor.

In seguito, l’Arkansas venne inviata nei pressi di Baton Rouge in Louisiana ad appoggiare le forze di terra; il 6 agosto 1862 la corazzata sudista ingaggiò uno scontro contro la corazzata nordista Essex. I danni subiti negli scontri precedenti condannarono la nave confederata; infatti motore e macchine cedettero e lo scafò si arenò.

La corazzata Arkansas aveva un dislocamento di circa 1200 tonnellate, una lunghezza di 50 metri e contava su equipaggio di almeno 200 uomini.

Alcune considerazioni finali

La Guerra civile americana, che vide scontrarsi gli stati confederati contro quelli dell’Unione, divide chiaramente in due epoche la storia degli Stati Uniti d’America.

Come scrive Raimondo Luraghi: la cesura fra età moderna e contemporanea (a differenza dell’Europa, ove essa è convenzionalmente data dalla Rivoluzione francese) va, negli Stati Uniti, spinta avanti di quasi un secolo e collocata nel 1865, data della resa del Sud (o, al massimo, nel 1877, anno in cui terminò la cosiddetta ricostruzione che seguì la guerra civile).3

Quindi, riprendendo l’analisi di Raimondo Luraghi si potrebbe affermare che solo dopo il 1865 gli Stati Uniti d’America (come noi li conosciamo oggi) cominciarono ad esistere. Inoltre, è bene sottolineare che con la guerra si scontrarono due diverse concezioni dell’America: da una parte un Sud precapitalista fondato ancora sulla schiavitù e sulle piantagioni, dall’altra parte un Nord capitalista e proiettato all’industria.

Possiamo asserire che la Guerra civile americana sia stata la prima guerra industriale della cosiddetta “età contemporanea”.

A tal proposito Sir Rupert Smith scrive: Questo scontro rappresentò una pietra miliare nell’evoluzione della guerra industriale fra stati, sia per la sua successiva influenza sul modo di fare guerra degli USA, sia perché molti osservatori europei la fecero conoscere oltreoceano: le conclusioni che trassero dalle forti impressioni maturate sui campi di battaglia americani non erano forse sempre corrette, ma ebbero tuttavia un impatto enorme sull’evoluzione della guerra totale in Europa.4

1 A. Fraccaroli, La corazzata Arkansas, in Storia Illustrata, n°210, 1975, p.131

2https://encyclopediaofarkansas.net/entries/css-arkansas-2854/

3 R. Luraghi, Gli Stati Uniti nell’età della guerra civile, Le Monnier, Firenze, 1978, p.1

4 R. Smith, L’arte della guerra nel mondo contemporaneo, il Mulino, Bologna, 2009, p.138

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