SS: il primo esercito europeo? Le SS italiane

(di Giuseppe Barcellona)
07/09/17

Per tanti anni la vicenda delle SS italiane è stata cancellata dalle pagine di storia, se ne scrive e parla poco anche oggi, per cui è giunto il momento di fare luce sui fatti in questione.

Il primo giorno di una SS italiana cominciava col giuramento:

Davanti a Dio, presto questo sacro giuramento, che nella lotta per la mia patria italiana contro I suoi nemici sarò in maniera assoluta obbediente ad Adolf Hitler, supremo comandante dell’esercito Tedesco e quale soldato valoroso sarò pronto in Ogni momento a dare la mia vita per questo giuramento.

Da quel momento i militi erano agli ordini delle autorità naziste, di Adolf Hitler e Heinrich Himmler ovvero del generale Peter Hansen Tschimpke comandante operativo delle SS italiane; queste unità operarono tra Piemonte, Lombardia, Veneto, Marche, Umbria, Toscana e non furono meno feroci dei colleghi tedeschi, lo si evince dalle numerose testimonianze dirette.

Significativa la presenza sul territorio friulano, Il legionario italiano Alessandro Meneghin ha dichiarato apertamente che l’ordine era inequivocabile: annientamento; nella località friulana di Slaue-Oseacco di Resia furono catturati e passati per le armi numerosi partigiani, le stesse efferatezze accaddero ad opera di altri contingenti di SS italiane in Friuli: a Pradamano, a Udine, a Tolmezzo, a Pordenone.

Nell’ottobre del 1946 fu processato il capitano Ernesto Ruggiero, dagli atti del processo si evincono i sistemi di tortura in uso tra le SS italiane che compirono “uccisioni, sevizie efferate, mutilazioni permanenti con bastoni, grossi pezzi di legno, spranghe di ferro, cinghie, guinzagli, nervi di bue, filo di ferro spinato, scarpe chiodate, guanti ferrati, sigarette accese, tizzoni ardenti, polvere pirica, aghi di ferro, pinze”. Fu condannato a pena capitale commutata poi a pena detentiva e successivamente scarcerato assieme ad altri militanti processati per gli stessi reati; influente ai fini della scarcerazione l’emersione di simili atti di ferocia compiuti da bande partigiane.

È andata peggio al tenente colonnello Odorico Borsatti responsabile del Centro di repressione antipartigiana di Palmanova fucilato alla schiena dopo il processo con disonore militare.

Operative anche molte donne al servizio della contessa Piera Fondelli Gatteschi, le ausiliari del Servizio Femminile; da ricordare gli avanguardisti della RSI, il Corpo volontari della morte, la Legione Autonoma Ettore Mutti, il Corpo Addestramento Reati Speciali C.A.R.S., il Corpo contro Guerrilia Co.Gu., i Moschettieri delle Alpi, la IV Legione Milizia Confinaria, il battaglione bersaglieri volontari Bruno Mussolini, la Guardia Civica di Trieste, il reggimento volontari alpini friulani Tagliamento, l’ispettorato Speciale, la Polizia Partigiana, le Forze Armate Fasciste, il battaglione Bir el Gobi, il Corpo Speciale paracadutisti della brigata Folgore, il battaglione Guardia del Duce, la Guardia di Finanza e la Polizia rimaste in servizio in quelle zone, la Milizia Forestale, la Milizia della strada ed altri...

I canti danno un contributo particolare per coglierne l’efferatezza. Ecco alcuni testi:

All’armi, all’armi, all’armi! siam fascisti repubblicani terror dei partigiani, che sono dei ruffiani, ed anche dei fuori legge, che faremo in tante schegge, ed anche dei banditi, che saran da noi finiti.

Brutte facce da impestati, da noi presto eliminati, contro un muro fucilati, su un albero impiccati, con il pugnale sgozzati, con le bombe dilaniati.

Sull’aria della Campagnola: I ribelli impiccheremo, i gerarchi accopperemo, i pretacci incul..…, viva il rombo del cannon!

Inno delle SS germaniche (Das Treuelier des SS) tradotto in italiano:

"Quando tutti diventeranno infidi, quando tutti mancheranno di fedeltà, affinché sempre sulla terra, ci sia una bandiera per voi. Compagni della nostra gioventù, la vostra immagine di tempi migliori, che ci consacra alla virtù virile, ed alla morte per amore, non si allontanerà mai da noi, resterà a noi sempre vicina, fedele come la quercia tedesca, come la luna e la luce del sole! Una volta ancora si rischiari la coscienza di tutti i fratelli, essi ritornino alla sorgente in amore e in fedeltà. Hanno bene combattuto gli eroi di questa epoca. Ma, ora che la vittoria è raggiunta; Satana usa nuove astuzie. Ma comunque abbia a formarsi il tempo nella vita, tu per noi non devi invecchiare, o sogno di bellezza. Voi stelle siateci testimoni, che ci guardate tranquille dall’alto: quando tutti i fratelli taceranno e crederanno in falsi idoli, noi non mancheremo alla parola, non diventeremo dei gaglioffi, noi predicheremo e parleremo del Sacro Impero Tedesco".

Anche i testi richiamano al concetto di superiorità della razza ed all’idea della fondazione di un nuovo “Ordine Europeo”, le SS italiane sposarono questa idea che morì il giorno della sconfitta di Hitler anche se ovunque le divisioni italo tedesche opposero resistenza; i militi del Gruppo Pronto Impiego a Rodengo Saiano si opposero ai partigiani che volevano catturarli e ne sequestrarono diversi, passandoli poi per le armi non a colpi di arma da fuoco ma con sevizie di ferocia inaudita. I responsabili di questo eccidio la fecero franca scappando, ma il loro capo, Thaler, fu arrestato e passato per le armi dopo il processo.

Al fianco della Repubblica di Salò vi fu un’altra Repubblica cancellata dai libri di storia, quella composta da circa ventimila italiani che decisero di combattere con i tedeschi non da alleati ma ai loro ordini contro i partigiani, costoro volevano dimostrare che non tutti gli italiani erano traditori e credevano ad una Europa sotto il dominio della Germania; certamente non tutti i militi furono consapevoli dell’ampio progetto politico ed ideologico delle Waffen SS ma c’è da credere che i capi delle divisioni italiane erano al corrente delle tecniche e metodologie in uso ai tedeschi, al punto che talvolta le SS italiane superarono per efferatezza i propri colleghi d’oltralpe.

Tutto cominciò dopo l’armistizio e la liberazione di Mussolini, a seguito di colloqui intercorsi tra il Duce ed Hitler a Rastenburg il 13 settembre 1943; l’idea italiana della formazione di divisioni SS sotto la guida dei tedeschi sul modello di altre divisioni in tutta Europa piacque al "Kaiser", Himmler diede il via all’operazione che cominciò con l’ausilio di migliaia di soldati del Regio Esercito appena rastrellati dalla Wehrmacth all’indomani dell’otto settembre e presentatisi spontaneamente per costituire i primi battaglioni; seguirono altri gruppi operativi nei Balcani o nell’Europa dell’Est che preferirono continuare la guerra al fianco dei tedeschi.

Le prime unità vennero spedite in Italia in operazioni di rastrellamento contro i partigiani, ritenuti dei traditori della patria e per questo trucidati senza pietà e con metodi barbari copiati dai colleghi teutonici che in alcuni casi avrebbero voluto trattare con umanità i prigionieri contro il volere delle SS italiane; è il caso dei civili di Balangero che furono fucilati a causa di un ufficiale SS italiano che si oppose alla mediazione pacifica di un ufficiale di nome Kreuser e del paese di Cumiana i cui abitanti furono trucidati ed il paese dato alle fiamme.

Le motivazioni ideologiche di tale accanimento sono presto dette, i tedeschi consideravano gli italiani un popolo di rammolliti e traditori, le SS italiane per dimostrare la nefandezza di questi pensieri si dimostrarono sul campo più feroci degli stessi aguzzini germanici.

I principali centri d’arruolamento sorsero a Savona, Cuneo, Torino, Alessandria, Aosta, Novara, Como, Milano, Bergamo, Brescia, Verona, Mantova, Treviso, Padova, Bologna, Modena, Firenze, Forlì, Ancona, Macerata, Perugia, Viterbo, Grosseto, Siena, Pisa, Genova, Parma, Bolzano, Cremona, Pavia, Pesaro, Roma, Varese e Venezia ed anche se gran parte della documentazione è andata perduta dopo la guerra, sono state salvate varie copie del settimanale “Avanguardia” utilissimo a ricostruire la storia delle SS italiane.

Spulciando tra le pagine cogliamo alcune significative frasi in merito ai valori ed ideali che spingevano questi uomini: “Tutti uniti, giovani e vecchi, veterani e 'cappelle' in un unico sogno, la Patria”.

Muovere delle critiche agli italiani che seguirono le SS emulandone le gesta è doveroso, speriamo che mai più giorni così terribili possano riproporsi in Italia, in Europa ed ovunque nel mondo, ma contestualizzando il periodo e l’abbrutimento generale che la guerra inevitabilmente portò con se è d’obbligo sottolineare che di efferati crimini si macchiarono anche le bande partigiane che volevano liberare l’Italia da anni di terrore per portare un futuro di libertà e democrazia.

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(foto: web)