Questa mattina, nella Basilica di Santa Maria degli Angeli e dei Martiri i militari della “Granatieri”, la più antica unità militare dell’Esercito Italiano, schierati in armi, hanno presenziato alla celebrazione della Santa Messa in suffragio di don Alberto Genovese, duca di San Pietro, officiata da Monsignor Sergio Piddi, vicario generale dell’Ordinariato Militare per l’Italia.
La cerimonia è stata preceduta dallo sfilamento dei reparti della brigata “Granatieri” in uniforme storica del 1848 che, marciando dalla caserma “Macao” di Castro Pretorio lungo le strade della capitale, hanno raggiunto la Chiesa di Stato situata in Piazza della Repubblica.
La cerimonia si è svolta alla presenza del capo di stato maggiore dell'Esercito, generale di corpo d'armata Pietro Serino, e di diverse autorità, tra le quali il consigliere per gli affari del consiglio supremo di difesa e segretario del consiglio supremo di difesa, generale Rolando Mosca Moschini, il comandante delle Forze Operative Sud, generale di corpo d’armata Giuseppenicola Tota, e diversi ex capi di stato maggiore dell’Esercito.
Presenti all’ultracentenaria tradizione anche i discendenti diretti della dinastia Genovese sempre partecipi e vicini ai “Bianchi Alamari”.
Don Bernardino Antonio Genovese, duca di San Pietro, patrizio sardo e padre di Alberto, il 10 luglio 1744 costituì a Cagliari, a sue spese, il reggimento di fanteria d’ordinanza “di Sardegna” con il fine di garantire la sicurezza dei coloni appena approdati sull’isola di San Pietro, prospiciente le coste sarde. Due anni più tardi, nel 1776, suo figlio Alberto Genovese, che ne ereditò il titolo nobiliare, donò al reggimento 120.000 vecchie lire di Piemonte, fissandone l’uso per la costituzione e la successiva manutenzione della musica reggimentale, nonché di un fondo di pietà per l’assistenza delle famiglie bisognose dei Granatieri.
Nella scrittura testamentaria, il duca di San Pietro dispose, altresì, che venisse celebrato: “perpetuamente… anniversario in suffragio ed in memoria di esso, sig. duca Alberto, nel giorno anniversario della di Lui morte”. La volontà dell’antico benefattore nel porre il soldato e la sua famiglia al centro del suo testamento sono ancora oggi una priorità dell’Esercito.
Al termine della funzione religiosa, il comandante della brigata “Granatieri di Sardegna”, generale di brigata Liberato Amadio, ha voluto soffermarsi sul significato della celebrazione: La simbolica cerimonia ha superato il suo carattere originario ergendosi a simbolo delle tradizioni dei “Granatieri di Sardegna”. Le tradizioni militari costituiscono un patrimonio morale ed educativo per chiunque abbia servito nelle Forze Armate e soprattutto nell’Esercito. Il sentimento che ne scaturisce si sintetizza con il semplice ma significativo concetto di “spirito di corpo”.
I “Granatieri”, specialità dell’Arma di Fanteria, partecipano e concorrono alle principali missioni nazionali ed internazionali in cui la Forza Armata è chiamata ad intervenire; attualmente sono impegnati con il comando del raggruppamento “Lazio e Abruzzo” nell'ambito dell’operazione "Strade Sicure" e forniscono, con il concorso di altri reparti dell’Esercito, circa 1.500 militari in supporto alle Forze dell'Ordine, assicurando una quotidiana presenza sul territorio della capitale.
Alle molteplici attività operative/addestrative, anche nel contrasto al Covid-19, si aggiungono i più importanti servizi presidiari della capitale e di alta rappresentanza presso le principali sedi istituzionali della Repubblica.