Ieri mattina, presso il poligono di Monte Romano (VT), il capo di stato maggiore dell'Esercito, generale di corpo d'armata Carmine Masiello, ha partecipato all'esercitazione “UNA ACIES 2024", parte integrante della campagna tattica e scuola comando degli Istituti di formazione e dei comandi e scuole d'Arma.
Nel riconoscere l'impegno e apprezzare i risultati dell'esercitazione, il Capo di SME ha condiviso con i futuri comandanti di minori unità la riflessione di come la “campagna tattica sia stata funzionale a far assaporare il pane quotidiano con cui dovranno fare i conti e misurare le capacità umane e professionali maturate, una volta inseriti nel pieno della realtà operativa.
Gli atti tattici elementari, figli dell'addestramento, sono il cibo di cui non dovrete mai essere sazi - ha precisato il capo di SME.
Più addestramento assicura maggiore sicurezza. Gli atti tattici diventeranno più complessi da gestire in scenari sempre più competitivi, ma la differenza la farà l'addestramento, la voglia di fare sempre di più e meglio, senza mai misurare fatiche, sacrifici e difficoltà.
L'esercizio del comando - ha proseguito il gen. c.a. Masiello - richiede capacità di capire correttamente i problemi tattici, prendere decisioni rapidamente, impiegare tecnologie all'avanguardia e applicare le procedure, con efficacia e in sicurezza. Per essere tale, il comando deve essere inteso come dovere di servire, di chiedersi cosa viene fatto bene e cosa si può fare meglio, giorno dopo giorno, per i propri soldati, per metterli nelle condizioni di confrontarsi almeno alla pari dei potenziali avversari.
La consapevolezza che il ruolo di comandante non può essere disgiunto dall'acquisizione della necessaria autorevolezza e preparazione professionale - ha proseguito il gen. c.a. Masiello - fa emergere la questione della formazione come centrale e critica per la nostra Forza Armata. Gli Istituti di Formazione, i comandi e le scuole d'Arma sono fulcro di un'attività vitale per l'Istituzione militare e devono essere in grado di adeguare gli obiettivi, i sistemi e i modelli formativi continuamente e coerentemente con gli scenari operativi emergenti e con il mondo che evolve.
I comandanti devono possedere spirito d'iniziativa, senso di responsabilità e una preparazione 'a tutto campo', poliedrica e flessibile, al fine di interagire e saper manovrare a livello interarma, interforze e internazionale nei domini classici e protetti nei nuovi domini (cyber, spazio e disinformazione).
Coraggio di decidere, capacità di eseguire, di motivare, di trascinare e di convogliare gli sforzi della propria unità verso il raggiungimento degli obiettivi assegnati, gestendo il rischio, aggiornando le misure di mitigazione, senza mai lasciare nessuno indietro: è una missione, molto più di una professione.
Formare soldati e comandanti - ha concluso il capo di sm dell'Esercito - è il compito degli Istituti di formazione, dei comandi e scuole d'Arma: chi sa combattere può assolvere anche altre missioni. Non è vero il contrario".
Presenti all'esercitazione anche il comandante per la Formazione, Specializzazione e Dottrina dell'Esercito (COMFORDOT), generale di corpo d'armata Carlo Lamanna, il comandante per la Formazione e Scuola di Applicazione dell'Esercito, generale di corpo d'armata Stefano Mannino, il comandante dell'Accademia Militare, generale di divisione Davide Scalabrin, il comandante della Scuola Sottufficiali dell'Esercito, generale di divisione Andrea Di Stasio, e tutti i comandanti dei comandi e delle scuole d'Arma che hanno preso parte all'attività.