Nata nel 1951, l’Aviazione dell’Esercito (AvEs) è diventata nel corso degli un asset fondamentale per le operazioni fuori area delle Forze Armate italiane.
Negli ultimi vent’anni gli elicotteri dell’Esercito hanno operato in tutti i contesti operativi in cui erano impegnati i nostri soldati, dall’Afghanistan, all’Iraq, al Libano. Un tale impegno ha visto contemporaneamente aumentare anche la tipologia di macchine a disposizione. Sicuramente l’ingresso in servizio dell’elicottero medio HH-90 (foto apertura in secondo piano) ha rappresentato un salto di qualità notevole per la specialità, sia in termini di prestazioni che di implemento delle missioni.
Queste macchine hanno dimostrato tutta la loro versatilità nel difficile teatro afghano, dove le quote elevate davano non pochi problemi ad elicotteri meno potenti. Salendo di categoria troviamo i Boeing CH-47F, acquisti in 16 esemplari, velivoli dalle elevate capacità di carico. Tuttavia l’anno il Ministero della Difesa ha cancellato l’acquisizione di 4 macchine in versione ER (Extended Range), equipaggiata con sonda di rifornimento in volo e serbatoi supplementari, così da renderne l’autonomia pressoché illimitata.
Tali macchine avrebbero permesso ai nostri distaccamenti di forze speciali di poter intervenire in contesti strategici, distanti dall’Italia, magari per liberare un nostro connazionale tenuto in ostaggio da bande di criminali, affiliate ad organizzazioni jihadiste (qualora si decidesse di non pagare più riscatti).
Recentemente si è concretizzato l’accordo per l’acquisto di 15 AW-169MA, si tratta di un primo lotto, da inserire in un programma più ampio finalizzato alla sostituzione della flotta di 205, 212, 412 e 109 ancora in servizio e ormai logorati da decenni di intenso utilizzo.
Un discorso a parte meritano l’elicottero da combattimento - per l’Esercito Elicottero da Esplorazione e Scorta (EES) – AH-129D Mangusta (32 macchine operative, foto apertura in primo piano). Primo elicottero da combattimento europeo, ha conosciuto il suo battesimo del fuoco in Somalia nel 1993; in Afghanistan i Mangusta hanno spesso risolto situazioni gravi, infliggendo pesanti perdite alle milizie talebane, tanto da essere soprannominati da questi la morte nera.
Il sostituto dovrebbe essere l’AW-249 (immagine), un progetto di Leonardo. A nostro avviso si dovrebbe trovare un partner per condividere i costi di realizzazione, visto che gli effetti dell’epidemia di COVID-19 farà, quasi sicuramente, diminuire gli stanziamenti destinati alla Difesa.
Immagini: Esercito Italiano / Leonardo