Già quando sei sulle scalette e osservi il velivolo, nell'area di parcheggio dell’Aereoporto “De Bernardis” di Pratica di Mare, capisci che quello che stai per fare non sarà un volo ordinario. Il Boeing KC-767A, in dotazione al 14° Stormo dell’Aeronautica Militare, a differenza della versione civile 767-200ER (Extended Range) ha solo un oblò e non ci sono hostess pronte ad accoglierti a bordo. Anche entrando si intuisce la diversità da un aereo di linea: gli spazi sono più angusti e per arrivare alla zona passeggeri, in questa versione denominata COMBI, bisogna passare attraverso una porticina che fa accedere alla zona cargo, dove è predisposto un piccolo e stretto camminamento che porta all'ingresso della cabina passeggeri. Una combinazione, questa, che permette di caricare a bordo del KC-767A 100 passeggeri e 10 pallet NATO standard, a differenza della versione FULL PAX, dove è possibile trasportare 200 passeggeri con rispettivi bagagli e alla versione CARGO, con la quale si possono imbarcare 19 pallet NATO standard. Differenze che rendono il mezzo in dotazione all’Aeronautica Militare Italiana (oltre a quella giapponese) universale, a differenza del KC-46 Pegasus dell’USAF, nato solamente per essere utilizzato come aereo cisterna.
Nella parte dedicata ai passeggeri balza subito agli occhi un'altra differenza con un aereo di linea: non sono presenti le cappelliere e, quindi, lo spazio sopra la testa è nettamente maggiore. Prima del decollo, però, la routine prevolo è identica: gli assistenti di volo spiegano ai passeggeri le misure di sicurezza e come utilizzare, se necessario, la maschera di ossigeno, situata nella testiera del seggiolino di fronte (in assenza della cappelliera) e il salvagente. Ultimata la spiegazione è tempo di sederci e attendere il decollo di un volo unico nel suo genere: il rifornimento in volo di un secondo KC-767A, di un Eurofighter e di un C27-J Spartan.
Iniziato il rullaggio e imboccata la pista è tempo, per il comandante del mezzo, il tenente colonnello Andrea De Franceschinis, e il suo copilota, il comandante del 14° Stormo colonnello Antonio Caruso, di dare tutta manetta e di liberare la potenza dei due motori General Electric CF6-80C2, gli stessi del 747-400 (!), capaci di dare una spinta di 268kN l’uno (circa 27 tonnellate); spinta che, per un solo motore, come ricordato da un esperto maresciallo a bordo, è pari alla spinta di tutti e quattro i motori del vecchio Boeing 707T/T.
Il KC-767A prende velocità e in breve ci dirigiamo “a sud di Ponza”, come spiegato dall’equipaggio del mezzo, dove è in svolgimento un’esercitazione dell’Aeronautica.
Il volo non è lungo e, una volta giunti in zona, la prima notizia è che non riusciremo a vedere gli Eurofighter. Poco male, rimane da osservare il C27-J Spartan... Poco dopo appare infatti vicino al “cestello” dell’altro KC-767A in volo.
Seguo la manovra di avvicinamento dall’unico oblò presente sul velivolo, situato esattamente nel punto da cui è possibile osservare meglio i cestelli alari. Ce ne sono due, capaci di rifornire fino a 1.818 litri al minuto. Lo Spartan, però, non si avvicina al cestello alare ma a quello centrale che ha una capacità maggiore di rifornimento: arriva a 2.727 litri al minuto.
La manovra a prima vista può sembrare semplice ma non lo è. Specialmente per il pilota che deve ricevere il rifornimento in volo.
La procedura viene spiegata chiaramente dal comandante De Franceschinis - “Le difficoltà sono solamente del pilota receiver. Deve, per forza di cose, avere il cestello, da dove effettuerà il rifornimento, in vista. Se le condizioni e la visibilità non sono sufficienti per avvicinarsi ed effettuare l’aggancio tra la sua sonda ed il nostro cestello, è chiaramente impossibile rifornirsi in volo”.
Solamente in condizioni climatiche estreme e sempre a fronte di una visibilità limitatissima è quindi impossibile per il KC-767A svolgere il proprio compito. "Per il tanker" - assicura il pilota - “le opzioni non sono molte. Si vola con l’autopilota e l’automanetta”.
Se il rifornimento tradizionale avviene con il cestello centrale o con quelli alari, ben diverso è il rifornimento in volo effettuato con il “boom” che ha una portata di ben 4.091 litri al minuto. Questa tipologia di rifornimento è effettuabile, oltre che con l’F-35, anche con un altro aereo cisterna. Questo vantaggio permette al tanker della Boeing un’autonomia enorme, visto che può essere a sua volta rifornito in volo.
La manovra di avvicinamento tra i due KC-767A è, al contempo, meravigliosa e spaventosa. Guardando dall’oblò si vede avvicinarsi l’aereo che rifornirà il nostro mezzo. Il velivolo vola alla nostra destra alla stessa velocità, poi, dopo una leggerissima virata a cabrare scompare dalla vista: si è posizionato in alto di fronte a noi. Per avere una visuale completa della situazione, dalla parte del reciver, è necessario andare in cabina di pilotaggio.
Vedo l’asta rigida del KC-767A avvicinarsi all’UARRSI (Universal Aerial Refueling Receptacle Slipway Installation, ndr) per poter effettuare il rifornimento. Una manovra difficoltosa - come già detto - per il pilota del receiver.
“È una manovra delicata perché in questo frangente si vola totalmente in modalità manuale e ricevendo carburante aumenta il peso del velivolo costringendoci a manovrare constatemene per rimanere in volo retto e costante” - spiega il tenente colonnello De Franceschinis. Una manovra difficile quanto spettacolare che dimostra l’altissimo grado di addestramento e di coordinamento che hanno i piloti e gli equipaggi dell’Aeronautica Militare.
Interessante, quando nel ruolo di “tanker”, il lavoro degli operatori al “boom”: hanno il compito, coadiuvati da un visore ad infrarossi, di manovrare in profondità e nella direzionalità l’asta rigida, per poter eseguire il rifornimento in volo, in velocità ed in sicurezza.
Ultimata la dimostrazione delle capacità del gioiello della Boeing, per i piloti dell’Aeronautica è tempo di ritornare verso Pratica di Mare. Dopo un volo di ritorno caratterizzato da molte turbolenze riatterrano, a breve distanza, i due KC-767A.
Per il 14° Stormo e per tutti velivoli dell’Aeronautica Militare queste operazioni sono ruotine. Per chi, come me, ha potuto assistere all'esercitazione rimane l’emozione di essere stato tra i pochi, non militari, ad avere avuto una simile esperienza in volo. Con la speranza - un giorno - di poter bissare!
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(foto dell'autore)