La Cina ha testato il primo velivolo ipersonico al mondo.
Lo “Jiageng 1", questo il suo nome, è stato sviluppato dall’università dello Xiamen dopo una sperimentazione durata più di dieci anni, culminata - riportano fonti cinesi - con un volo di prova condotto sul deserto di Gobi, lo scorso martedì.
L’aeroplano è in grado di volare cinque volte più veloce di una macchina supersonica, rendendosi così invulnerabile al più sofisticato dei sistemi di difesa contraerei in uso.
L’Università dello Xiamen non è il primo centro di ricerca cinese a studiare questo genere di voli.
Lo scorso anno, un team di ricercatori1 dell’Accademia delle Scienze di Pechino ha testato con successo in una galleria del vento “I-Plane”: un aereo ipersonico, in grado di raggiungere una velocità compresa tra Mach 5 e Mach 7, cioè tra 6.100 e 8.600 km/h.
Il successo dell’Università, che si sviluppa nel solco del programma cinese “ipersonico” avviato nel 2009, sta però nell’aver testato il prototipo in volo e nell’aver reso pubblico il progetto.
Lo Jiageng 1 adotta un design di tipo “waverider”, simile a quello di altri prototipi come il Boeing X-51 (testato dal 2010 al 2013, che raggiunse Mach 5.1, 5400 km/h - foto seguente), che consente di migliorare il rapporto supersonico di portanza/resistenza, mediante le onde d'urto generate dal volo.
Nel caso del prototipo cinese, la propulsione è ottenuta addirittura con due strati di onde d'urto: uno sotto il ventre e l'altro nel condotto di ingresso dell'aria al motore.
Propulso da un razzo lungo nove metri e del peso di oltre tre tonnellate, con ali contrapposte, Jiageng 1 ha raggiunto l’altezza di 26 km e dopo aver svolto con successo alcune manovre in “ambiente ipersonico” è rientrato alla base senza problemi.
Il velivolo surclassa i competitor occidentali per la possibilità di passare dal volo supersonico a quello ipersonico con facilità e minori consumi.
Al successo dell’Università cinese ha contribuito anche la scoperta di una nuovo lega, risultato dalla combinazione di metalli, ceramiche e materiali refrattari, che - riporta il Global Times2 - mantiene le sue proprietà, per un periodo prolungato, anche oltre 3000C°, contro i 1500C° dei materiali sin qui adottati.
Stando a quanto riferisce il quotidiano South China Morning Post3 (Hong Kong), la tecnologia dello Jiageng 1 sarebbe stata sviluppata in collaborazione con alcuni centri di ricerca europei - non è chiaro se francesi o tedeschi -, nelle cui gallerie del vento gli scienziati di Pechino si sono recati a più riprese per rifinire il modello da testare in volo.
Gli sviluppi che la tecnologia ipersonica potrà avere in futuro, soprattutto in campo militare, sono notevoli.
Per il Sottosegretario per la Ricerca e la Tecnologia della Difesa USA, Michael Griffin, si è di fronte a un “game changer”, che costituisce per l’Amministrazione una “higest technical priority”4 in grado di rivoluzionare l’intero comparto aereo.
Anche la Russia sta investendo ingenti risorse nella ricerca e sviluppo del settore. Putin ha recentemente dichiarato che nel corso di quest’anno verrà schierato il missile ipersonico “Avangard” (v.articolo), testato con successo lo scorso dicembre, in grado di volare a una velocità 20 volte superiore a quella del suono (331m/s pari a 1191,60 km/h).
Pechino rimane comunque lo stato più coinvolto e maggiormente determinato a mantenere una posizione di leadership nel campo: lo scorso anno, infatti, ha condotto più test ipersonici di quanti gli USA ne abbiano effettuati in dieci anni.
Da parte sua il Pentagono, consapevole della minaccia, ha aumento gli stanziamenti, passando dagli $85 milioni del 2017 ai $256,7 milioni dell’anno in corso, con un aumento del 136% rispetto all’anno precedente.
Foto: Xiamen University Aerospace Academy / NASA