Israele-Iran: dalla guerra d’attrito alla guerra dichiarata

(di Tiziano Ciocchetti)
26/08/19

L’Aviazione israeliana, nella notte tra sabato e domenica, ha colpito un deposito di attrezzature militari dei Pasdaran iraniani (sembrerebbe che si trattasse di armamenti per droni) vicino Damasco. Nella stessa notte, a sud Beirut, gli Hezbollah (milizia sciita finanziata e addestrata dall’Iran) dichiarano di aver abbattuto due droni israeliani.

Stavolta, il Governo di Israele, invece di rilasciare le solite dichiarazioni fumose che non confermano ne smentiscono quanto avvenuto, ha emesso una nota ufficiale in cui ha confermato l’attacco, come dell’Aviazione al deposito dei Pasdaran, operanti in Siria per supportare il regime filo iraniano di Assad. Bibi Netanyahu, Primo Ministro israeliano ha voluto precisare che: l’Iran non gode di immunità in nessuna parte del Medio Oriente.

Inoltre lo stato ebraico sta allargando il suo raggio d’azione nella guerra (ormai dichiarata) contro l’Iran. Infatti si è appreso solo recentemente che il 19 luglio scorso caccia israeliani hanno colpito depositi di armi appartenenti a milizie sciite, sostenute da Teheran, a nord di Baghdad. Gli attacchi sarebbero continuati anche nel mese di agosto, provocando non pochi malumori a Washington.

La Heyl Ha’Avir (Aeronautica Militare israeliana) ha probabilmente utilizzato in questi raid il Ra’am ("tuono"), essenzialmente un F-15E equipaggiato con un radar APG-70 con capacità di mappazione del terreno ma che si differenzia dalla versione originale per alcune modifiche riguardanti principalmente gli apparati: di allarme Radar Warning Receivers, integrati direttamente in Israele; per la guerra elettronica, basati sulla suite Elisra SPS-2110 IEWS (Integrated Electronic Warfare System), anch’essa di concezione nazionale; quelli di posizionamento GPS/INS. In più ha la possibilità di utilizzo dei DASH (Display And Sight Helmet) che permette ai due membri dell’equipaggio di puntare con le armi di bordo target posti ovunque nel loro spazio visivo.

Con un raggio d’azione massimo, senza rifornimento in volo, pari a 4.450 km, che si traduce in un combat radius di 2.250 km (con un carico bellico massimo di 11.000 kg), il Ra’am avrebbe potuto tranquillamente colpire Baghdad (che dista dal territorio israeliano circa 900 km) e fare ritorno alle proprie basi.

Foto: IDF