La politica di Pechino, come abbiamo più volte ragionato su queste pagine, passa anche attraverso lo sviluppo di una potenza marittima intesa come strumento di proiezione di forza in grado di tutelare i crescenti interessi globali.
Non c’è da meravigliarsi, quindi, se negli ultimi anni una parte considerevole degli sforzi e delle risorse della comunità scientifica cinese siano stati indirizzati al raggiungimento di rilevanti capacità operative navali per operare non solo in superficie ma anche in profondità.
In tale contesto, le ricerche e i successi cinesi nel campo dei sottomarini senza pilota (unmanned underwater vehicle, UUV) sono quanto mai interessanti.
Un anno fa, un UUV- l’Hailong 11000, noto anche come Sea Dragon - si immerse nell’Oceano Pacifico nord occidentale raggiungendo la profondità di 5630 metri1, mai raggiunta prima da alcun altro battello cinese.
Un successo cui faceva seguito quello di altro drone, l'Haixing 6000, sceso a 6611 m.
Già in passato questa testata, particolarmente attenta a quanto accade nella terra di Mezzo, aveva data notizia2 della costruzione a 5 km di profondità, della prima base cinese per droni oceanici, i cui progressi procedono di pari passo con la produzione di una nuova serie di grandi sottomarini senza pilota (extra-large unmanned underwater vehicles, XLUUV), operativi dai primi mesi del 2020, che, dotati di intelligenza artificiale, saranno in grado di svolgere una varietà di missioni, anche di natura militare.
Non sorprendono pertanto, in un tale scenario, gli ultimi sviluppi del programma sottomarino cinese riportati qualche giorno fa da SCMP3.
Pechino, con fondi del Ministero della Scienza e della Tecnologia stanziati a partire dal 2017, starebbe attualmente lavorando a un nuovo sommergibile robot in grado di muoversi in acqua con estrema velocità.
A quanto si legge sul sito della testata di Hong Kong, il prototipo, a forma di sigaro lungo 9 metri, dispone di un sistema di guida a prua, un timone del tipo usato dai jet e un'elica a poppa.
Dotato di due stabilizzatori che ospiteranno le batterie e di due eliche, il drone sarà in grado di raggiungere la velocità di 10 nodi e di immergersi a una profondità di 1.000 metri (3.281 piedi) con un rateo di circa tre metri al secondo in circa 5 minuti (lo stesso dicasi per la risalita).
Il sommergibile sarà alimentato da batterie convenzionali o da un motore chimico che mescola litio e esafluoruro di zolfo per produrre vapore riscaldato: una fonte di energia spesso utilizzata nei siluri per i generatori elettrici.
Quello dell’energia - si legge nell’articolo - è stato uno tra i principali problemi affrontati per vincere la resistenza opposta dalla densità dell’acqua.
Liu Kaizhou, capo del progetto sviluppato all'Istituto di automazione di Shenyang nella provincia di Liaoning, ha riferito al South China Morning Post che il prototipo messo a punto ha un grande potenziale poiché può ”manovrare veloce e libero in acqua proprio come un aereo in aria”.
Inoltre, sono numerose le apparecchiature di comunicazione e sorveglianza a bordo del battiscafo, che sarebbe pronto per compiere “il primo test in mare aperto in circa un anno”.
Se al momento il suo impiego è riferito essenzialmente a operazioni di ricerca e salvataggio in mare, alla raccolta di informazioni navali, alla mappatura dei fondali e al trasporto di minerali dal fondo del mare alla superficie, le possibili implicazioni in campo militare sono evidenti.
Liu Kaizhou - che sta anche lavorando al progetto di pilota automatico che permetterà allo Jiaolong di raggiungere profondità superiori a 7000 metri (23.000 piedi) - ha affermato che i test ad oggi condotti sul prototipo hanno reso possibili numerose innovazioni, tra cui l’utilizzo di bolle d’aria a coprire l’intero batiscafo allo scopo di ridurre l'attrito.
"Questa tecnologia è nuova di zecca" ha detto, "siamo in acque nuove e inesplorate, entusiasti della sfida che abbiamo di fronte”.
Ultima nota: alcune delle sperimentazioni degli UUV cinesi sono state condotte poco distanti dall’isola di GUAM, avamposto USA nell’Oceano Pacifico.
2http://www.difesaonline.it/mondo-militare/5-km-di-profondità-la-prima-base-droni-oceanici