Il 15° Stormo CSAR (Combat Search and Rescue) ha sede a Cervia ed è inquadrato nella 1ᵃ Brigata Aerea Operazioni Speciali.
Il reparto è composto da 7 gruppi distribuiti su 4 sedi: oltre all’85° Gruppo CSAR (equipaggiato con gli HH-139A) e all’81° Centro Addestramento Equipaggi (CAE) che condividono con lo Stormo la base di Pratica di Mare, dipendono dal 15° anche l'80 CSAR di Decimomannu, l’82° Gruppo CSAR di Trapani-Birgi (equipaggiato con gli HH-139A), l’83° Gruppo CSAR di Cervia-Pisignano (equipaggiato con HH-139A), l’84° Gruppo CSAR di Gioia del Colle (equipaggiato con gli HH-139A) e il 23° Gruppo di Cervia (equipaggiato con gli HH-101A), specializzato nel Personnel Recovery.
Tale distribuzione geografica è dovuta alla necessità di assicurare la presenza di elicotteri del soccorso a non più di 90 minuti di volo da qualsiasi località della Penisola.
Nonostante il 15° sia altamente standardizzato, al suo interno sussistono delle differenze che hanno portato a sviluppare naturali specializzazioni, incentivate dalla diversa collocazione sul territorio nazionale. Infatti, l’83° e 85° Gruppo, grazie alla loro posizione geografica, hanno potuto specializzarsi nelle missioni CSAR su terra e svolgono regolare attività addestrativa con gli operatori del Co.F.S. (Comando Forze Speciali); l’82°, 84° e 23° Gruppo hanno maturato, invece, una spiccata connotazione marittima, avendo preso parte (almeno i primi due) a diverse operazioni SAR sul mare.
Tuttavia, chi scrive ritiene sia necessario soffermarsi sulla connotazione CSAR dello stormo. Ipotizzare che il 15° possa essere in grado di portare a termine, in autonomia, una complessa operazione di recupero in ambienti caratterizzati da un’alta densità di minacce è quantomeno azzardato.
Rimanendo in ambito europeo, la Francia, per conseguire le capacità attuali, ha destinato alle missioni RESCO (Recherche et Sauvetage au Combat) un reparto dedicato con 10 elicotteri CARACAL (foto) che, all’occorrenza, possono essere supportati da una forza mista di qualche decina di assetti special ops.
Le origini del CSAR transalpino risalgono al periodo della guerra d’Algeria, durante la quale, alcuni elicotteri furono armati con cannoncini da 20 mm per assolvere missioni di trasporto tattico e anti-guerriglia. Nel corso della seconda Guerra del Golfo (1991), un PUMA dell’Armée de l’Air recuperò un pilota americano precipitato in territorio irakeno, con il supporto degli A-10 dell’USAF. Sempre un AS.330 francese portò in salvo un pilota inglese, quando il suo SEA HARRIER venne colpito dalla contraerea serba, nel corso dell’operazione Deny Flight (1993-1995) sulla Bosnia. Questi successi confermano il felice approccio francese al Combat SAR.
In Italia, invece, fino a pochi anni fa il 15° Stormo veniva impiegato come asset principale per l’assolvimento del servizio SAR nazionale, fornendo agli occhi dell’opinione pubblica un’immagine "rassicurante" dell’Aeronautica Militare.
Il soccorso aereo – cui possono concorrere anche gli altri Corpi dello Stato, come i Vigili del Fuoco – non deve costituire la missione principale del 15° Stormo.
Grazie all’inserimento nell’organico della 1ᵃ Brigata Aerea Operazioni Speciali, il 15° può avvalersi di ulteriori assetti, come il 9° Stormo, il 16° Stormo Fucilieri dell’Aria e gli incursori del 17° Stormo. Tuttavia l’impiego in compiti che non siano quelli primari, distrae macchine e risorse all’addestramento specifico nelle operazioni Combat, obbligando lo Stormo a una distribuzione geografica che non facilita certamente la creazione di un centro di riferimento CSAR.
Foto: U.S. Air Force